mercoledì 2 marzo 2022

IL DIO GESÙIl Golgota

(segue da qui)


IL GOLGOTA

Propongo qui un'ipotesi che gli specialisti, al momento della mia comunicazione alla Société Ernest Renan, hanno giudicato molto meno rischiosa, nella sostanza, di quanto si avesse potuto temere. Quell'ipotesi, inoltre, l'avevo sottoposta, una decina d'anni prima, al maestro semitizzante Joseph Halévy, che aveva ben voluto dichiararmi che non la giudicava inammissibile e controllare, con la sua grande competenza, i dati aramaici di cui mi ero servito.

I vangeli raccontano che Gesù è stato crocifisso in «un luogo detto Golgota, il quale si traduce luogo del cranio». [1] Dove era situato questo luogo? San Matteo precisa che si era «usciti», usciti dalla città evidentemente; oggi il Golgota è familiare a pellegrini e a turisti; è, si assicura, il punto stesso dove si eleva la chiesa del Santo Sepolcro.

Se la morte di Gesù è un'esecuzione giudiziaria, quella identificazione non avviene senza presentare alcune difficoltà. Non più che per Nazaret, non gli si trova riferimento anteriore ai vangeli; il silenzio degli scrittori è forse qui più inspiegabile ancora che per Nazaret; Nazaret, in effetti, è supposta un villaggio sperduto della Galilea; il Golgota è alle porte stesse di Gerusalemme. Ed ecco ancora un argomento, benché secondario, contro l'esecuzione giudiziaria.

Se, per contro, la morte di Gesù è un sacrificio espiatorio, l'identificazione diventa impossibile. Come supporre che un sacrificio illegale, un sacrificio proibito dal clero gerosolimitano, un sacrificio che ha potuto essere praticato solo in segreto, sia stato compiuto alle porte stesse della città, a mezzo chilometro dal Tempio, si può dire nel raggio visivo del corpo sacerdotale?

Queste considerazioni mi hanno condotto a cercare se il Golgota, in quanto luogo del sacrificio, non potesse essere situato altrove rispetto al luogo generalmente ammesso. 

La parola Golgota si scriveva in aramaico גּוּלְגּוּלְתָּא, Golgota, e in ebraico גלגלת, Gulgolet, che è divenuto con la scomparsa della seconda lamed: Golgota. La parola ebraica Gulgolet si trova, con il significato di «cranio», in Esodo 16:16; Numeri 1:2; e 2 Re 9:35.

Già pare possibile che questo Gulgolet sia una di quelle parole che l'uso impiega alternativamente, e anche simultaneamente, come nomi comuni e come nomi propri. Così ne è, in francese, delle denominazioni che restano nomi comuni e sono allo stesso tempo nomi propri, Laroche, Châteauneuf, per esempio. E sin da ora si può immaginare che Gesù sia stato crocifisso su un gulgolet, vale a dire su una delle numerose colline che si chiamavano gulgolet nel primo secolo.

D'altra parte, ad esaminare da vicino questa parola gulgolet, non c'è dubbio che sia una forma espletiva di Golgola, per l'aggiunta della Tav, così come Nazaret è una forma espletiva di Nazara, Genesaret di Gennesar...

Ma cos'è questa parola Golgola, se non la stessa di Ghilgal, senza alcuna modifica delle consonanti (guimel, lamed, guimel, lamed)? Ora, Gilgal è allo stesso tempo, la cosa è universalmente ammessa, un nome comune che significa il cerchio (e si applica agli antichi cerchi megalitici che noi chiamiamo cromlech e che erano alti luoghi, vale a dire luoghi sacri cananei) e un nome proprio che è quello di diverse città, allo stesso modo che in francese Laroche, Châteauneuf, ecc.

E mantenendo il nome comune, vale a dire la possibilità che Gesù sia stato sacrificato non sul Gulgolet, ma su un gulgolet, vale a dire non a Gilgal, ma su un ghilgal, si arriva a quella conclusione, che la crocifissione ha avuto luogo su un antico cromlech, vale a dire su un antico alto luogo megalitico, il che evoca di colpo l'idea dei più antichi culti palestinesi.

Il Golgota antico luogo di culto palestinese, questa è la possibilità alla quale Joseph Halévy non aveva rifiutato il suo interesse e che, da sé sola, porta all'ipotesi di un'antichissima religione palestinese un argomento considerevole.

Immaginiamo dunque l'antico alto luogo, l'antico cromlech. Mille anni prima della nostra era, questo era il santuario del dio. Nel I° secolo, è un luogo abbandonato, dove non passa nessuna strada, una sorta di deserto silenzioso... Come è comprensibile che sia lì dove la setta precristiana, continuando un rito millenario, si reca, a lunghi intervalli, per celebrare il suo culto al riparo da sguardi profani, nel punto stesso dove una volta egli era onorato.

Si sa, e la cosa è stata esposta dai giornali al grande pubblico, che i Samaritani continuano ai nostri giorni a recarsi una volta all'anno sulla cima deserta del monte Gerizim per celebrarvi la loro pasqua e immolare l'agnello, come i loro padri lo immolavano secoli e secoli fa.

Il Gilgal, il Gulgolet dove fu crocifisso Gesù, si presenta come una sorta di Gerizim precristiano.

E qui un lampo balena nella mente di chiunque conosca la Bibbia e accetti di non rivoltarsi contro la ragione. La Bibbia, infatti, riporta (e nel modo più preciso) che un certo luogo denominato Ghilgal era il principale centro, di cosa? del patriarca Iehoshua, vale a dire di Gesù-Giosuè. Vi è là una nuova coincidenza la quale, il giorno in cui andai a vederlo, lasciò sognare il vecchio studioso che mi ascoltava, e che era ben lontano eppure da qualsiasi idea mitica.

Gesù, il dio cristiano, crocifisso su un gulgolet, vale a dire su un ghilgal! Gesù-Giosuè, l'antico patriarca che alcuni pretendono un dio palestinese, avente la sua sede in un ghilgal, vale a dire in un gulgolet!

Golgota linguisticamente è uguale a Ghilgal, come linguisticamente Gesù è uguale a Giosuè.

Ma se ghilgal e gulgolet sono nomi comuni, sono o possono essere anche nomi propri, vale a dire che le città, i santuari si sono chiamati Ghilgal o Gulgolet, come dei borghi oggi si chiamano Laroche o Châteauneuf. È possibile identificare il Ghilgal divenuto Goulgolet, che, dopo essere stato una città e un santuario, sarebbe stato abbandonato e sarebbe diventato un deserto, e dove, nel I° secolo, i precristiani potevano andare a celebrare in pace il loro culto?

Sembra evidente che, se si identificasse l'antica Gilgal del patriarca Gesù-Giosuè, ci sarebbero delle chance di ritrovarvi la moderna Gulgolet. Ora, quella identificazione è data nelle storie correnti di Israele, e sembra pressappoco ammessa. 

Tra i borghi (i borghi o piuttosto i villaggi) che hanno portato in Palestina, a titolo di nome proprio, il nome di Ghilgal, gli storici d'Israele hanno riconosciuto, come il centro di spedizione del patriarca Gesù-Giosuè, il Ghilgal dei dintorni di Gerico.  

Noi non crediamo né al patriarca, né al suo quartier generale, né alle sue spedizioni; quartier generale, ciò deve tradursi antico santuario; ma non importa, dal punto di vista della semplice identificazione geografica. Il Ghilgal vicino a Gerico è una collina che si eleva nella depressione del terreno vicino al Mar Morto, a circa 1.000 metri d'altitudine al di sopra di Gerusalemme, e che Baedeker ritrova nell'attuale collina di Tell Djeldjoub, sulla strada che porta dal Giordano a Gerico, a mezz'ora da quella città e a pressappoco sei o sette ore di viaggio da Gerusalemme stessa, con quella particolarità che richiama immediatamente l'attenzione, che nel I° secolo l'antica collina, da lungo tempo abbandonata, era diventata una sorta di deserto.

È là che si deve andare a salutare il venerabile santuario dove per secoli era stato crocifisso l'umile piccolo dio palestinese che è diventato il dio glorioso del cristianesimo?

La prossimità di Gerusalemme, a un breve giorno di viaggio, sarebbe un indizio favorevole. Per contro, se la setta precristiana è galilea, il Ghilgal dei dintorni di Gerico sembra mal indicato. Ma il Gesù-Giosuè palestinese era galileo? La setta precristiana stessa era galilea, oppure esclusivamente galilea? Domande che appartengono alla preistoria del cristianesimo. Inoltre, la distanza dal Mar Morto al lago di Tiberiade, un centinaio di chilometri, non supera le condizioni per un pellegrinaggio all'alto luogo originario.

Resta, in ogni caso, acquisito che il Golgota dei vangeli è un ghilgal, che un ghilgal è un alto luogo palestinese, e che è in un ghilgal che l'antico Gesù-Giosuè ebbe il suo quartier generale, vale a dire un santuario... Nell'ipotesi che il Gesù del cristianesimo sarebbe stato un uomo tra gli uomini crocifisso per ordine di Ponzio Pilato, si ammetterà che la coincidenza è più che sconcertante.

NOTE

[1] Matteo 27:32, e paralleli, in particolare, Marco 15:22.

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