domenica 27 febbraio 2022

IL DIO GESÙStoricità e data della crocifissione

(segue da qui)


STORICITÀ E DATA DELLA CROCIFISSIONE

Inaugurato ad un'epoca preistorica, continuato per secoli e secoli, il sacrificio precristiano cessò un giorno di essere rinnovato.

Perché?

Poche parole basteranno a farlo presentire sin da ora.

Dapprima, perché l'ultimo sacrificio prese, in poco tempo, e lo si vedrà nel prossimo volume, il carattere di un atto unico. In seguito, perché praticamente la celebrazione del dramma sacro era diventata impossibile. Infine, perché la forma ne fu modificata e, sotto l'influenza delle circostanze, si concentrò nel rito della frazione del pane.

Ma non c'è dubbio che l'ultimo delle migliaia di sacrifici che i seguaci di Gesù praticarono nel corso dei secoli, sia corrisposto alla presunta crocifissione tradizionale ordinata dal procuratore Pilato.

Il signor Maurice Goguel, che si è fatto il più recente e il più ardente difensore della storicità di Gesù, sostiene precisamente, nel suo libro, Jésus de Nazareth, che la storicità della crocifissione è attestata dalle epistole di San Paolo. Il signor Maurice Goguel in ciò ha ragione; ma in ciò soltanto; perché non ha operato la dissociazione di idee che si impone. Sì, la crocifissione è stata una realtà; ma la crocifissione non è stata un'esecuzione giudiziaria; essa è stata un sacrificio.

Si sarà parimenti d'accordo con il signor Alfred Loisy che all'inizio del cristianesimo si iscrive la crocifissione di Gesù al tempo di Pilato, ma non una crocifissione giudiziaria ordinata da Pilato.

D'accordo anche con gli studiosi razionalisti, così come con gli ortodossi, che la crocifissione è un fatto storico, ma in quanto l'ultima delle crocifissioni del dio.

Per dirla più esattamente, non si è avuta soltanto una crocifissione che si possa definire fatto storico; ci sono state, fin dall'antichità palestinese, migliaia di crocifissioni del dio Gesù che sono state tutte storicamente eseguite sul santuario palestinese, allo stesso modo in cui, più tardi, si sono celebrati sull'altare maggiore di Notre-Dame, in migliaia di messe, migliaia di sacrifici della croce. Soltanto l'ultima delle crocifissioni palestinesi è quella che ha scatenato il cristianesimo.

Così si precisa la questione della data.

La tradizione cristiana colloca la crocifissione all'epoca dell'imperatore Tiberio. Il vangelo secondo San Luca dice il quindicesimo anno del suo regno, vale a dire l'anno 29 della nostra era. Il signor Maurice Goguel crede all'anno 28; il signor Edouard Meyer all'anno 27 o 28; il signor Alfred Loisy esita tra gli anni 27, 28 e 29. La cronologia della vita di San Paolo mi fa credere all'anno 27, il che equivaleva al dodicesimo anno del regno di Tiberio; la differenza con i dati tradizionali è insignificante. [1

NOTE

[1] Secondo l'epistola ai Galati, la riunione di Gerusalemme, che sembra risalire all'anno 44, ha avuto luogo quattordici e tre anni dopo la conversione di San Paolo, la quale risalirebbe quindi pressappoco all'anno 27, perché il testo di Galati non mira ad una precisione matematica. La conversione di San Paolo non può seguire di meno di qualche mese la crocifissione, la quale non può dunque minimamente essere posteriore all'anno 27 stesso. D'altra parte, come terminus a quo, essa è limitata dall'arrivo di Pilato in Giudea, che ebbe luogo nell'anno 26. Si noterà tuttavia che sarebbe indifferente che la crocifissione abbia avuto luogo qualche mese prima dell'arrivo di Pilato, se si considera l'intervento di costui un'invenzione leggendaria; importerebbe solo che l'invenzione non si scontri troppo manifestamente con le nozioni, per quanto approssimative, che i cristiani potevano avere alla fine del primo secolo quanto alla carriera del celebre procuratore.

Un altro terminus a quo è forse, come lo si vedrà per il seguito, la costruzione di Tiberiade da parte di Antipa nel 24-26.

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