domenica 24 settembre 2017

Un'Analisi delle Origini Cristiane (XX) — Le fonti ebraiche sono ignare di Gesù Cristo.

(segue da qui)

Le fonti ebraiche sono ignare di Gesù Cristo.

Ritorniamo innanzitutto ai testi che sono considerati storici.
Le fonti ebraiche non ci raccontano circa il Cristo; non troviamo alcuno scritto talmudico circa Gesù; i pochi passi che lo interessano sono diretti contro la tradizione cristiana, e questa discussione non può considerarsi una testimonianza dell'esistenza del Gesù evangelico.
Il solo punto di interesse negli argomenti degli antichi rabbini contro la tradizione cristiana è che essi non la negano; la interpretano al fine di demolirla e di scalfire le fondamenta della nuova fede, ma ciò a cui si oppongono non è un'antica tradizione ebraica; non hanno nessun'altra documentazione se non ciò che fornisce la tradizione cristiana.
Nondimeno, dobbiamo prendere nota di un certo Gesù ben Pandera che fu identificato con Gesù ben Stada nel Talmud. Il primo fu lapidato, e il suo corpo fu messo in mostra a Gerusalemme alla vigilia di Pasqua sotto Alessandro Ianneo (106-79 A.E.C.). Il secondo visse al tempo di rabbì Akiba, nell'anno 130 circa della nostra era; [27] anch'egli fu lapidato e appeso alla vigilia di Pasqua in Lydda (Asia Minore), lontano dalla Palestina. Che si tratti di due versioni diverse della stessa persona oppure di due persone diverse, il Talmud  mostra tracce di un Gesù che rassomigliava a quello dei vangeli ma visse un secolo prima. A peggiorare le cose è il fatto che secondo il Talmud, ci fu un altro contemporaneo di Gesù di nome Giosuè ben Perachia che visse al tempo di Alessandro Ianneo, ossia al tempo di Gesù Pandera, e questo Gesù fondò una setta ebraica apostata. Questa è la ragione per cui Salomon Reinach osserva con sorpresa che ci furono discepoli di Gesù quasi un secolo prima dell'era cristiana; [28] e un autore inglese si chiese se Gesù avrebbe potuto vivere un centinaio di anni prima dell'era comune. [29
Ad ogni caso, sembra che, al pari dei cristiani, gli ebrei mostrarono una confusione considerevole riguardo nomi e date quando misero per iscritto le memorie più o meno alterate dei loro maestri e antenati relative o ad un solo Gesù oppure a parecchi uomini con quel nome.
Un colto israelita [30] che crede alla storicità di Gesù scrisse le parole seguenti: ... l'apparizione di Gesù durante un tempo di confusione che afflisse la Giudea sotto gli Erodi e i procuratori romani fu così insignificante che i suoi contemporanei e i suoi primi discepoli la notarono a malapena; e una volta che il cristianesimo era diventato una setta potente e influente, i maestri di Israele furono già fin troppo rimossi dal tempo di Gesù per ricordare accuratamente gli eventi della vita del Messia cristiano; essi si accontentarono di storie popolari circa il Messia che erano correnti e dei fatti della sua esistenza... Comunque, sono quelle stesse leggende e vangeli che  a parere dell'autore potevano supportare un libro di 600 pagine dedicato alla vita di Gesù il Nazareno. Come scrisse Salomon Reinach, non possiamo creare una Storia vera dai miti più di quanto possiamo ricavare pane dal polline dei fiori.
Nel testo greco delle Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe, troviamo due menzioni di Gesù (in 18.3.3 e in 20.9.1). Quei due passi sono interpolazioni. [31] Inoltre, Flavio Giuseppe non menziona né il movimento cristiano, e neppure il messianismo, di cui certamente sapeva, in ognuno dei suoi libri. Alcuni hanno tentato di spiegare il silenzio di Flavio Giuseppe dicendo che egli desiderò rimanere nelle buone grazie dei romani e avrebbe omesso ogni episodio che avrebbe potuto rispolverare memorie imbarazzanti. Si potrebbe anche avanzare l'ipotesi che i cristiani avessero rimosso ogni osservazione e informazione che avrebbero potuto raffigurare il cristianesimo in un'altra maniera rispetto a come loro lo volevano raffigurato. Ciò non è impossibile, ma quelle spiegazioni sono niente più che supposizioni che non possono compensare il silenzio dei testi. Il fatto essenziale è che Flavio Giuseppe è muto su Cristo e sui cristiani; ed egli visse tra gli anni 37 e 100, ossia dopo la presunta predicazione di Gesù, durante il tempo in cui il cristianesimo sarebbe stato diffuso.
Altri scrittori ebrei che furono davvero ben informati e famosi al loro giorno rimasero a loro volta muti sulle origini del cristianesimo; Filone l'ebreo, che nacque 30 anni prima della nostra era e morì nell'anno 50, scrisse una Storia degli Ebrei che avrebbe dovuto menzionare  Gesù, Cristo, o i cristiani. In modo simile, Giusto di Tiberiade, che scrisse una Storia Ebraica fino all'anno 50, avrebbe dovuto menzionare gil eventi che accaddero attorno agli anni 29-30. È davvero sorprendente che quei due storici non fecero nessuna menzione di cristiani, di Cristo, o di Gesù; neppure qualche allusione indiretta ad eventi in cui essi sarebbero stati coinvolti. Comunque, la nostra sorpresa — legittima se un Cristo storico fosse esistito — scompare se Gesù fosse originariamente un dio settario.

NOTE

[27] J. M. Robertson, Christianity and Mythology, pag. 263, e The Jesus Problem, pag. 112.

[28] S. Reinach, Orpheus, pag. 334, § 31, Parigi, 1933.

[29] Did Jesus Live 100 B.C.? Londra, 1903. Sebbene anonimo, l'autore di questo libro fu G. R. S. Mead. Si veda anche Dict. of Christ and Gospels, II, pag. 877–822, l'articolo di Travers Herford. L'interpretazione dei passi talmudici riguardanti Gesù ha indotto frate Lagrange a scrivere che nei testi ebraici, la vita di Gesù si fa  a volte risalire al tempo di Alessandro Ianneo, a volte al tempo di rabbì Akiba, oppure più indietro ancora con un intervallo di più di duecento anni (Le messianisme chez les Juifs, 1909, pag. 28). Un altro autore osserva: Già in tempi antichi, stavano circolando tra gli ebrei crude favole sul conto di Gesù, in cui sembra che parecchi individui di diversi periodi sono stati confusi e amalgamati... La storia di Gesù nel Talmud è così confusa che i rabbini del Medioevo furono capaci, con le migliori intenzioni del mondo, di insistere che il Gesù del Talmud non fosse il Gesù cristiano. Isidore Loeb, “La controverse religieuse entre les Chrétiens et les Juifs au moyen-âge”, in Rev. Hist. des Relig., XVII, 1888, pag. 317.


[30] Joseph Klausner, Jésus le Nazaréen, Payot, Parigi, 1933.  Nostra sottolineatura.

[31] Nessuno dei tre manoscritti esistenti di Flavio Giuseppe risale a prima dell'11-esimo secolo. Origene (Contra Celsum 1:47) ci rivela che Flavio Giuseppe non credeva che Gesù fosse il Messia, ma Eusebio, attorno al 320, trovò un'affermazione del contrario nel suo testo di Flavio Giuseppe, che era stato “corretto” nel periodo intermedio.

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