lunedì 30 marzo 2015

Un possibile motivo del profondo Silenzio sul Gesù «storico» nelle Epistole

LIBERTÀ DI PENSIERO: Va repressa con il più severo rigore. I preti sono pagati per pensare, i fedeli non devono fare altro che pagare generosamente chi pensa al posto loro.
(Il Libero Pensatore Paul Heinrich Dietrich, barone d'Holbach, La théologie portative, 1768)
Se Marcione non fu dunque l'autore di Mcn ma solo il suo legittimo custode (del tutto consapevole dell'esistenza dei 4 vangeli canonici e probabilmente pure della tendenziosa propaganda protocattolica di Atti degli Apostoli) allora lui si limitò a passare per il primo collettore delle ''lettere'' paoline e dunque del primo Nuovo Testamento (comprensivo delle sue Antitesi). Alcune delle lettere paoline furono scritte da autori della stessa scuola marcionita prima di Marcione (questo spiega perchè solo i marcioniti ne erano in possesso). Marcione invece fu probabilmente l'autore, tra le altre lettere attribuite a ''Paolo'', almeno della fondamentale Lettera ai Galati.

Sorge spontanea allora la Domanda delle Domande: se Marcione fu l'autore di Galati, per quale motivo, pur essendo egli a conoscenza di ben 5 vangeli, le lettere originali di ''Paolo'' scritte di suo pugno mostrano un così scarso interesse, se non addirittura ignoranza, di un ''Gesù storico'' quale quello già inventato, al tempo di Marcione, dai letteralisti cattolici a loro uso e consumo?

Una possibile risposta si trova indirettamente nel Più Antico Vangelo, Mcn, ovvero il vangelo usato da Marcione e dai marcioniti prima e dopo di lui. In quel vangelo chi era reso degno della conoscenza del Gesù terrestre era ipso facto condannato all'ignoranza del suo vero messaggio e della sua vera identità. Tracce in tal senso si riscontrano ancora nel vangelo protocattolico che fu scritto per prima in reazione a Mcn, ovvero Marco. Il Gesù di Mcn si era fatto conoscere dai 12 sulla Terra solo per vederli uno dopo l'altro cadere vittima di concezioni errate sul suo e sul proprio conto. Per Marcione, la conoscenza del Gesù apparentemente ''secondo la carne'' si era rivelata evidentemente d'ostacolo alla ricezione del paolino ''suo Figlio in me''.
Il Gesù di Mcn era venuto non per espiare il Peccato Originale dell'umanità e neppure per rivelare il vangelo del Dio Straniero, ma unicamente per pagare al Demiurgo il prezzo delle anime di coloro che si aprono alla conoscenza del Vero Dio: non esattamente le anime dei 12 apostoli o di Giovanni il Battista, le quali in piena coerenza sarebbero sprofondate nello Sheol perchè autoillusesi fino alla fine di aver conosciuto il Messia di YHWH e non del Dio Ignoto.

Ne consegue che il Vero, Genuino Messia del Dio d'Amore lo si poteva vedere solo con gli occhi del cuore. Anticipando Pascal, Marcione avrebbe sottoscritto la sua massima: il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce. E non conosce non solo perchè chi vide Gesù sulla Terra si ingannò sulla sua vera identità, reputandolo il mero Messia ben Joseph oppure il mero Messia ben David. Ma perchè in realtà non c'era mai stato un Gesù storico sulla Terra fin dal principio.

Aver conosciuto il Gesù apparentemente umano, oltre che azione possibile unicamente nel mondo della fiction (e della fiction evangelica), non era affatto agli occhi dei marcioniti sicura garanzia di migliore ricezione del Vangelo del Signore: ma semmai del suo contrario, visti il biasimo e la figuraccia che i 12 si erano attirati agli occhi di Marcione in quanto rei di tradimento del vero messaggio di Gesù.

Ne consegue anche che la Vera Rivelazione del Dio d'Amore e del suo prezioso Figlio fosse tanto più pura e incondizionatamente autentica quanto più non mostrava segno alcuno di essersi sporcata dell'immagine del Gesù apparentemente umano, apparentemente ''secondo la carne'', quella ricordata a suon di antitesi midrashiche nel Più Antico Vangelo (ad eterna condanna di chi ne fraintese colpevolmente o suo malgrado il vero messaggio e la vera missione sulla Terra, ovvero i 12 apostoli in primis). In questo Marcione è fedele parzialmente all'antica concezione ebraica che prevedeva una rapida morte per chi avesse osato guardare anche solo di striscio il volto di Dio. Quella concezione fu radicalizzata al suo estremo esito dagli gnostici: lo gnostico Uomo di Luce o Uomo Primordiale (al di là se fosse poi stato chiamato Seth o Gesù o Attis nelle sue varie istanze locali), qualora fosse penetrato nella sfera arcontica del demiurgo senza infingimenti di sorta, avrebbe come d'incanto distrutto tutto ciò di materiale che lo avesse circondato, perchè costituente l'esatto contrario della sua Vera Gloria di Luce. C'è da dire che i 12 non perirono alla vista del Figlio perchè il Figlio era (volutamente) solo un fantasma o ologramma in sembianze umane (e non era Dio, ma la sua diretta emanazione). Ma perfino così, perfino se non perirono, rimasero condannati all'ignoranza della vera natura del Figlio e del suo vero Padre, il Dio d'Amore. Ecco perchè dunque le lettere di ''Paolo'' non mostrano deliberatamente - anzi quasi spontaneamente - segni di conoscere il Gesù disceso sulla Terra ''in apparenza di uomini'' ma solo il Gesù celeste nella sua Vera Gloria e imago dei. Paradossalmente, con la sua ostentata ignoranza del Gesù evangelico, il leggendario Paolo può gloriarsi della vera conoscenza di Gesù Cristo: è all'opera un'altra delle classiche antitesi marcionite, qui. Se l'autore delle epistole avesse alluso un pochettino più esplicitamente del solito al Gesù docetico descritto in Mcn durante la sua breve discesa sulla Terra già adulto ''nel quindicesimo anno di Tiberio'' ecc., avrebbe colpevolmente inquinato, anche se solo di poco, la severa purezza della Rivelazione Divina concessa all'Unico & Vero Apostolo, ossia Paolo.

Questo è anche il motivo per cui, quando le medesime lettere paoline caddero in mano cattolica, i falsari protocattolici fecero parecchia attenzione a non sporcare quelle lettere con allusioni storiciste leggermente più esplicite (salvo poi abbandonarsi goffamente a quella tentazione quando dovevano forgiare una pastorale interamente ex novo): tentare qualcosa del genere sarebbe stato denunciato quasi automaticamente per l'opera dell'interpolatore di turno e non per la voce del Verus Paulus. L'interpolatore, oppure l'autore in persona della lettera paolina, poteva inserire indisturbato solo un'allusione al Gesù terrestre, ovvero ai veri responsabili della sua morte: vale a dire gli ebrei (si veda ad esempio 1 Tessalonicesi 2:14-16) - un forte indizio che gli assassini erano loro fin dal mito più antico?
Anche la protocattolica Lettera agli Ebrei ci tiene a non fare allusione al Figlio ''secondo la carne'' pena altrimenti il tradire facilmente la propria origine non paolina.
Per quanto riguarda l'inno chiaramente gnostico ai Filippesi, il fatto che in esso il Figlio riceva nome Gesù solo dopo la resurrezione è la prova ai miei occhi che i marcioniti manifestarono l'intenzione di cooptare la figura messianica di Gesù nella loro teologia, mediante l'identificazione dello gnostico Uomo di Luce con il Messia Gesù, solo DOPO che già un'altra comunità avesse fatto dell'assassinio del Messia davidico Giosuè il suo personale mito fondativo. Ma quale fu quest'altra comunità e come si originò il suo antico credo richiederà un altro post.

Nessun commento: