giovedì 24 agosto 2023

Ambientazione

 (segue da qui)

§ 47) Ambientazione. — Quando il lettore sia riuscito ad estraniarsi dall'ambiente esterno, ed a raggiungere uno stato di libertà interiore, un altro sforzo gli sarà necessario, per giungere alla conoscenza epistemologica delle origini cristiane. Dovrà cioè egli trasferirsi col pensiero nell'ambiente, nel quale il fondatore del Cristianesimo ebbe a predicare, rivivendo quell'epoca tormentata, e rivivendo tutti i processi trasformativi dell'idea proto-cristiana. Tutto questo potrà egli conseguire, col superamento di tre «momenti spirituali» distinti, ciascuno dei quali può sintetizzarsi colla parola «ambientazione». Dovrà cioè il lettore acquisire prima l'ambientazione generica, che è cognizione epistemologica della forma mentis israelitica; dovrà poi acquisire l'ambientazione  specifica, che è cognizione epistemologica della forma mentis messianica in genere, e proto-cristiana in ispecie; e da ultimo, a completare la propria preparazione, dovrà acquisire una terza ambientazione, relativa al momento formativo originario dello «stato di religio» (cfr. La Prima Umanità, § 49 e segg.). 

Evitando adesso di approfondire tutte le ambientazioni di cui sopra, accenneremo soltanto all'importanza prevalente — agli effetti del nostro studio — della seconda ambientazione. Questa infatti implica la conoscenza delle varie fasi, per le quali il Cristianesimo è passato, prima di giungere al cattolicesimo o protestantesimo attuali: dal Messianismo apocalittico-zelota del primo fondatore, al Messianismo pauperista o Ebionismo di Giacomo, pervenendosi prima al Cristianesimo di Antiochia, attraverso il Galileismo della diaspora; e giungendosi da ultimo agli attuali protestantesimo e cattolicesimo, attraverso secoli di guerre religiose, ed attraverso una lunga fase inquisitoriale. 

Oggi il credente molto spesso rifiuta di raffigurarsi come «verità» il cristianesimo della fase inquisitoriale (che pure risale ad un'epoca molto vicina). A maggior ragione rifiuterà di immaginare e di accettare come «verità» il Cristianesimo del primo periodo della diaspora. Ma appunto per questo il lettore, desideroso di conoscenza, deve fare qualche sforzo, astraendo dal presente, per concepire il Cristianesimo delle origini. Giacché soltanto se riuscirà ad assimilare il Cristianesimo di Antiochia predicato da Paolo, potrà, risalendo — attraverso il Galileismo della diaspora, e attraverso la scuola di Giacomo — al pensiero galileo, individuare, tra i tanti «messia» storici, vissuti a quell'epoca nella Palestina, il «Messia» evangelico.

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