sabato 13 maggio 2023

Origini Sociali del CristianesimoReligione della plebe

 (segue da qui)


Religione della plebe.

Era soprattutto la gente del popolo che si lasciava guadagnare dalla sua propaganda. I ricchi erano più refrattari. Costoro erano passati per le scuole, quelle del «primo maestro», quelle dei grammatici e dei retori, persino quelle dei filosofi. Avevano sentito criticare le «superstizioni» e ne diffidavano. Quelli tra loro che sentivano il bisogno di una religione ne trovavano l'equivalente nel misticismo degli Stoici, dei Cinici, dei Pitagorici o dei Platonici. Ma poca gente poteva permettersi il lusso di una tale cultura. Non vi era istruzione ufficiale e gratuita. Le rare scuole in cui ci si poteva formare erano dovute alla libera iniziativa di un maestro che ne guadagnava da vivere. Le lezioni erano pagate dagli allievi. Solo i ricchi ne beneficiavano. Gli altri trovavano un'istruzione gratuita solo presso i culti stranieri, che si offrivano a iniziarli ai più alti misteri e non domandavano niente più che una libera adesione. 

Il cristianesimo era, tra tutti, quello che proponeva loro  il programma più ampio e più attraente. Mostrava ai loro occhi le ricche prospettive della sua storia sacra, che andava dalle origini del mondo fino alla morte del Cristo; quelle della sua teologia, che discendeva dal Dio Altissimo all'anima peccatrice; quelle dei suoi profeti ispirati, che non lasciavano nulla di intentato sulla sorte finale dell'umanità o, per meglio dire, dell'intero universo. D'altra parte, esso si interessava, di preferenza, alla sorte degli umili. La sua dottrina sembrava fatta appositamente per loro. Diceva con Gesù: «Beati i poveri, perché avranno le vere ricchezze. Beati coloro che hanno fame, perché saranno saziati. Beati quelli che piangono, perché saranno consolati. Venite a me, voi tutti che siete oppressi, io vi consolerò». Come non rispondere con fiducia a un appello così umano e così compassionevole? 

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