venerdì 26 giugno 2015

Sull'ira del Dio Creatore

‘‘Il velo del tempio si squarciò a metà.’’ (Luca 23:45)



A quanto pare, quella che nel mio precedente post era solo una mia semplice supposizione trova precisa conferma nelle parole di un riscopritore recente di Marcione, la biblista Judit M Lieu (università di Cambridge).

La quale così scrive:
Verosimilmente, Marcione potrebbe essersi sentito a disagio con ogni suggestione che Gesù fosse crocifisso come ''Re dei Giudei'' o come il Messia ebraico; secondo la testimonianza di Tertulliano Pilato gli aveva domandato se lui fosse il Cristo, non se lui fosse Re dei Giudei, mentre secondo Epifanio Marcione sostituì l'accusa contro Gesù di 'affermare di essere Cristo un Re' con 'e distruggere la Legge e i profeti' (Luca 23.2-3); in modo simile, Epifanio aveva già dichiarato che Marcione omise la dettaglata predizione della passione in Luca 18.31-3, che comprende la derisione e la tortura. 
 L'effetto di tali omissioni sarebbe contrassegnata per la crocifissione principalmente dalla drammatica oscurità; per Tertulliano questo non ha senso - di sicuro la creazione dovrebbe godere della morte dell'oppositore del Creatore - ma Marcione poteva senza dubbio offrire una interpretazione più congeniale, forse che si trattava di un segno della disfatta dei poteri del Creatore. A differenza di Epifanio,Tertulliano allude anche allo squarciamento del velo del Tempio, causato, racconta, dalla violenta uscita dell'angelo che abbandona 'la figlia di Sion' (AM IV.42-5).
È incerto se questo rappresenta la sua personale interpretazione oppure qualcosa che era nel testo a lui di fronte; una tale tradizione è presente in una varietà di forme nel secondo e terzo secolo, in certi casi a significare la fuoriuscita della presenza o spirito di Dio dal Tempio. Questo prende una forma originale nella testimonianza su Marcione di Eznik di Kolb, dove il Creatore oscura il Sole e strappa 'la sua veste e la cortina del suo Tempio' in collera a causa dell'inganno giocatogli (
De Deo 358).

(Marcion and the Making of a Heretic, pag. 217-218, mia libera traduzione e mia enfasi)

Ho indagato più in profondità a proposito di questo interessante Eznik di Kolb e del suo Trattato su Dio.

Trovando questo suggestiva versione della mitologia marcionita che corrobora perfettamente la mia opinione:
Egli mandò il suo Figlio per redimerli ed 'assumere le sembianze di uno schiavo e venire in essere nella forma di uomo' [Filippesi 2, 7] in mezzo ai figli del Dio della Legge. 'Guarisci' disse 'i loro lebbrosi e ridai vita ai loro morti e ridai la vista ai loro ciechi e opera molte grandi guarigioni come un dono per loro, affinché il Signore delle creature possa vederti ed essere geloso e inchiodarti su una croce.'

'E poi essendo diventato morto tu scendaerai nell'Ade (o, Inferno) e resusciterai loro colà perché non è consuetudine per l'Inferno accettare la vita nel suo seno. E per lo stesso motivo tu andrai fino alla croce in modo che tu possa rassomigliare ai morti e in modo che ti si spalanchi la bocca dell'Inferno per entrare nel mezzo di esso e svuotarlo.'

E quando egli fu sollevato sulla croce, dicono, scese nell'Inferno e lo svuotò. E dopo aver resuscitato le anime ddal profondo di esso egli li condusse al terzo cielo, da suo Padre.

E il Signore delle creature divenuto adirato, nella sua ira si stracciò la veste e la cortina del suo tempio. Ed egli oscurò il suo Sole e rivestì il suo mondo nell'ombra. E nella sua afflizione si prostrò nel lutto. Poi, quando Gesù scese per la seconda volta nella forma della sua divinità al Signore delle creature, recò un'accusa contro di lui a causa della sua morte.

E quando il Signore del mondo vide quella divinità di Gesù, scoprì che esisteva un altro Dio oltre a se stesso. E Gesù gli disse: 'Io sono in lite con te, e non ci sia giudice tra noi, se non le leggi che tu hai scritto.'

E dopo aver posto la legge al centro, Gesù gli disse: «Non hai scritto nella tua Legge: 'Chiunque ucciderà morirà,
(si veda Num 35,30-34)?' e 'Chi sparge il sangue di un giusto, il suo sangue sarà sparso (Gen 9:6)?' "Ed egli disse: 'Sì, io l'ho scritto'.

E Gesù gli disse: "Allora consegnati nelle mie mani, in modo che io possa ammazzarti e versare il tuo sangue, perché a ragione io sono più giusto di te, e grandi favori ho io conferito sulle tue creature". E cominciò a d enumerare quei favori che aveva elargito sulle creature di quel dio.

E quando il Signore delle creature si accorse che egli aveva ottenuto la vittoria su di lui - non sapeva cosa dire in risposta, perché secondo la sua stessa legge egli era condannato; e neppure egli trovò una risposta da dare perché emise la condanna in cambio della sua morte - così dopo esser caduto in supplica, pregava per lui "Poichè io peccavo e ammazzavo te per ignoranza, perché non sapevo che tu fossi un dio, ma piuttosto ti consideravo un uomo, siano dati a te in cambio, per risarcimento, tutti coloro che vogliono credere in te da prendere dovunque tu voglia".

Così Gesù avendolo liberato, portò via Paolo da quelli impressionati, e rivelò a lui i loro prezzi, e lo mandò a predicare che noi siamo stati comprati ad un prezzo, e tutti coloro che credono in Gesù sono stati venduti da quel dio Giusto al dio Buono.

Questo è l'inizio della setta di Marcione, tralasciando molti dettagli - e quello che non tutti sanno, ma piuttosto solo pochi tra loro, ed essi trasmettono quella dottrina l'uno all'altro per via orale. Essi dicono: Mediante il prezzo dello Straniero noi siamo stati acquistati dal Signore delle creature', e 'Come o in che modo accadde l'acquisto, questo nessuno lo sa.'

(Eznik di Kolb, De Deo, 358, mia libera traduzione e mia enfasi)
Così la Lieu commenta la versione di Eznik riguardo all'ira del Demiurgo a causa della crocifissione di Gesù.
La croce diventa il mezzo mediante cui il figlio discende nell'inferno a liberare i morti; il Dio della Legge, o 'delle creature', che reagisce con furia, allora rapidamente si ritrova incastrato nella sua stessa trappola, condannato dalla Legge a causa della sua stessa condanna di colui che era non solo giusto ma divino (De Deo 358).
...
È possibile concludere da questo che la storia in ultima istanza risale ad una fonte marcionita...

(pag. 177, mia libera traduzione)

Questo appare particolarmente interessante alla luce del fatto che in Luca (e perciò anche in proto-Luca alias Mcn) l'eclissi di Sole e la divisione del velo del Tempio sono una conseguenza non della morte di Gesù (come accade invece nei protocattolici vangeli di Marco e di Matteo) ma della stessa crocifissione.
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà.
Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio
spirito». Detto questo, spirò.

(Luca 23:44-46)

Esiste una differenza?

Certo, se si considera l'ira del Creatore alla sua realizzazione di quel che stava davvero accadendo alla crocifissione del Figlio:

Per la prima volta il Creatore - permettendo la crocifissione di un apparente  pretendente davidico, cioè Gesù il ''Figlio di Giuseppe'' - stava punendo ingiustamente un essere GIUSTO.

Egli non lo aveva mai fatto prima di allora. Il Demiurgo aveva sempre esercitato severamente la sua ferrea Giustizia, ricordando all'umanità e in particolare al suo popolo eletto, Israele, che anche la minima infrazione ad un solo iota della Legge comportava fatalmente la meritoria 'giustificazione' di ogni male materiale e morale all'interno della propria Creazione.
Nessuno era esente da colpe, nessuno era veramente giusto in cuor suo, perciò ognuno meritava il proprio fato di morte e di sofferenze. Era letteralmente impossibile, proprio come recitava l'apostolo Paolo, obbedire alla Legge. Perchè la lettera della Legge uccideva, e avrebbe ucciso per sempre, per tutto il tempo in cui avrebbe trovato trasgressori umani di essa.

Ma con Gesù era diverso.

Non so al momento se questo pezzo di Luca fosse presente in Mcn, ma lo cito egualmente:
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
(Luca 23:39-41)

Come pure questo:
Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo:
«Veramente quest’uomo era giusto».

(Luca 23:47)

Confermando i sospetti iniziali del buon Pilato:
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte.
(Luca 23:13-15)

L'innocenza di Gesù non era un'innocenza umana, ci tiene a dire il Più Antico Vangelo. Perchè non esiste praticamente un'innocenza umana. Tutte le creature del Demiurgo non sono innocenti. L'innocenza di Gesù è vera perchè è un'innocenza innaturale, aliena, in una parola: divina.

Per la prima volta la Legge del Creatore è resa non solo inoffensiva, ma si ritorce contro lo stesso Creatore. Ora anche lui è IN-GIUSTO in virtù di quella stessa Legge, avendo permesso la morte dell'Innocente per eccellenza. Il Demiurgo era riuscito nella mirabile impresa di punire ingiustamente l'UNICO essere che NON meritava di morire.

L'ironia è che Pilato, riluttante a condannare l'Innocente, perfino lui, Pilato, il famigerato Pilato noto per i suoi crimini di guerra, risulta ora, pur nella sua ovvia colpevolezza (che i lettori di Mcn avrebbero riconosciuto al volo avendo letto Flavio Giuseppe), meno colpevole dello stesso Demiurgo.

Pensa ad Adolf Eichmann, lo Sterminatore per antonomasia. Pensa ai criminali di guerra nazisti processati a Norimberga. Ora il Creatore si trova nella stessa posizione, se non peggio. Non ha scusanti. Non può difendersi. Il nero della sua anima è più forte della luce del Sole da lui creato insieme al resto del cosmo. La sua unica ''salvezza'' ormai è rimanere ignorante dell'ingiustizia commessa.

Ma i proto-cattolici non erano ignoranti. Conoscevano cosa avevano fatto gli 'eretici' marcioniti del loro amato dio Creatore. E ne rimasero letteralmente inorriditi e sgomenti.

Così Stuart Waugh:

L'esistenza di un campo nel cristianesimo, che accettava ed interpretava le Scritture del popolo ebraico ed era in competizione con il campo marcionita ed eretico non impedisce [da parte di quest'ultimo] una critica del giudaismo (della religione e soprattutto del suo Dio tribale). In effetti quasi lo richiede, al fine di sconfiggere quel campo proto-ortodosso. Ma era [una critica] teologicamente guidata, non etnicamente. Il vero antisemitismo richiede un odio etnico. Che manca qui.

Ciò che è affascinante per me, tuttavia, è che il campo ortodosso invece di rifiutare direttamente la critica decise invece di deviarla da loro stessi sui reali ebrei. Questo dimostrava che vi era un imbarazzo per l'associazione e il desiderio di prendere le distanze. Questo significava anche c'era la necessità di fare a meno della lettura allegorica dei passaggi. Ciò iniziò il processo di spostamento verso il vero antisemitismo.
(mia libera traduzione e mia enfasi)

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