domenica 3 settembre 2023

La carestia del 798 (45 E.V.)

 (segue da qui)

§ 57) La carestia del 798 (45 E.V.). — È accertato che verso l'anno 798 di Roma (45 E.V.) e cioè sotto il procuratorato di Fado, ci fu in Giudea una grave carestia. Ora di questa carestia noi troviamo tracce sicure si in Atti, [1] sia nelle lettere di Paolo. [2] Su questo riferimento storico anzi noi richiamiamo fin da ora l'attenzione del lettore. Giacché è proprio questo punto-base che deve aiutarci e ci aiuterà ad accertare la cronologia, rimasta sempre incerta e confusa, del primo periodo cristiano.

In Atti degli Apostoli leggiamo che, allorquando gli anziani di Gerusalemme ebbero sentore che in Siria la predicazione di Paolo (allora Saulo) faceva molti proseliti, mandarono colà Barnaba per accertarsene. Aggiunge il libretto di Atti che dopo qualche atto dacché Barnaba si trovava in Siria presso Paolo, un certo Agàbo, indovino, comunicò ai «Galilei» di Antiochia che in Giudea era subentrata una «gran fame», e cioè una grande carestia, per cui occorreva mandare aiuti ai fratelli di Gerusalemme. Ciò avveniva, si legge ancora in Atti, «sotto Claudio Cesare; laonde i discepoli, ciascuno secondo le sue facoltà, determinarono di mandare una sovvenzione ai fratelli che abitavano nella Giudea, il che fecero mandando quella sovvenzione agli anziani, per le mani di Barnaba e di Saulo». [3]  

Non può dubitarsi che la carestia di cui parlano a questo luogo gli «Atti» debba essere stata quella del 45, della quale parla Giuseppe Flavio. Ciò si deve argomentare anzitutto perché dagli Atti risulta che tale carestia si è verificata sotto Claudio; in secondo luogo perché non consta di altre carestie verificatesi in Giudea attorno a questo periodo.

Se quindi la carestia di Giudea (mancato raccolto agricolo) deve fissarsi al 45 E.V., e cioè sotto il procuratorato di Fado, come chiarisce Giuseppe Flavio, il viaggio di Saulo — detto poi Paolo — e di Barnaba a Gerusalemme per portare le sovvenzioni ai «fratelli», deve aver avuto luogo certamente l'anno successivo, e cioè nella primavera del 46.

E che il viaggio di Paolo, di cui si parla in Atti al capo XI, 28-30, si debba fissare all'anno 46 non può non tenersi per certo. Perché se quel viaggio fu una conseguenza della carestia, deve necessariamente aver avuto luogo posteriormente alla carestia. Ma occorreva qualche tempo prima che la notizia, propagata oltre i confini, fosse pervenuta ad Antiochia, ed altro tempo ancora perché, iniziatasi la raccolta delle elemosine tra i fratelli sparsi nei territori della diaspora, la stessa avesse avuto esito. E se la carestia aveva avuto inizio l'anno 45, a causa del mancato raccolto e quindi dopo l'epoca del raccolto, si deve ritenere che non prima della Pasqua dell'anno 46 possa aver avuto luogo il viaggio di Paolo e di Barnaba.

Posto quanto sopra, sta di fatto che dopo accennato al viaggio di Paolo e di Barnaba a Gerusalemme (46 E.V.), gli Atti, nel capitolo successivo, raccontano che attorno a quel tempo il Re Erode fece morire colla spada Giacomo e fece arrestare Simone, detto Pietro. [4] Gli Atti dunque non precisano la data, perché le tradizioni popolari non si preoccupano della cronologia; ma è chiaro che tale data deve collocarsi posteriormente al viaggio di Paolo, e quindi posteriormente all'anno 56. In nessuno caso quindi può essa fissarsi all'anno 42 o 44 E.V., come sostengono i dotti ecclesiastici. 

Per accertare poi con maggior precisione la data stessa, non resta che esaminare e valutare gli eventi intermedi, verificatisi tra l'arrivo di Paolo a Gerusalemme in compagnia di Barnaba, e l'arresto di Giacomo e Simone, calcolandone approssimativamente il tempo intercorrente. Ma per poter fare questo, occorrerà illustrare prima i «Fatti» di Paolo. 

NOTE

[1] Atti, IX, 27-30.

[2] Galati, II, 10.

[3] Atti, XI, 28, 29, 30.

[4] Atti, XII, 1-3.   

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