In una cultura permeata di cristianesimo, affermare che Gesù storicamente non è mai esistito
potrebbe forse sembrare una cosa assurda e forse anche sciocca. In
fondo, si dice, tra gli studiosi “maggiormente accreditati” si accetta
l’esistenza storica di Gesù, nonostante lo scenario della ricerca del ''Gesù storico'' si sia balcanizzato a tal punto con centinaia di Gesù
ricostruiti per l'occasione, e vari criteri ''di autenticità'' messi in discussione.
Mi sono reso conto (come hanno fatto tanti altri prima di me) che qualcosa è seriamente problematica con la nozione di un "Gesù storico".
Ho simpatia per chiunque coltiva sempre, all'inizio, un sano scetticismo iniziale. Dovremmo essere scettici, soprattutto di libri da parte di non specialisti del settore, perciò pure di quanto scriverò in questo modesto blog. Non ho alcuna intenzione di imporre le mie convinzioni agli altri.
Non sono un dogmatico.
Io penso che Gesù non è mai esistito per un solo, semplice motivo: sono sinceramente convinto che sia la più probabile spiegazione delle origini cristiane.
Sono certamente disposto a rifiutarla se scopro che è sbagliata, anzi, ci sono stati molti argomenti a sostegno di un ''Gesù storico'' che ho scartato perché si sono rivelati profondamenti sbagliati.
Se sono in errore, voglio conoscere il perchè.
Se
esistono prove sufficienti, è possibile provare al di là di ogni
ragionevole dubbio che un certo individuo è realmente esistito. Ad
esempio, nessuno può dubitare seriamente dell'esistenza di Talete o di
Annibale. Ma se non viene trovata nessuna prova, se non c'è nessun
indizio, e se i fatti puntano invece tutti verso la direzione opposta, è
tuttavia impossibile provare al 100% che Gesù non è mai esistito.
E ciononostante, io sono più che mai convinto che la teoria del Mito di Gesù rimane la migliore risposta al problema.
Certo,
c'è sempre la possibilità che gli autori dei vangeli avessero una
particolare figura in mente (seppure è semplicemente un Fatto che hanno
deciso di trascurarla puntualmente ad ogni capitolo, nel momento in cui
attingevano a piene mani, di nuovo e ancora di nuovo, dalla fantasia o
da fonti precedenti).
Io
non posso parlare di questo astratto e ipotetico essere umano, in virtù
della mia totale impossibilità di conoscere qualcosa su di lui.
Questo ipotetico Gesù sarà solo una congettura, un'ipotesi, una presupposizione astratta... ...che non significa nulla.
Laddove
il Gesù dei vangeli è solo un personaggio letterario, fittizio, un
mosaico le cui tessere sono attinte da una ancestrale tradizione
letteraria millenaria, e non circoscritta alla sola Giudea, una
tradizione letteraria che si arricchisce verso la fine del primo secolo
di elementi ebraici, ellenistici e perfino gnostici. La vasta
maggioranza degli studiosi del campo sono ''assolutamente''
convinti che Gesù camminò sul suolo ebraico. Ma a parte il fatto che
così tanta gente ha creduto, e continua a credere, al mito cristiano
fino ad oggi e per così tanti anni, questo non prova affatto che Gesù è
esistito. Se i 4 vangeli fossero stati scoperti solo l'altro ieri,
dubito che il ''Consensus'' degli esperti (formato in prevalenza
da accademici e alunni cristiani, non sottovalutarlo) sarebbe stato così
certo della sua esistenza.
Perfino
se ci fu un Gesù storico all'origine dei vangeli, difficilmente anche
solo una parte di cosa Gesù disse, fu davvero lasciato ai posteri.
Non sapremo mai che cosa Gesù pensò perchè non sappiamo che cosa Gesù disse.
E non possiamo sapere che cosa Gesù disse perchè non sappiamo neppure se Gesù fu mai esistito.
Uno studioso tedesco, Gerd Lüdemann,
disse che il 95% dei detti del vangelo attribuiti a Gesù non è
autentico: questo solo fatto da solo mi impedisce di credere
dogmaticamente e fanaticamente alla autenticità del restante 5%, perchè è
da folli passare dal più grande scetticismo al più cieco fideismo,
quasi per mirabile incanto... ...o per apologetica auto-suggestione. Lo
sforzo di ridurre microscopicamente all'infinito il presunto nucleo
storico ''recuperato'' dietro i vangeli (perchè supposto a priori)
non dà alcun diritto di sventolarlo dogmaticamente sotto il naso con la
stessa fede del Folle Apologeta (e la medesima luce negli occhi), e
neppure fa apparire lo storicista di turno sotto una luce migliore
rispetto ad un altro storicista che ha appena ''trovato'' un kernel
storico leggermente più grande del primo, in quanto entrambi viziati
dallo stesso errore di fondo: credere che ipotizzare un predicatore ebreo all'origine della storia descritta nei vangeli sia davvero la spiegazione più semplice e più probabile, in assoluto.