giovedì 8 maggio 2014

Di quello che hanno colpevolmente trascurato finora i folli apologeti e gli storicisti tutti

Il punto principale che emerge dalla ''guerra di Gesù'' che ha raggiunto punte massime nella blogosfera anglosassone (e che probabilmente tra non molto riesploderà), è che gli scettici accusano il metodo degli accademici del Nuovo Testaemnto, non si limitano soltanto a sottolinearne le reciproche discrepanze contradditorie tra un ritratto o un altro di un ''Gesù storico''. 


Ad esempio, riconosco un sintomo, per nulla insignificante, del loro metodo difettoso nei loro ripetuti tentativi di dimostrare l'esistenza della fonte Q, se non per mera estrapolazione. Più cherry picking di così?


D'altra parte, l'ipotesi di Farrer-Goulder o la teoria di Goodacre oppure la priorità di Marcione può venire dimostrata in primo luogo comprendendo gli antichi stili di scrittura ed in secondo luogo illustrando prima come Matteo espanse Marco per poi mostrare come Luca utilizzò sia Marco sia Matteo. L'ipotesi Q semplicemente non è più necessaria quando diventi in possesso di un più stabile e stabilito pattern di evoluzione letteraria. Quindi tutto dipende dal metodo scelto.



Gli storicisti e i folli apologeti condividono una caratteristica con i Creazionisti dalla più dura cervice: l'idea che la Bibbia debba a tutti i costi contenere un nucleo storico sotto mentite spoglie.
I Creazionisti credono ciecamente alla storicità del libro della Genesi e dell'Esodo, in percentuali variabili. Tutte le loro ''dimostrazioni'' del Disegno Intelligente, tutte le loro ''confutazioni'' dell'evoluzionismo, partono da quella fondamentale premessa.
I folli apologeti fanno lo stesso con i vangeli: almeno il 10% del loro contenuto DEVE essere storico, non può non esserlo, e solo e soltanto su quella fondamenta si deve costruire.
Poichè purtroppo non hanno nient'altro che i vangeli, per sembrare seri quando in realtà non lo sono affatto i folli apologeti sono costretti ad impiegare qualche forma di criteriologia per distinguere il mito dalla Storia nei vangeli. Ma anche i Creazionisti operano allo stesso modo quando non sono così DEMENTI da credere che la Genesi sia al 100% Storia, perciò apprestandosi con tutti i mezzi a seguire dei ridicoli criteri farsa per ''estrapolare'' dall'allegoria qualcosina da leggere alla lettera.

Ovviamente i folli apologeti non si azzarderebbero mai ad applicare i loro stupidi criteri ai numerosi vangeli gnostici, agli Atti di Giovanni, o agli Atti di Pietro. A che serve? Sono già a priori ''non storici'', come i vangeli sono a priori ''storici''.

Il problema dei Creazionisti è che minano dalle fondamenta l'intero metodo scientifico. I miticisti invece, nelle loro critiche degli storicisti, stanno semplicemente seguendo la medesima metodologia seguita da qualunque storico esperto di un settore che non sia il I secolo della nostra era, allorchè non partono col credere a priori che anonime & patetiche allegorie contengano per forza ''Storia ricordata'', quasi che quella Storia sia così evanescente da aver bisogno, per manifestarsi, del fasullo ''ricordo'' dei folli apologeti (o sarebbe meglio chiamarlo non ricordo, ma FEDE ???? ).



Si prenda il Giosuè biblico del Tanak. Per molto tempo si è pensato che fosse ''storico'', ricordato da testimoni affidabili, preso come inevitabile premessa in ogni ricostruzione dell'antica storia di Israele. Ma poi ci si accorse che questo racconto anonimo della trionfante invasione di Canaan era solo semplicemente, tutta finzione. Quel Giosuè non invase per nulla Canaan alla testa di Israele e nè insediò il suo popolo nella loro nuova patria. Gli studiosi dell'Antico Testamento hanno da tempo realizzato, nel giro di una ventina d'anni, che non ci si può basare su un racconto anonimo per ricostruire la Storia autentica. Occorre innanzitutto una fonte primaria e solo in secondo luogo basarsi su racconti anonimi ma a patto che siano indipendenti tra loro, corroborati a sufficienza dalle fonti primarie o da qualsiasi altra narrazione il più possibile imparziale e meno interessata a creare un glorioso Mito fondativo.

Il libro di Giosuè è anonimo e scritto in terza persona. Ed è l'unico che ci parla di Giosuè.
Il vangelo di Marco è anonimo e scritto in terza persona. Ed è l'unico che ci parla di Gesù, essendo i vangeli successivi solo mere espansioni teologiche del primo.
Sia Giosuè che Marco possono essere collocati in un qualsiasi punto di un intervallo di tempo piuttosto lungo, anche se ben delimitato. 
Oramai il consenso unanime sul libro di Giosuè è che si tratta di un Mito fondativo delle origini.
 Sul vangelo di Marco d'altra parte continua a non esserci affatto consenso neppure sulla sua vera natura, eppure ormai in misura sempre più crescente tutti riconoscono che presenta elementi di puro intrattenimento letterario, ironia e allegoria in primis. Il libro di Giosuè è scritto in aramaico, la lingua che avrebbe parlato il suo protagonista se soltanto fosse esistito. Marco è scritto d'altra parte in greco e il personaggio di cui parla, se esistito, avrebbe parlato invece in aramaico.

In mancanza di prove esterne per il libro di Giosuè e per il vangelo di Marco, non sono semplicemente costretto a credere nella storicità di un Giosuè o di un Gesù.  Di certo non potrei affatto ignorare che i rispettivi autori di quelle due opere scrivono quello che in realtà LORO vogliono farci credere, non quello che accadde veramente nel mondo reale. Posso intuire un sacco di cose su questi due autori e sulle loro visioni del mondo, ma non posso dire altrettanto del contenuto delle loro opere.

Se il verdetto accademico su Giosuè recide alla radice ogni pretesa di storicità di quel personaggio letterario, di certo quel verdetto non va a rallegrare chi vorrebbe credere all'esistenza di un qualche nucleo storico dietro il vangelo di Marco. I folli apologeti tuttavia persistono imperterriti ad ipotizzare già in partenza quello che vogliono concludere: che Gesù sia storico e si può recuperare in qualche modo dai vangeli un suo auspicabile ritratto. I miticisti non partono con quell'ipotesi, al contrario. I folli apologeti devono riconoscere umilmente il loro enorme difetto.


Se la storicità di Gesù dev'essere difesa come l'hanno difesa finora contro i miticisti Bart Errorman, Maurice Casey, o Mauro Pesce, allora la storicità è morta.

Due possibilità potrebbero sovrapporsi tra loro, ma non sono la stessa cosa:

1. i vangeli sono storicamente inaffidabili e descrivono un personaggio mitologico.
2. il cristianesimo è nato con visioni e rivelazioni celesti di un personaggio mitologico.

I quattro vangeli canonici selezionati dalla chiesa che vinse e soffocò e/o fagocitò le altre chiese rivali nel corso del secondo e del terzo secolo potrebbero davvero essere del tutto mitologici, ma questo non implica automaticamente che il cristianesimo stesso iniziò con le visioni di un'entità mitologica.

Gli agnostici sono propensi a credere all'esistenza di un Gesù storico solo per il rotto della cuffia: al 51% delle probabilità. Ma d'altra parte si domandano: una volta che ti sbarazzi di tutti gli elementi mitologici, ciò che rimane è un esercito sterminato di candidati ad indossare le scarpe, o meglio i sandali, di un ipotetico Gesù storico. Questo non solo impone una legittima posizione agnostica. Ma dimostra che il semplice ipotizzare un Gesù storico è purtroppo, aihmè, qualcosa di infalsificabile a priori.




Se non si inquinano le più antiche epistole cristiane con il materiale evangelico successivo, non si riuscirà neppure a sapere QUANDO potrebbe essere esistito un eventuale Gesù storico ipotizzato dietro il Gesù riferito dalle epistole. Persino il ''crocifisso da Ponzio Pilato'' potrebbe rivelarsi per quello che è: un dogma successivo. Persino l'ipotesi che Paolo incontrò contemporanei di Gesù -- a cominciare da suo fratello Giacomo che Bart Errorman pretende di aver conosciuto di persona -- tradisce ancora una volta il medesimo vizio apologetico di ipotizzare gratis la veracità dei vangeli.
Persino il nome stesso di ''Gesù'' potrebbe essere un nome teologico dato al vero ''Gesù'' storico.

Eliminare i vangeli come inaffidabili non consegna la vittoria tout court ai miticisti, ma rende solo giustizia agli Jesus Agnostics che ancora scommettono sull'esistenza di un uomo, seppure perduto per sempre, all'origine dell'intera vicenda. Al momento neppure io ho abbastanza prove per scegliere una precisa direzione.

Sottopongo un quiz al lettore.


Supponi di avere solo quattro racconti anonimi di una battaglia, tutti scritti decenni dopo l'evento e tutti in contraddizione l'un con l'altro, privi di prove esterne, nessuna iscrizione, nessuna traccia militare, nessun cadavere o nessun teschio fracassato ritrovato sul campo di battaglia, nulla di nulla che possa anche solo in minima misura provare la verità di quei racconti anonimi. Quale pensi che sarà la tua conclusione?


Ma non è finita: aggiungi pure che quei racconti anonimi della stessa battaglia, di terza e quarta mano, non provati da nulla, e assolutamente contradditori, presentano anche varie descrizioni della dea Atena che appare sul campo di battaglia a esortare i suoi, e del dio Ares che compare per ammazzare chi vuole, e del dio Apollo con tanto di cetra in mano....

Che cosa pensi che debba fare un vero storico degno di questo nome?
Secondo te, cosa farebbe un vero storico di fronte a tutto questo desolato scenario?

Ma non è ancora finita: supponi per di più che quei racconti anonimi della stessa battaglia, di terza e quarta mano, non provati da nulla, e assolutamente contradditori, con tanto di Atena, Ares e Apollo che intervengono nella battaglia chi in un modo chi nell'altro, subiscano anche una lunga vicissitudine di continua e costante redazione e manomissione, con interpolazioni inserite qua e là da varie comunità diverse e con diversi interessi in diversi momenti temporali e persino in contesa esplicita tra di loro, per promulgare ciascuna a suo modo una particolare interpretazione politica in merito alle azioni di Atena, Ares e Apollo sul campo di battaglia.

Qual è onestamente il tuo pensiero? Pensi di aver ragione a ipotizzare di nuovo e ancora di nuovo che quei quattro documenti anonimi contengano qualcosa di storico relativo al loro contenuto e che non si riferisca ai loro autori?


Eppure anche i quattro vangeli canonici sono scritti in terza persona e non da testimoni che avrebbero parlato in prima persona, ma da autori onniscienti e a conoscenza del greco, i cui nomi si odono la prima volta attorno al 180 EC, e da parte di un apologeta cristiano, e a scopi puramente anti-eretici. Prima di allora, al di là di quale vangelo fosse la fonte, la sola espressione per indicarla era ''il vangelo'', senza mai menzionare i nomi di Marco, Matteo, Luca e Giovanni.


Vangeli anonimi. Nessuna ragione per credere al loro contenuto. Totale ignoranza sulla precisa identità dei loro autori. All'oscuro dell'identità dei loro originari lettori. Senza sapere persino dove furono scritti. Neppure quando furono scritti. Nulla di nulla.

Il primo vangelo era un'allegoria teologica, una satira, una Storia ricordata, una commedia, un'enorme presa per il culo? Non ne ho nessuna idea. E non ho nessun riferimento ai ''discepoli'' di Gesù nelle epistole del Nuovo Testamento. Nessuno. Solo a ''coloro che sono mandati'', ossia gli apostoli. Ma niente discepoli.

Se avessimo tra le mani solo le lettere del Nuovo Testamento, non avremmo alcuna ragione di pensare che il Gesù di cui stanno parlando quelle lettere fosse un predicatore girovago che finì crocifisso perchè
''i giudei'' erano parossisticamente gelosi della sua popolarità.


E la cosa ancor più ridicola, autentica ironia della sorte, è che proprio quando si decantava LA PRIMA VOLTA nei vangeli l'enorme popolarità manifesta di questo ''carismatico'' Galileo,  fa la sua comparsa in scena l'''eresia'' dello gnosticismo. Tutta concentrata nello svelare le ''segrete dottrine'' e i più reconditi  significati allegorici ''di Gesù''. Pensi che si tratta solo di una banale coincidenza?