giovedì 12 gennaio 2017

Sulla cattiveria del Gesù di carta (III)


INCARNAZIONE: Ogni cristiano è obbligato a credere che lo spirito che riempie l'universo della propria immensità un tempo si sia rimpicciolito in modo da riuscire a stare nella pelle di un ebreo. Ma nella metamorfosi non si è trovato bene; assicurano che non ci tornerà più.
Coloro che vorranno farsi un'idea chiara di questo mistero ineffabile troveranno di che essere soddisfatti nel seguente cantico di Simon Le Franc:

Del nostro primo padre il peccato
lui e la sua discendenza tutta rovinò:
e il dio bonario che al castigo fu ispirato
non in eterno la punizione, irato,
ma solo per quattromila anni perpetuò.

Passati questi anni, necessari a liberare
tutta la sua rabbia in un fugace accesso
la grazia giunse i destini a mutare
delle anime dannate e ignare
ora salvate dal dio stesso.

Volendo dunque al male della mela riparare,
disse così al figlio:
vai, corri a farti uomo, devi andare:
soffri, muori; e questi di rimando a replicare
con fermezza e dolce cipiglio:

Obbedisco, ma a voi devo in vero ricordar io
un fatto che non sente ragione;
come voi, mio caro padre, sono dio
diventar uomo, non è come pagare il fio
a un vescovo diventandone il garzone?

È un mistero, figlio mio: altolà,
credervi si deve con sottomissione.
Una madre vergine alla luce ti darà,
il mio Spirito Santo è pronto qua
ad eseguir l'operazione.

Non ho, proseguì, qualche angelo preposto
pronto a farmi una commissione?
Dove son dunque? Dovrò cambiarli tosto.
Oh, Gabriele, va' perchè tutto sia disposto
a realizzar l'incarnazione

L'angelo parte, sull'emisfero vola repente,
e alla moglie di un falegname si mostra attento.
Detto fatto, è un gioco, cosa da niente
è l'arte sua sbrogliar ogni accidente,
è il suo mestiere, il suo talento.

Lodi canta subito, entrando dice tutto
e in quanto angelo, di spirito è dotato;
di grazia il centro voi siete e, soprattutto,
benedetto sia del vostro ventre il frutto.
il gioco è fatto, l'alto volere attuato.
(Il Libero Pensatore Paul Heinrich Dietrich, barone d'Holbach, La théologie portative, 1768)

Sulla prima pagina è scritto:

Le lettere ingiallite e decrepite, polvere di secoli e secoli trascorsi.

La croce simbolo del dominio dei folli dementi e bastardi apologeti — e bugiardi per Cristo —, dondola sul cruscotto a ricordarmi l'eterna oscillazione delle fortune umane.

I nomi sono nomi di morti. Quelli di coloro che hanno percorso i tortuosi sentieri dell'allucinazione spacciata per santa rivelazione.

I secoli che abbiamo vissuto hanno seppellito per sempre l'innocenza del mondo.
Vi ho promesso di non dimenticare.
Vi ho portati in salvo dalla tirannia della croce.

Voglio tenere tutto stretto, fin dal principio, i dettagli, il caso, il fluire degli eventi. Prima che la distanza offuschi lo sguardo che si volge indietro, attutendo il frastuono delle voci, dei fanatici, le preghiere, gli anatemi. Eppure solo la distanza consente di risalire a un probabile inizio.

30 Era Comune. Un gruppo di ebrei ha delle allucinazioni. Si convincono in massa di vedere un angelo celeste. Che chiamano “Gesù Cristo”. E che considerano risorto dalla morte.

33 Era Comune. Le allucinazioni continuano. Cominciano a predicare in tre continenti diversi.

35 Era Comune. L'uomo chiamato Paolo ha anche lui delle allucinazioni. Si convince anche lui di vedere l'angelo Gesù Cristo. E di essere da lui predestinato. Va a Gerusalemme, dove attende di essere riconosciuto come apostolo anche dal primo
Pilastro. Se ottiene la sua amicizia, Paolo può convertire al suo Cristo un terzo di tutti i fratelli della Diaspora e non solo i pagani.

Fa la sua offerta: una colletta a favore dei “poveri” di Gerusalemme, in cambio del riconoscimento della sua missione. 
Sono i pagani convertiti dall'uomo chiamato Paolo a concedergli quel denaro. In cambio otterranno un certificato: l'apostolo li dispensa dal seguire la Torah.

Solo metà dell'incasso finanzierà i “poveri” di Gerusalemme. L'uomo chiamato Paolo userà il resto per fondare altre comunità di fratelli
in Cristo.

Paolo batte l'intero bacino del Mediterraneo orientale. Si ferma ad Antiochia, dove incontra per l'ultima volta il primo Pilastro. I fatti di Antiochia lo condannano agli occhi di tutti i Pilastri. Non può più metter piede a Gerusalemme.

60 Era Comune. L'uomo chiamato Paolo muore. I suoi seguaci, seppur così tanti, ora sono soli, senza più una guida. Ma i Pilastri sono dei figli di puttana: sanno che i pagani faranno di tutto per ricevere il battesimo. Perciò rivendicano la loro influenza d'un tempo nelle comunità visitate da Paolo. Non tollerano fratelli che non osservino per intero la Torah.

La circoncisione di così tanti nuovi fratelli in cerca di rassicurazione indigna a morte una minuscola accolita di iniziati, devoti seguaci dell'uomo chiamato Paolo. Non possono tollerare l'osceno vincolo della Torah imposto ai pagani dai giudaizzanti, con la circoncisione e i più rigidi scrupoli d'osservanza in bella vista.

70 Era Comune. Quelli accoliti leggono ad alta voce ai semplici “fratelli del Signore” un racconto della vita terrena di “Gesù Nazareno”, inventato in segreto di loro pugno.
Gli autori dello scritto saranno chiamati “Marco”. E saranno creduti. Con quel gesto ha inizio la leggenda di Gesù.

Un punto d'origine. Memorie che ricompongono i frammenti di un'epoca. La loro. E quella del mio nemico: il Gesù di carta.

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