venerdì 24 ottobre 2025

Gerard Bolland: IL VANGELO — Un ‘rinnovato’ tentativo di indicare l’origine del cristianesimo 1:16

 (segue da qui)


La novità qui annunciata è una religione del Padre “chrestiano”, cioè del Padre amorevole, in luogo dell’antico culto rivolto al Signore “giusto”; una religione del Padre che si è rivelato come “chrestiano”, cioè mite, filantropo, benevolo, mediante un Figlio ideale, e nella comunione dello Spirito santo. Il Figlio ideale, il Figlio pieno di dedizione, si è rivelato qui, nella sua natura divino-umana, il vero Mediatore tra Dio e l’umanità, il compimento di ciò che nel libro dell’Assunzione di Mosè era stato scritto circa la mediazione di Mosè (Ass. Mos. 1:14; Galati 3:19) e del suo successore Giosuè (Ass. Mos. 10:15; Ebrei 12:24). Il Giosuè evangelico, in quanto “unto”, è dunque innanzitutto un successore di Mosè in senso sacerdotale, un mediatore che dalla sua altezza celeste era disceso nello stato di umiliazione indicato in Zaccaria 3:1-6, per giungere appunto attraverso la passione e morte preannunciata in Sapienza 2:12-20 alla sua gloria (Atti 2:36). La sua discesa agli inferi si muta in ascensione al cielo — un esempio per tutti i suoi fratelli! “Noi stessi” — aveva scritto Filone — “nasciamo in forma di mescolanze, entro le quali divino e umano si congiungono” (De Mut. Nom. 34). “Con-resuscitati e con-assisi nei cieli in Cristo Gesù” insegna più tardi lo gnostico di Efesini 2:6. E l’autore della lettera a Diogneto (10:4) ci fa intendere: “Quando amerete, sarete imitatori della sua chrêstotês [=“bontà”]”. Lo stesso Cristo evangelico, secondo Giustino (Apologia 1:15, 13), ha pronunciato la parola: Diventate chrēstoí e misericordiosi” — anche se nei “nostri” vangeli ciò non si legge più. “Come voi vi comportate in modo crestiano [=“con bontà”], così si comporteranno in modo crestiano [=“con bontà”verso di voi!” afferma il Vangelo secondo la Chiesa di Roma della prima metà del 2° secolo (1 Clemente 13:2). “I chrestoí saranno abitatori della terra!” (ibid. 14:4). “Siate chrēstoí gli uni verso gli altri” esorta, fra l’altro, anche l’autore di Efesini 4:22, evidentemente sempre con lo sguardo rivolto alla fonte alessandrina andata perduta dei vangeli giunti fino a noi. Non sorprende, dunque, che la nuova comunità nel 2° secolo sia stata chiamata una ecclesia di Chrestiani – che ad Alessandria fosse già chiamata così prima ancora che… esistesse? “Coloro che sono iniziati diventano subito composti, pieni di autocontrollo, miti, chrēstoí aveva scritto Filone di Alessandria (De Poen. 2). E a metà del 2° secolo Giustino (Apologia 1:4) constata: “Per quanto riguarda il nome che ci è stato dato, siamo i più chrestiani”. In quanto imitatori, infatti, come abbiamo visto, del vero e legittimo successore di Mosè, del Giosuè evangelico, il Figlio del Padre che per i suoi fratelli è andato incontro alla morte, — colui che non aveva lasciato già Mosè in una tomba, dopo che aveva sofferto molto (Ass. Mos. 3:11; cfr. Atti 7:36), ma lo aveva accolto in una nube (Antichità Giudaiche 4:8, 48) assumendolo in cielo, — come imitatori, dunque, di una più alta realizzazione del divino-umano che già Filone aveva intravisto come ideale attraverso le nubi.

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