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§ 102) Elementi riassuntivi. — La tradizione evangelica ha tramandato non solo i fatti, ma anche le immagini di due persone distinte. Ciò è provato dalla iconografia primitiva del «Gesù». Questa infatti, secondo che il ricordo tramandato oralmente si era riferito a Giuda Galileo o si era riferito a Gesù d'Anano, aveva raffigurato un uomo di bell'aspetto, o aveva raffigurato un uomo brutto, e quasi deforme. Giacché, secondo il parere di Origène, di Gerolamo, di Giovanni Crisostomo, e di Basilio, il Gesù era stato un bell'uomo. Secondo altri invece, e precisamente secondo Giustino, Ireneo, Clemente d'Alessandria, Cirillo d'Alessandria, Tertulliano e Agostino, Gesù era stato un uomo di brutto aspetto. Ora, è manifesto che i primi avevano attinto alla tradizione facente capo a Giuda Galileo, il cui profilo — come si intuisce da Giuseppe Flavio — era stato energico e volitivo. I secondi invece avevano attinto alla tradizione facente capo a Gesù d'Anano. [1]
Notiamo da ultimo che gli ulteriori episodi, e le parabole riportate dai Vangeli, rappresentano in parte elementi assimilati dal mitraismo o da altre religioni orientali (come l'episodio dei tre Magi, e la scena della tentazione), e nella restante parte rappresentano leggende bibliche, o ricordi aneddotici della guerra messianica, trasportati dagli zeloti profughi nelle comunità della diaspora, e venuti poi a far parte della tradizione. Alla categoria delle leggende bibliche appartengono gli episodi della moltiplicazione dei pani, e dell'acqua mutata in vino, che costituiscono una rielaborazione degli episodi già attribuiti ad Eliseo (II Re, IV, 2, 6; 42-44); ai ricordi aneddotici appartiene l'episodio degli Spiriti che erano «Legione», cacciati dentro una mandria di porci, [2] e l'episodio di Longino.
Il primo dei due episodi fu originato da un epigramma, escogitato a suo tempo dai Giudei contro la X Legione Fretensis, che aveva partecipato alla guerra di Palestina, e che si era attirata l'odio dei paesani, sia per pretesi eccessi di crudeltà, sia per l'emblema — un porco — raffigurato nei suoi stendardi. [3] Da ultimo, l'episodio di Longino — che nella tradizione è colui che dà il colpo di grazia al Gesù, traversandogli il fianco colla lancia (Giovanni, XIX, 34) non è che lo stesso episodio di Longino, del quale parla Giuseppe Flavio. Narra infatti lo storico che nei primordi della guerra (a. 67 circa), un cavaliere romano a nome Longino, uscito fuori dalle file e balzato in mezzo alle schiere dei giudei, «ne uccise due dei più forti, trapassando ad uno il fianco colla lancia» (Guerra, V, VII, 4).
Riepilogando, lo studioso attento, che vorrà meditare sufficientemente sul testo di Giuseppe Flavio, comparandolo coi testi evangelici, riceverà la cognizione esatta di come i vari episodi si siano in origine verificati, e come gli stessi, trasportati dai messianici profughi nei territori della diaspora greca, siano stati elaborati dalla tradizione orale colà in via di sviluppo, ed assimilati da ultimo dalla tradizione scritta.
NOTE
[1] Vedi la bibliografia sugli iconografi del Gesù.
[2] Marco, V, 9.
[3] Cfr. lo studio di Teodoro Reinach pubblicato nella Revue des Etudes Juives, Paris, Maggio 1904, riassunto nella Rivista Israelitica di Firenze del Giugno 1904; vedi anche Ottolenghi, Prime albe cristiane, Mendrisio, 1914, p. 96.
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