sabato 23 settembre 2017

Un'Analisi delle Origini Cristiane (XIX) — Tre approcci razionalisti.

(segue da qui)

Tre approcci razionalisti.

La diversità degli approcci presi dalla critica razionalista illustra chiaramente che essa si trova di fronte a problemi che sono insolubili oppure dichiarati poveramente a causa dell'assenza di una base solida. Una critica indipendente sul soggetto dell'esistenza storica di Gesù può dividersi in tre tendenze.
La prima è che l'uomo Gesù non è esistito; il cristianesimo nacque senza di lui. Se noi abbandoniamo l'uomo e teniamo il dio, niente o davvero poco circa la religione cristiana sarebbe diverso; essa osserverebbe gli stessi rituali, gli stessi sacramenti, e le stesse preghiere, a malapena modificati e con quasi la stessa dottrina. Non ci sarebbe più nessun uomo che fu crocifisso e riportato alla vita (un miracolo che molti cristiani colti ammettono è solo simbolico); invece, noi ritroveremo un dio che morì e rinacque — un atto normale per un dio, in particolare all'inizio dell'era — un dio che può recare salvezza ai fedeli meglio di quanto può un uomo deriso e percosso. Quella è la ragione per cui Paul-Louis Couchoud afferma che Gesù è un dio trasformato in un uomo, e perché Prosper Alfaric ci assicura che Gesù è un mito.
Per i membri colti della seconda tendenza razionalista, in particolare Loisy e Guignebert, Gesù è esistito, ma non possediamo nessuna informazione affidabile circa di lui, perfino se quest'informazione appare esser storica in natura. Gesù è svanito interamente nel mito fino al punto dove non possiamo più rischiarare la sua identità. Tutto è come sarebbe se Gesù non fosse mai esistito. [26]
La terza tendenza razionalista avanza l'ipotesi di lavoro che Gesù era esistito, ma con l'infelice restrizione che egli non fu affatto l'uomo raffigurato nei vangeli. Egli sarebbe stato un ebreo fanatico, uno dei Sicarii che si ribellarono contro il sommo sacerdote e la maggioranza degli abitanti di Gerusalemme come pure contro il procuratore romano e i suoi legionari. Quest'uomo non fondò il cristianesimo, e il suo dogma non provenne da lui. Robert Eisler ha spinto quest'ipotesi piuttosto lontano. Turmel ha presentato una sua leggera variante.
Fondamentalmente, quelle tre tendenze razionaliste non sono così contradditorie come appaiono. La sola cosa che le separa è come spiegano i fatti. No c'è così grande differenza, dal punto di vista delle origini, tra un fondatore che non è esistito, un fondatore così oscurato dalla leggenda che non si può recuperare, e un capo ribelle che non cercò mai la salvezza spirituale di futuri cristiani gentili.
La Storia non ci è molto d'aiuto nel decidere tra quelle tre posizioni; ci fornisce solo l'argomento del silenzio che, di per sé, non è decisivo. D'altra parte, a dispetto delle nostre riserve circa il loro valore storico, potrebbero essere i libri del Nuovo Testamento, almeno indirettamente, a dirci in quale periodo apparvero i cristiani, le loro scritture, il dio Gesù e l'uomo Gesù.

NOTE

[26] Riguardo al Cristo di Loisy, il reverendo Padre Grandmaison dice: È come trovarsi di fronte a quelle raffigurazioni evanescenti che le mura di qualche catacomba perpetuano più che preservano... (Il Salvatore) diventa un blando personaggio, chimerico, anemico... (Jésus-Christ, II, pag. 198–199).

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