domenica 1 ottobre 2017

Un'Analisi delle Origini Cristiane (XXVII) — Il “romanzo” cristiano diventa Storia.

(segue da qui)

Il “romanzo” cristiano diventa Storia.

L'immaginazione compensò l'ignoranza, e dopo essere figlio di Dio e poi figlio dello Spirito Santo, Gesù diventò figlio di Giuseppe, e, in ogni caso, Messia e Figlio di Davide. Quando quelle innovazioni furono incorporate nei vangeli, esse dovevano essere spiegate a cristiani di lingua greca che non comprendevano. Fu evidenziato loro che “Messia” significava “Cristo” (Giovanni 1:41), sebbene un verso precedente (1:35) aveva reso Gesù l'agnello di Dio. Questo non fu accettato senza dibattito, poiché altri “copisti” avevano lo stesso Gesù a protestare contro ciò. Egli proibì ad altri di parlare di lui come Cristo (Marco 8:30) e respinse la discendenza davidica (Matteo 22:43-45, Marco 12:35-37). I contemporanei sapevano che la casa di Davide era scomparsa. I profeti più recenti (Ezechiele, Secondo Isaia, e Malachia) erano ignari dell'origine davidica del Messia. 
Matteo (2:1), confermato da Luca (1:5) e Marco (6:14) ci dice che la nascita di Gesù avvenne sotto re Erode. In modo simile, il vangelo degli ebioniti situa l'attività di Giovanni il Battista vicino al Giordano al tempo di Erode re di Giudea. Ora, ci furono due re Erodi: Erode il Grande che regnò tra il 40 e il 4 prima dell'era cristiana, ed Erode Agrippa I che regnò tra gli anni 37 e 43 della nostra era. In quale di quei due periodi rientra la nascita di Gesù?
Luca colloca la sua nascita durante un censimento che avvenne nell'anno 6, ma egli fa apparire Gesù all'età di 30 anni nell'anno 29. Giovanni dichiara che il Cristo non aveva ancora 50 anni quando morì; se questa morte, allora, accadde tra il 29 e il 35, la sua nascita sarebbe accaduta tra il 21 e il 15 A.E.C. Eusebio specifica che secondo un falso rapporto di Pilato, Gesù morì nel 21, che gli sembra impossibile. Ireneo dice (2.22.5) che Gesù aveva quasi 30 anni al suo battesimo e quasi 50 alla sua morte. Se questo battesimo accadde attorno all'anno 29, Gesù sarebbe nato appena prima del principio della nostra era e sarebbe morto attorno al 49, una data davvero vicina a quella della condanna a morte di Giacomo e Simone, figli di Giuda di Gamala.
Ignazio (il presunto vescovo di Antiochia ma in realtà un cristiano di Filippi) scrisse, attorno all'anno 150 come minimo, che la nascita di Cristo era stata sconosciuta a Satana; perciò il diavolo era meno bene informato degli evangelisti. Ignazio aggiunse anche che la gente obiettava:  “Ciò che non trovo negli archivi, io non vi credo nel vangelo”, confermando che gli scettici di oggi avevano predecessori del secondo secolo.
Luca (capitolo 2) colloca il battesimo e la morte di Gesù sotto il regno dell'imperatore Tiberio, tra gli anni 14 e 27. Ma ci furono due governanti di nome Tiberio. Ci fu un procuratore romano, Tiberio Alessandro, che servì a Gerusalemme tra il 35 e il 48 sotto il regno di Claudio (41-53), il quale espulse i seguaci ebrei di Chrestus da Roma nel 49. Questo Tiberio aveva condannato a morte nel 47 Giacomo e Giovanni, figli di Giuda di Gamala. Luca, nel suo vangelo, si riferisce esplicitamente all'imperatore, non al procuratore, ma questo ha di certo provocato qualche confusione. Quella sarebbe la ragione per cui Tertulliano (Apol. 11) allude ad un certo Tiberio, proconsole d'Africa.
Se Pilato avesse veramente condannato a morte Gesù, egli avrebbe dato un resoconto di questo episodio all'imperatore. Dal momento che nessuno aveva mai sentito qualcosa circa un simile rapporto, i cristiani ne fabbricarono uno; i pagani, per conto loro, ne fabbricarono un altro.
Niente è storico di ciò che i vangeli ci insegnano; essi sono semplicemente una testimonianza di credenze cristiane tra il 150 e il 200. Essi fissano certi aspetti della religione per questo periodo. “Invero io stesso non crederei al Vangelo”, scrisse Sant'Agostino, “se non mi spingesse a credere l’autorità della Chiesa cattolica” (Contro la Lettera di Mani Detta Del Fondamento).

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