lunedì 4 settembre 2023

Paolo e la visione di Damasco

 (segue da qui)

§ 58) Paolo e la visione di Damasco. — Il viaggio di Paolo a Gerusalemme insieme con Barnaba, per portare le sovvenzioni ai fratelli di Giudea, è stato il secondo dei viaggi che Paolo, nella sua lettera ai Galati, afferma di aver fatto nella Città Santa dopo la sua conversione. [1]

Difatti nella citata lettera egli assicura che il primo di tali viaggi lo aveva fatto quasi di nascosto, dopo tre anni dacché aveva avuto la sua visione a Damasco. [2] Mentre il secondo, insieme con Barnaba, lo fece dopo quattordici anni dalla visione stessa. [3] E poiché noi abbiamo testé accertato al 799 di Roma (46 E.V.) tale secondo viaggio, e cioè al primo anno dopo la carestia, sapendo da Paolo che tale secondo viaggio ebbe luogo quattordici anni dopo la sua conversione, per accertare l'epoca di tale conversione basterà risalire al quattordicesimo anno prima del 46. Avremo così che la visione di Damasco, e con essa la conversione di Paolo, rimarrà fissata, senza possibilità di equivoci, all'anno 785 di Roma (799 — 14 = 785), e cioè al 32 E.V.

Per vero, fu sempre controversa l'epoca della conversione di Paolo, che anticamente si portava a circa dieci anni dopo la morte di Gesù. Si era infatti ritenuto sempre che un certo lasso di tempo dovesse pur essere trascorso tra la morte del «Maestro» e la conversione di Paolo, ma non si era mai potuto fissare con precisione la data di morte del «Maestro», e pertanto non si era mai potuto fissare con precisione la data della conversione di Paolo. Per questo noi troviamo una data diversa in ogni singolo scrittore, ed il più spesso senza che ne sia enunciata una motivazione qualsiasi. Così il Bianchi-Giovini [4] fissa la conversione di Paolo all'anno 42, partendo dal concetto che Gesù era morto dieci anni prima, e cioè nel 32; Monsignor Giobbio [5] la segna molto vagamente agli anni 35-40, mentre la critica moderna la spinge sempre più indietro, e l'Harnack, che forma autorità in materia, la segna addirittura all'anno 30. Quanto a noi abbiamo spiegato come e perché riteniamo di doverla calcolare all'anno 32.

La data della conversione di Paolo però c'interessa per ora solo indirettamente, per altri riferimenti, e anche perché serve quale ulteriore prova a invalidare quella parte della leggenda che riguarda la morte del «Gesù» sotto Ponzio Pilato. Difatti, se Paolo si è convertito nel 30-32, e se è stato sempre ammesso che almeno dieci anni erano trascorsi tra la morte del «Maestro» e la conversione di Paolo, si deve argomentare che il «Gesù» era morto prima dell'anno 20-22. E poiché Pilato fu governatore solo nell'anno 26, si deduce anche da ciò che l'episodio di Pilato non trova possibilità di riscontro nel quadro storico relativo al «Gesù».

La data però, che c'interessa di porre maggiormente in evidenza per la tesi attuale, è quella del secondo viaggio di Paolo a Gerusalemme, insieme con Barnaba: data a cui noi abbiamo accennato, fissandola all'anno 46 E.V. Su questa data e su questo secondo viaggio di Paolo, noi richiamiamo adesso espressamente l'attenzione del lettore.

NOTE

[1] Atti, IX, 26; XI, 29, 30.

[2] Galati, I, 18 in relazione ad Atti, IX, 26.

[3] Galati, II, 1.

[4] Bianchi Giovini, Storia dei Papi, I, Milano, 1864, p. 61.

[5] Adolfo Giobbio, Storia della Chiesa, I, Milano, 1914. 

Nessun commento:

Posta un commento