venerdì 7 febbraio 2014

Del Gesù che evapora (VI)

E incontriamo Giovanni il Battista.

Quale ghiotta occasione per il Folle Apologeta di applicare al battesimo di Gesù il criterio di imbarazzo?

Gesù, dopotutto, era ''superiore'' e ''senza peccato'': dunque perchè si fece battezzare -- e perdonare dunque i proprio peccati -- dal Battezzatore, per giunta leader di tutt'altri seguaci?

Si tratta, dice Carrier, dello stesso errore di John P. Meier a proposito del grido di disperazione di Gesù sulla croce.

La critica è la stessa:

1) abbiamo certo il diritto di vedere i successivi evangelisti imbarazzati dalla versione di Marco.

2) ma non abbiamo affatto il diritto di considerare Marco stesso imbarazzato.
Se egli lo fosse stato, avrebbe già dovuto intraprendere lo stesso controllo del danno da loro attuato.
In realtà, avrebbero preso le dovute precauzioni con eguale probabilità anche i cristiani prima di Marco, probabilmente, perfino prima che Gesù fosse morto.

L'imbarazzo è quindi ovviamente nuovo.

Ma ecco emergere come un fungo il secondo errore di Meier:

assumere che Marco, e TUTTI gli altri cristiani, credevano che Gesù fosse ''superiore'' e ''senza peccato'' e perciò incapaci di concepire anche solo l'idea di una sua servile sottomissione ad un mortale.

Questo per Carrier non è neppure plausibile, tantomeno probabile.

Paolo, nel pre-paolino Inno ai Filippesi, ci tiene a rendere più che mai sottomesso Gesù, più che mai capace di ''svuotare se stesso'', al punto da rendere l'idea del battesimo di Gesù una carezza rispetto all'umiliazione sulla croce del Messia.
egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio  l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
Gesù fu ''superiore'' ai mortali solo dopo la risurrezione, quando fu vendicato ed esaltato da Dio. Non un  minuto prima.

Solo molto, molto, troppo tempo dopo Marco i cristiani divennero così schizzinosi in materia di ''superiorità'' del loro uomo-dio.
Al contrario, Marco ha una piena ragione di inventare un battesimo di Gesù da Giovanni esattamente allo scopo di creare il suo stato senza peccato, così Gesù può essere adottato da Dio, e quindi vivere senza peccato fino alla morte.
Marco si preoccupa di dire che il battesimo di Giovanni rimette tutti i peccati (1:4), che Gesù si sottomette a quel battesimo, e che Dio adotta Gesù immediatamente dopo (1:9-11).
Questo è difficilmente una coincidenza. Il ruolo di Giovanni e del suo battesimo sono dichiarati esplicitamente da Marco: per preparare la via del Signore (1:2-3). E quello è proprio ciò che fa. Non c'è nessun imbarazzo qui. Di nuovo il criterio di imbarazzo non si applica.
Di nuovo si ripete la mia metafora del battito d'ali di una farfalla (Marco) che scatena un uragano in Amazzonia o uno tsunami in Cile (gli altri evangelisti). La popolarità della storia di Marco, man mano che cresceva, avrebbe generato il problema dell'imbarazzante battesimo di Gesù nella misura in cui la divinità di quest'ultimo diventava alta e quindi più suscettibile di venir toccata e umiliata dal mortale di turno, fosse pure Giovanni il Battista.
La logica di Carrier si fa d'un tratto serrata e implacabile. Al punto da costringermi a citarlo per intero:
Al contrario, Marco aveva un chiaro motivo per inventare la storia, particolarmente in quanto necessitava di convertire qualcuno nel ruolo del predetto Elia che avrebbe preceduto il Messia al fine di ''riconciliare padre e figlio''(Marco 1:6 alla luce di 2 Re 1:8; e Marco 9:11-14 alla luce di Malachia 4:5-6) e predisporre la purificazione di Gesù per l'adozione. Perchè non convertire in quel ruolo il suo più riverito predecessore, Giovanni il Battista? Avendo Giovanni che prepara Gesù purificandolo dal peccato e stabilendo la sua parentela divina, e poi scegliendo Gesù come suo successore, è realmente assai molto convincente per Marco. Quella non è una affermazione contro l'intenzione!
Come spiega John Gager, ''in Marco, l'incidente occorre davvero brevemente e con nessun segno di imbarazzo o ''correzione'' editoriale o ''frustrazione'' di qualche sorta, e perciò il criterio di imbarazzo non si applica, specialmente in quanto ci sono plausibili ragioni per i cristiani di aver inventato il dettaglio. Gager cita la teoria di Enslin per cui il racconto permette ai cristiani di cooptare l'autorità del culto del Battista rappresentando il loro leader come il suo erede designato. Un'altra ragione per inventare è più simbolica (tuttavia forse più ovvia): questo battesimo, come per tutti gli altri cristiani, rappresenta per Gesù la ''rinascita'' attraverso l'adozione da parte di Dio. Proprio come la crocifissione di Cristo e l'ultima cena sono entrambi modelli per la vita cristiana, così è il suo battesimo. Che esso fu inteso come tale non può essere dubitato, dato che era stata la tradizione cristiana già per decenni che quello è cosa un battesimo era: essere rinato come un adottato figlio di Dio (Romani 6:3-4; 1 Corinzi 12:13;  Galati 3:27-29, 4:5-7). Marco difficilmente poteva aver raccontato una storia circa il battesimo di Gesù e inteso qualcos'altro da esso (almeno senza spiegare ai suoi lettori che lo fece). Questo è corroborato dal fatto che Marco termina il battesimo con la dichiarazione di Dio di paternità, come pure dalle implicazioni della sua citazione del Salmo 2:7, che evoca rinascita. Se Gesù doveva essere rinato tramite il battesimo come un modello per tutti gli altri cristiani, chi poteva aver scelto Marco per battezzarlo? C'era qualche scelta più appropriata del famoso Giovanni il Battista?
Con tre solide teorie del perchè e come Marco inventerebbe questo racconto battesimale, ciascuna piuttosto probabile, il criterio di imbarazzo fallisce.
Carrier si spinge, con quasi medesima forza persuasiva, a dubitare che in Matteo e in Luca ci fosse davvero serio imbarazzo, e non piuttosto una correzione della versione di Marco laddove questa aveva generato un ''non previsto imbarazzo'' che altro non era se non un rendere più esplicito ciò che in Marco era implicito: ad esempio la vignetta apologetica di Matteo 3:13-15
Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
chiarifica meglio la versione di Marco 1:2-3, 7-8.
Come sta scritto nel profeta Isaia: 
Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri,
...
E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Solo Giovanni ha un serio motivo teologico di eliminare il battesimo, perchè faceva a pugni con la sua teologia: il Gesù di Giovanni è Dio in persona, non lo si poteva neppure toccare (e letteralmente: noli me tangere!) tanto era permaloso (e doceticamente spettrale?).

Insomma, davvero folli i Folli Apologeti che credono alla storicità del battesimo di Gesù.
Passi per la morte sulla croce e per la nascita a Nazaret, dove almeno le probabilità pro e contro l'uso del criterio di imbarazzo erano davvero pari (e quindi invalidando in ultima istanza l'uso del criterio di imbarazzo) ma qui, con la vicenda del battesimo di Gesù da Giovanni il Battista, si scade al livello del romanzesco, del puro genere fantasy.