martedì 25 aprile 2017

Circa «Le mystère de Jésus» di Paul-Louis Couchoud (XII)

(Questa è la dodicesima e ultima parte della traduzione italiana di un libro del miticista Paul-Louis Choucoud, «Le mystère de Jésus». Per leggere il testo precedente, segui questo link)

RIASSUNTO DELL'OPERA:

 PARTE PRIMA:
L'ENIGMA

—I. UN EREMITAGGIO NEL GIAPPONE
—IV. MARCO
—VI. PAOLO
—VII. GESÙ

 PARTE SECONDA: 
IL MISTERO
—V. UOMO O DIO?

V. UOMO O DIO?

Chiunque tenterà di chiarire le origini cristiane dovrà prendere una grande decisione. Gesù è un problema. Il cristianesimo è l'altro. Egli non potrà risolvere l'uno dei due problemi se non rendendo l'altro insolubile.
Se egli si attacca al problema di Gesù, dovrà percorrere le vie di Renan e di Loisy. Dipingerà, con maggiore o minore quantità di colori, un agitatore messianico, un nabì del tempo degli ultimi Erodi. Gli attribuirà lineamenti verosimili onde poterlo integrare nella storia. Se egli è un abile critico, farà un ritratto plausibile, cioè tale da meritare da essere applaudito.
Ma il cristianesimo si leverà come un fatto inesplicabile. Come mai l'oscuro nabì si è mutato in Figlio di Dio, oggetto inesauribile del culto cristiano e della teologia cristiana? Qui ci troviamo fuori dalle strade aperte della storia. Mancano le analogie. Il cristianesimo è un'incredibile assurdità e il più bizzarro dei miracoli.
E se lo storico si dedica al problema del cristianesimo, si avvede che, fin dall'origine, la nuova religione consiste in una bella teologia che, dopo essere sbocciata nell'ebraismo, è fiorita fuori di esso. Nel cuore di tale teologia sta l'idea di un essere divino che riscatta l'umanità mediante un sacrificio espiatorio e deve fra poco apparire per giudicarla. Su questa concezione del divino poteva fiorire una grande religione.
Ma un Gesù storico diventa allora impossibile a sistemarsi. Nello slancio mentale che va dall'ebraismo al cristianesimo, dal servo martire di Isaia al Gesù di Paolo non si può intercalare l'adorazione di un uomo. Essa ripugna tanto allo spirito dell'ebraismo quanto a quello della nuova fede. Si deve prendere la storia di Gesù per una miniatura in margine di una dottrina, per un midrash mosso e colorito.
Poiché si deve scegliere, la scelta s'impone. Quello che rimane da spiegare, è il cristianesimo. E poiché la nozione di un Uomo-Dio non entra più in una testa moderna e si deve dissociarlo, lasciamo l'uomo e teniamo Dio.
O storici, non esitate a cancellare dai vostri elenchi l'uomo Gesù. Fate entrare il Dio Gesù. Immediatamente la storia del cristianesimo nascente sarà collocata al suo vero livello. Essa apparirà nuova ed elevata. Renan non le ha dato l'interesse che le spetta. Il vero storico non è “storicista”. Egli sa distinguere dai fatti positivi le idee che assumono aspetto di fatti per essere meglio comprese. Allo “storicista”, Gesù offre una materia ingrata e secca. Storici delle religioni e sociologi, a voi egli apporta uno studio inebriante ed infinito.
E voi, credenti, vi ostinerete a brandire sedicenti prove che feriscono voi stessi? Tempi nuovi sono giunti. Voi non potete più materializzare Gesù senza farlo impallidire e distruggerlo. Più voi proverete che egli è un ebreo storico, più preparerete discepoli a Renan.
Avrete voi paura di una realtà spirituale, voi la cui nobile funzione è quella di mantenere le realtà spirituali? Non affidatevi ad una dubbia leggenda. Quello che voi scambiate per il porto è un abisso mortale. Issate la vela! Andate al largo, dove vi sembra sia la tempesta! Queste onde vi porteranno uomini di poca fede!

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