martedì 28 ottobre 2025

Gerard Bolland: IL VANGELO — Un ‘rinnovato’ tentativo di indicare l’origine del cristianesimo 2:4

 (segue da qui)


Che soltanto i sapienti siano sacerdoti, cioè mediatori tra lo spirito divino e gli uomini psichici, lo aveva già affermato il fondatore della Stoà (Diog. Laerz. 7:119); “divino” era, secondo gli stoici, il sapiente, perché egli aveva in sé quasi un dio. “Ma chi siano o siano stati i sapienti”, dice Cicerone (Acad. 2:47), “questo essi stessi non sogliono dirlo”. E in Seneca (De Tranquillitate Animi 7:4) leggiamo: “Dove si troverà colui che cerchiamo ormai da tanti secoli?” Il cercato, la “vera prole” di Dio, per usare le parole di Seneca (De Providentia 1), doveva manifestarsi come un Chrestus; che l’ideale di umanità, per gli stoici, fosse concepito come Chrestus in ragione della sua abnegazione e della sua mansuetudine, lo vediamo in un’osservazione di Musonio (Joh. Stob. Flor. 19:16) a proposito di “Focione il Chrestus”. Che per lo scrittore romano di 1 Clemente 14:4 il mite abiterà la terra come Chrestus, e che ancora Giustino Martire (Apologia 1:15), a metà del 2° secolo, non sappia diversamente se non che si deve diventare Chrestus come il Padre, secondo la parola del Figlio ideale stesso, significa che entrambi i gesuani nei primitivi scritti evangelici di provenienza alessandrina non avevano letto diversamente, e che il Gesù evangelico vi insegnava ed incarnava un ideale stoico. (Cfr. però Salmi 36:11 LXX; Matteo 5:4, 48). Il sapiente della Stoà più tarda e il santo del Vangelo sono uno come Chrestus, nella loro bontà e ragionevolezza. Che una divinità benefica potesse essere chiamata chrestòs o misericordiosa, era del resto noto già a Erodoto (8:111). E ancora Filostrato (Heroic., p. 665) afferma che “l’eroe (ossia l’uomo divino) è chrestòs e non incline al rancore”. Ma “chrēstoi” erano, per gli egiziani ellenizzanti, i giustificati; e in 2 Corinzi 10:1, ad esempio, si intenderà in realtà “la dolcezza e la mansuetudine del (modello ideale) Chrestus”. “Diventate chrēstoi e misericordiosi”, insegnava lo stesso esempio evangelico, “come il Padre vostro è chrestòs e misericordioso, che fa sorgere il suo sole sopra peccatori e giusti, e manda la pioggia sopra i devoti e i malvagi. Non giudicate, affinché non siate giudicati”. “Non vi è setta più benevola e mansueta, non vi è setta più filantropica”, dice invece Seneca (De Clementia 2:5) – a proposito degli Stoici.

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