venerdì 14 febbraio 2014

Del Gesù che evapora (XIV)

Una volta demoliti i criteri principali o i relativi utilizzi scorretti da parte dei Folli Apologeti, ora lo stile del capitolo 5 di Proving History si fa d'un tratto più serrato e conciso (non che prima non lo fosse), riflettendosi nella brevità dei paragrafi rimanenti, dedicati alla demolizione degli ultimi criteri secondari restanti, senza ormai più nulla che tenga dal far dilagare il più legittimo e sacrosanto Dubbio con la tipica forza che si impone in virtù del solo ragionamento, e nei più oscuri meandri del labirinto evangelico dove si sono asserragliate invano le ultime, apologetiche, folli, irrazionali speranze.

Criterio della credibilità della spiegazione (''explanatory credibility''): se il suo essere vero meglio spiega tradizioni più tarde, è vero.

Quante volte abbiamo sentito il Folle Apologeta esclamare con voce trionfante ''è plausibile più che probabile!''.

Questo criterio, in realtà,
è soltanto valido nella misura in cui meramente ripete il Teorema di Bayes.
Di fatto, è perfettamente traducibile in numeri.

Insomma, è un doppione inutile e vago dell'originale utile e preciso. Getta il doppione e usa l'originale. Usa il Teorema di Bayes.

Criterio di plausibilità contestuale: deve essere plausibile in un contesto giudeo-greco-romano.

Gesù l'ebreo. Gesù l'ebreo ellenizzato. Gesù l'ebreo ellenizzato sotto Roma.

Cosa è più probabile allora?

Mi ricorda il ''detto Cristo'' di Antichità Giudaiche 20.200 di Flavio Giuseppe. Certo, è plausibile nel suo contesto. Eppure non è farina di Flavio Giuseppe (basta leggere questa serie per averne la prova). Ma penso pure alla bizzarra tesi di Eric Laupot: i crestiani di cui si parla in Annali 15:44 erano zeloti quindi Gesù era una zelota. Il contesto è plausibile, perfino probabile, ma per nulla affatto la sua conseguenza.

Sarebbe un vero peccato che un romanzo storico come Quo vadis?, o un film come Il Gladiatore, vengano considerati storici per il solo fatto che azzeccano qua e là valide ricostruzioni storiche del contesto.
Quindi, in generale, questo criterio di imbarazzo è inconclusivo: dimostrazioni sono ancora necessarie, e tocca al Teorema di Bayes esprimerle correttamente.
 Criterio di plausibilità storica: dev'essere coerente con una plausibile ricostruzione storica.

Cioè, deve far senso di tutta l'evidenza che abbiamo, deve catturare tutte le caselle del puzzle. Ma questo è essenzialmente proprio cosa fa il teorema di Bayes. Di nuovo, getta via il doppione inutile.

Criterio di probabilità naturale: deve essere coerente con la scienza naturale.


Si tratta, mutatis mutandis, dello Smell Test, che avevo segnalato qui perchè si rivelerà, scommetto, decisamente utile in futuro.

Applicato correttamente, esso può solo dirti cosa è probabilmente falso, non cosa è probabilmente vero.


Lo Smell Test non può applicarsi, ad esempio, a Plinio il Giovane che descrive l'eruzione del Vesuvio: improbabile che Plinio il Giovane stia mentendo, perchè è una coincidenza troppo impossibile per essere vera (dunque non lo è) che la sua fantasia produca cosa è confermata da una eruzione moderna che rivendica ogni suo dettaglio.

Di Gesù può suonare realistico, tolte le ovvietà del mito, l'insieme dei suoi ''miracoli'' più ''naturalisticamente credibili'' (guarigioni psicosomatiche ed esorcismi) ma c'è un piccolo problemino: i cristiani immediatamente successivi, come Paolo, erano anche loro guaritori ed esorcisti con una strana luce negli occhi, quindi nulla avrebbe impedito loro di rispecchiarsi nella loro mascotte simbolica (cioè, ''Gesù'') a scopi di auto-legittimazione e di auto-emulazione. Perfino i loro eventuali fallimenti (in fondo quei cristiani esorcisti non erano mica tutti dei Padre Pio!) si riverberarono nel loro specchio/mascotte: il fallimento di Gesù a guarire nel suo proprio villaggio di origine, Nazaret, a causa della ''mancanza di fede'' del malato (Marco 6:6: ''E si meravigliava della loro incredulità.'' ), senza trascurare il conflitto affrontato dai missionari cristiani con le loro famiglie e i loro clan, immediatamente riflesso per l'occasione nel detto gesuano di Marco 6:4 :
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
Tale utile funzione è realmente la miglior spiegazione, in quanto sarebbe naturalisticamente improbabile che un atto di guarigione psicosomatica per fede fallirebbe come in questa circostanza solamente in quell'unico villaggio (come se quel villaggio fosse il solo ricettacolo degli increduli). Ma una storia creata per la sua utilità non avrebbe bisogno di più di quell'unico evento.
Cosa è più probabile, che Gesù fallisca solo e soltanto a Nazaret perchè solo e soltanto a Nazaret ci sono gli increduli e i senza fede, oppure perchè gli esorcisti cristiani, nascondendosi dietro ''Gesù'', volevano spiegare il proprio fallimento di guaritori a fronte dell'incredulità ricevuta in primis dalle loro stesse famiglie?

Chissà perchè, quando Padre Pio in persona fa cilecca, la colpa è del malato, mai sua.

Criterio di preservabilità orale: deve essere capace di sopavvivere alla trasmissione orale.

Cioè, poichè l'autore del Quarto Vangelo non è capace di ricordarsi a memoria, dopo probabilmente quasi un secolo, tutti i suoi lunghi discorsi attribuiti a Gesù, sicuramente se li è inventati di sana pianta.

Quindi, come dice il Folle Apologeta Marcus Borg, e come gli riconosce giustamente Carrier:
cosa uno può immaginare che sia ricordato è l'essenza di un detto, di una parabola, di una storia.
È estremamente improbabile che la tradizione orale sia così accurata da pretendere il ricordo delle ipsissima verba et acta. Meglio, molto meglio, rem tene, verba sequentur.

Si tratta di un criterio che ''non ha positivo valore euristico''.

Infatti ''non può dirci cosa è autentico, solo cosa non lo è''.

Criterio di crocifissione: deve spiegare (o fare senso del) perchè Gesù fu crocifisso.

Il criterio dà per scontato che Gesù deve aver offeso qualcuno per meritare la morte sulla croce: dà per scontato, cioè, che Gesù sia esistito per poter finire sulla croce!

L'inutilità del criterio balza subito agli occhi:

Se la tua teoria spiega perchè fu predicata la castrazione di Attis, allora la tua teoria è palusibile. 


Se la tua teoria spiega perchè fu predicata l'umiliazione e la crocifissione di Inanna [1], allora la tua teoria è plausibile.
Se la tua teoria spiega perchè fu predicato il fratricidio di Romolo, allora la tua teoria è plausibile.

La storia dell'arresto e del processo e della condanna a morte di Gesù è piena di incongruenze, punti oscuri e dettagli che non hanno alcun senso e non fanno alcuna piega.

La storicità della crocifissione di Gesù è quindi tanto sfidata quannto ogni teoria che la ipotizza un mito.

Questo non significa negare che:
a volte cose improbabili accadono.
Criterio della tendenza alla falsificazione: non deve corrispondere a tendenze nella fabbricazione o nell'abbellimento.
In altre parole, il criterio dice che, se si individua una tendenza progressiva, ad esempio dal Gesù descritto come un semplice profeta sulla scorta di profeti biblici al Gesù-Logos del quarto vangelo, allora il dubbio è gettato nell'esaltazione postuma di Gesù, che andrebbe quindi rigettata per definizione: se la cristologia diventa progressivamente alta, allora l'eventuale cristologia bassa è indizio di storia vera.

La confutazione di questo criterio è carina.

La cristologia è già altissima in Paolo, la nostra più antica fonte su Gesù, anteriore agli stessi vangeli.
Così dovete prestare grande cura nell'assicurarvi che la tendenza che affermate esserci ci sia veramente là, e non qualcosa che è stata implicita nella tradizione fin dal suo esordio.
Io non ho mai fatto mistero di dire che, qualora si dimostri che le epistole paoline, con la loro cristologia vertiginosamente alta, fino alla quasi-deificazione di Gesù, furono scritte dopo i vangeli, allora sarei storicista.
Questo non significa concludere a priori che, poichè la cristologia con Paolo è già elevatissima, allora Gesù fu mitico in origine e poi finì storicizzato nei vangeli, perchè a livello di probabilità la storicità può ancora prevalere.
Perciò, è necessario ricorrere al Teorema di Bayes.
[1]
Il puro Ereckigala si sedette sul suo trono, Gli Anunnaki, i sette giudici, pronunciarono il giudizio di fronte a lei. Fissarono i loro occhi su di lei, gli occhi della morte. Alla loro parola, la parola che tortura lo spirito. La "donna" malata fu trasformata in un cadavere. Il cadavere fu appeso a un palo. Dopo che tre giorni e tre notti erano passati, il suo ministro Nincubur ... colma i cieli di lamenti per lei .... Di fronte ad Enki piange: "O Padre Enki, non lasciare che tua figlia sia messa a morte nel mondo degli inferi ...." Padre Enki risponde a Ninshubur: "Cosa è accaduto a mia figlia! Sono turbato, cosa che è successo a Inanna ...! Che cosa è successo alla ierodula del cielo! ... Sicuramente Inanna risorgerà. "... Inanna risorse. Inanna risale dal mondo degli inferi. 
 (libera traduzione da qui)