lunedì 28 aprile 2014

Del perchè nessun discepolo di Gesù viene battezzato da Gesù nel vangelo

Un leitmotiv dei folli apologeti è insistere che gli autori dei vangeli erano seriamente imbarazzati dal battesimo ricevuto docilmente da Gesù da parte di Giovanni il Battista

Secondo loro, perfino Marco avrebbe scritto un'intera apologia (e non, si badi bene, una mera allegoria) per nascondere o minimizzare questo imbarazzo. L'apologia di Marco consisterebbe in quella frase attribuita a Giovanni il Battista:
E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali.
(Marco 1:7)

Mentre posso riconoscere che da Matteo in poi erano davvero imbarazzati da quell'episodio udito la prima volta nel vangelo di Marco, non sono tuttavia affatto propenso a ritenere che ci sia imbarazzo anche nel primo vangelo.

E mi colpisce anzi una particolare stranezza del vangelo.


Chi sapeva che Gesù si era fatto battezzare da Giovanni il Battista?


Nel vangelo di Marco Gesù è un totale signor Nessuno fino a dopo il battesimo, e nè diventa famoso A CAUSA del battesimo. Nessuno conosce Gesù, neppure quando inizia la sua predicazione nella sinagoga di Cafarnao (Marco 1:27-28) e nè Gesù fa di tutto per farsi conoscere: infatti chiama i suoi discepoli solo dopo la sua permanenza in solitudine nel deserto per la bellezza di quaranta giorni. E dopo il battesimo.

E solamente dopo che Giovanni il Battista è sbattuto in prigione Gesù esce un pochettino dall'ombra chiamando i suoi primi discepoli. Allora come riescono i discepoli a capire che Gesù fu battezzato da Giovanni il Battista? Dov'erano quando Gesù si fece battezzare? Erano forse lì accanto quel giorno a testimoniare l'accaduto?

In realtà nessun vangelo sembra ostentare il minimo sentore o la minima notizia di un vero, reale battesimo di Gesù per opera di Giovanni il Battista, al Giordano.

Perfino se volessi recitare per finta il ruolo dello storicista, dovrei prendere per buono la storicità di questo ''episodio'' senza averne affatto la dovuta garanzia. Perchè, ripeto, nessun evangelista offre il benchè minimo indizio che possa tradire un qualche modo plausibile per arrivare ad ottenere quel tipo di informazione così a tal punto personale e specifico sulla vita di un ipotetico Gesù storico CHE ADDIRITTURA PRECEDE il suo presunto ''ministero pubblico''.

Il quarto evangelista è così goffo e idiota da presentare prima un Gesù che battezza di persona:
Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava.
(Giovanni 3:22)

...per poi pentirsi di averlo detto e correggere repentinamente sé stesso qualche riga dopo, scomodando gli stessi discepoli in tale attività:
Gesù venne a sapere che i farisei avevano sentito dire: «Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni» – sebbene non fosse Gesù in persona a battezzare, ma i suoi discepoli –, ...
(Giovanni  4:1-2)

Ovviamente l'evangelista Giovanni è talmente idiota (più idiota di quant'è idiota il personaggio di Pietro nel vangelo di Marco) da non riuscire a convincere nemmeno i folli apologeti della veridicità delle sue folli pretese.


Ma quello che è ancora più strano, decisamente strano, è che nessun seguace di Gesù risulta mai battezzato nei vangeli.

Pietro fu forse battezzato?

I figli di Zebedeo, Giacomo & Giovanni (cloni letterari dei Pilastri) furono forse battezzati?

Matteo fu forse battezzato?

Levi fu forse battezzato?

E potrei continuare ancora.

Non si dice mai che Gesù battezzò qualcuno dei suoi discepoli. E per giunta, la sola vola che ''Gesù'' battezza -- o incarica altri a farlo in sua vece -- è nel discorso post-risurrezione di Matteo e nel finale interpolato di Marco (interpolato addirittura dopo che fu scritto il vangelo di Giovanni: quindi è come se non ci fosse mai stato quel finale, almeno per me).

A fronte di tutto questo, è difficile non ricevere la netta impressione che il battesimo fosse un rito che i primi cristiani stavano praticando già da tempo come forma di iniziazione al culto misterico, e tutto quello che si limitò ad aggingere Marco fu solo una storiella intorno ad un Gesù che si lasciò battezzare docilmente dal Battezzatore in persona, per fungere da fulgido esempio a conferma di una pratica già consolidata da un pezzo, e dunque ora a maggior ragione da preservare. Perchè preservare quella pratica significava, dopo che fu scritto Marco, emulare ciò che ''fece'' Gesù in persona. Come un modello che è bene imitare.

Gesù iniziò la sua predicazione pubblica al suo battesimo, purificandosi dai suoi peccati.

Questa scena rappresenta quello che facevano in realtà tutti i cristiani esattamente all'assunzione della loro nuova identità quali cristiani: purificarsi e predicare il vangelo, scacciando gli spiriti maligni grazie al potere dello Spirito che agiva ora su di loro, perchè la Fine era vicina.

I cristiani successivi, ovvero Matteo, Luca e Giovanni, se davvero ne furono imbarazzati (perchè a questo punto anche il loro ''imbarazzo'' è dubbio), allora interpretarono alla lettera il racconto eziologico [1] di Marco sul battesimo di Gesù. Si può dire che quasi tutto del cristianesimo attuale è basato su una incomprensione di questo genere e sul prendere alla lettera una metafora o allegoria poetica di tal fatta.


Perciò il battesimo di Gesù non è ''storico'' nella maniera in cui lo intende chi lo attribuisce all'entità ''Gesù di Nazaret''. Si tratta di un episodio inventato da Marco per dare una giustificazione ad un fenomeno che occorreva ogni giorno sotto i suoi occhi -- il battesimo di ogni nuovo proselita cristiano -- attribuendo quel medesimo fenomeno alla figura fondativa della sua comunità.

Tal ''Gesù di Nazaret''.

 [1] Così recita il mio dizionario di italiano:
Mito eziologico: racconto mitico-storico che cerca di spiegare la ragione di alcuni fatti del passato dei quali non si è ancora in grado di fornire una spiegazione scientifica.