lunedì 13 luglio 2015

Autocritica




CURIOSITÀ: Peccato gravissimo. Dio in passato condannò a morte il genere umano per la curiosità di una donna di conoscere il bene e il male. Questo prova che si rischia di contrariarlo enormemente quando si ha buon senso o quando si vuol sapere più di quanto i nostri preti non vogliono che sappiamo. 
(Il Libero Pensatore Paul Heinrich Dietrich, barone d'Holbach, La théologie portative, 1768)

Il mio errore è stato quello di esagerare fin troppo il ruolo coperto da Marcione e dai marcioniti, sull'onda del facile entusiasmo del prof Vinzent (che sospetterei di malcelato idealismo).  Ma è necessaria un'autocritica, che consiste precisamente nel ridimensionamento del ruolo storico di Marcione, almeno per quanto riguarda la creazione del primo vangelo. 

Storicamente, Marcione fu colui che restituì alla luce, preservandolo così fino ai nostri giorni, un vangelo che rischiava di finire eclissato dietro i nostri vangeli canonici (già noti a Marcione), brandendolo fieramente contro i folli apologeti proto-cattolici e applicando ad esso una lettura favorevole alla sua teologia «eretica» (che dunque non era quella dei reali autori di Mcn).

Dunque l'umanità deve fondamentalmente due cose a Marcione:
1) la «riscoperta» delle lettere paoline (anche se è sempre più dubbio, ai miei occhi, fino a che punto si trattava di una reale riscoperta, dato che anche Joseph Smith «riscoprì» il Sacro Libro di Mormon).
2) la preservazione, l'utilizzo e l'interpretazione - ma non la creazione e perciò tantomeno l'interpretazione originaria - del vangelo che fu all'origine di tutti i nostri vangeli esistenti. 

Nel giugno 1829, Oliver Cowdery, David Whitmer, e Joseph Smith ricevettero dall'angelo Moroni le tavole d'oro.
Mcn non solo non riflette la teologia marcionita, ma non ha nulla a che fare con Marcione per niente; è stato solo ricevuto e letto da Marcione e dai marcioniti.

Chissà allora se quel vangelo poneva in una luce più favorevole il dio e le scritture ebraiche (senza peraltro farlo esplicitamente, pena di impedirne l'uso presso i marcioniti). Non potrò saperlo subito. Infatti, la traduzione in inglese di questo libro fondamentale per la soluzione al problema sinottico sarà disponibile, come comunicatomi personalmente dal suo stesso autore, non prima dei prossimi due anni. Quindi avrò da pazientare parecchio prima di mettere le mani finalmente sulla probabile migliore ricostruzione del Più Antico Vangelo e farmi così l'idea conclusiva su chi per primo introdusse al mondo il ritratto letterario di Gesù (che fu chiamato Cristo).

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