giovedì 26 giugno 2025

Thomas Whittaker: LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO — L'UNITÀ DEL LIBRO

 (segue da qui)


 2. L'UNITÀ DEL LIBRO.

Nonostante il carattere evidentemente composito dell'Epistola, abbondantemente evidenziato dai critici, c'è un nesso tra le parti. Se quel nesso talvolta è solo ottenuto mediante una congiunzione (di solito δέ), la congiunzione è comunque presente. Lo scrittore è più di un raccoglitore di frammenti sparsi. La celebrazione dell'amore nel capitolo 13, ad esempio, può sembrare strana posta in mezzo a una discussione sui “doni spirituali” con particolare riferimento al “parlare in lingue”; eppure è introdotta appropriatamente (12:31), e si fa puntualmente la transizione tramite cui si riprende la discussione interrotta (14:1). Lo stile è completamente paolino, distinto da quello petrino, giovanneo o sinottico. Inoltre, l'Epistola presenta differenze caratteristiche all'interno del gruppo paolino, come, ad esempio, l'uso di περὶ per anticipare un tema (7:1, 25, 8:1, 4, 12:1, 16:1, 12), l'unico caso di un utilizzo simile nelle Epistole principali essendo 2 Corinzi 9:1. Quindi il libro nella sua forma attuale è, dopotutto, un'unità; anche se bisogna tener conto, come quasi sempre accade per i testi antichi, di possibili interpolazioni o di omissioni di parole, detti o passi più lunghi. Ma questa unità è solo relativa. L'autore — se così vogliamo chiamarlo — fu allo stesso tempo un editore. Aveva davanti a sé documenti più antichi da cui incorporò estratti o che rielaborò in una seconda o terza edizione.

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