Il Dio straniero, che non solo non ha colpa di questo mondo e non ne è toccato, ma che ha pietà di esso, toccò la terra unicamente in Cristo e anche con lui in maniera nascosta. Proprio questo trascendente absconditum, velato anche nel suo Evangelo, deve essere nella sua lontananza l'unica realtà che illumina; infatti già il dicibile non può che deformare.
(E. Bloch, Ateismo nel cristianesimo, trad. it. di Francesco Coppellotti, Milano, 1971, p. 231)
— Questo è tutto? — chiese Paolina.
No, figlia mia, non è tutto. Putois ebbe questo di notevole, ch’egli ci era cognito, famigliare, e che tuttavia...
— ... non esisteva affatto — disse Zoe.
Il signor Bergeret lanciò sulla sorella uno sguardo di rimprovero:
— Che idea, Zoe ! Perché rompere così l’incanto? Putois non esisteva. L’oseresti dire tu, Zoe? Zoe, lo potresti sostenere? Per affermare che Putois non esistette affatto, che Putois non fu mai, hai tu abbastanza considerato le condizioni dell’esistenza e i modi d’essere? Putois esisteva, sorella mia. Ma è vero che la sua era un’esistenza speciale.
(Anatole France, Putois)
Πόλεμος πάντων μεν πατήρ εστί
(Eraclito)
Il Dio di Coincidenza
Può qualcuno negare che
Una cosa dopo l'altra
In sequenza e logica
Mai vista prima
Non può essere che la
Interferenza di un Dio
Determinata a provare che
Ognuno che pretende
Di conoscere ora
Una cospirazione è
Demente?
(Kent Murphy)
Nel terreno del Nuovo Testamento, cominceremo dal più minuscolo seme di cui ci parla la nota parabola:
«A che paragoneremo il regno di Dio, o con quale parabola lo rappresenteremo? Esso è simile a un granello di senape, il quale, quando lo si è seminato in terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra; ma quando è seminato, cresce e diventa più grande di tutti gli ortaggi; e fa dei rami tanto grandi, che all'ombra loro possono ripararsi gli uccelli del cielo»
(Marco 4:30-31)
Apriamo dunque il Nuovo Testamento, non prima di averlo ordinato cronologicamente, e scopriamo che ogni cosa cominciò con l'ebreo Paolo. Perciò diamo uno sguardo più vicino al primo granello di senape che avrebbe conquistato Roma:
Ora esisteva, forse, un culto di Gesù prima di Paolo, ma a questo punto, chiunque fosse all'origine di quel culto di Gesù, è irrilevante, perché quell'origine è in realtà totalmente assente da tutti i documenti del cristianesimo. Qualunque cosa fosse all'origine di quel culto, è insomma totalmente perduto. I più antichi documenti cristiani, infatti, sono solo sei/sette (o forse solo quattro) lettere autentiche di Paolo. Ma quelle lettere sono altamente problematiche per i folli apologeti cristiani. A differenza dei quattro vangeli, ricolmi di detti e atti di Gesù, stupefacente come potrebbe essere, lo strato più antico degli scritti del Nuovo Testamento non offrono alcuna informazione sostanziale circa Gesù.
Nelle sue lettere, Paolo non racconta né gli inizi della nuova religione, né gli episodi della vita del suo fondatore, non conosce né Maria, né Giuseppe, né Pilato, né gli altri personaggi dei vangeli. Egli si dedica alla predicazione del vangelo di dio, vangelo unico (non ve ne sono quattro ai suoi tempi), ossia, della buona novella di salvezza. Ma si comincia ad attaccarlo ed egli previene i Corinzi dall'ascoltare quei malvagi predicatori (2 Corinzi 11:4): «Se infatti il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo». Dunque, si riconosce qui la presenza di ben due cristianesimi, vi sono discordie tali che Paolo dice: «ciascuno di voi dichiara: «Io sono di Paolo»; «io, di Apollo»; «io, di Cefa»; «io, di Cristo». Cristo è forse diviso?» (1 Corinzi 1:12-13). Si vedono brulicare tutte queste sette attorno a Paolo. Vi sono stati almeno due cristianesimi all'origine: un cristianesimo giudaizzante e un cristianesimo gentilizzante.
Quale è il pensiero di Paolo ? Paolo non ha visto l'uomo Gesù. Egli non dice nemmeno che gli altri apostoli l'avevano conosciuto in modo diverso da come lo aveva conosciuto lui, ossia: soltanto mediante visioni.
È per rivelazione che egli ha avuto conoscenza del mistero di Cristo. Per Paolo, sono i principi del mondo, ovvero gli arconti dei cieli cosmici, dei pianeti, che hanno crocifisso «il Signore della gloria», espressione che significa lo splendore della deità e che non indica un uomo crocifisso.
Potete pensare per un solo momento che si alluda in quella scena cosmica ad un semplice patibolo, ad una tortura, ad un Cristo storico?!?
Io non lo penso proprio.
Paolo ci dice anche che quella crocifissione è stata rappresentata davanti ai Galati. E questo spettacolo non doveva essere riprovevole perché Paolo si gloria della croce di Cristo per mezzo di cui il mondo è crocifisso. Il mondo non può essere crocifisso da una croce di legno, mediante una crocifissione romana.
«Per Paolo», ed è Renan che lo dice, «Gesù non è un uomo che ha vissuto ed ha insegnato. Gesù è il Cristo che è morto per i nostri peccati, che ci salva, è un essere del tutto divino».
Se quella setta, ci dice Renan, non ci avesse trasmesso degli scritti, noi non sfioreremmo la persona di Gesù e potremmo addirittura dubitare della sua esistenza. Ecco ciò che ci dice il celebre autore della Vita di Gesù. Tradotto: se non ne dubitiamo, è grazie ai vangeli che sono posteriori a Paolo.
Ma i vangeli sono adulterati, contradditori. Personalmente, io non posso credere a queste false testimonianze. E la mia conclusione è presto detta: ci sono stati due Gesù, due cristianesimi. San Paolo lo ha detto, Tertulliano lo ha confessato, i nostri evangelisti pure, tutto è stato confuso verso il 140-150.
Ci sono state delle polemiche. Marcione ha diffuso il primo vangelo. Si è avuta in seguito una fusione di diverse scritture, ma i due Gesù, i due cristianesimi, sono sempre là nelle nostre scritture, si deve scegliere uno e dire perché oppure separarli completamente.
Quanto al fatto che Ponzio Pilato avesse fatto crocifiggere qualcuno a Gerusalemme, io sono assolutamente pronto ad ammetterlo, io sono perfino persuaso che egli avesse fatto crocifiggere un sacco di ebrei. Il problema non è quello. Il problema è sapere se un uomo crocifisso da Ponzio Pilato è alle Origini cristiane, è là a mio avviso tutto il problema, è di questo soprattutto che vorrei avere almeno una prova.
Si è pure detto che non occorre una prova, perché l'esistenza storica di Gesù non avrebbe nessuna importanza per la fede, ma io dichiaro invece che sì, quell'esistenza è ormai troppo intimamente legata alla fede perché non vi si badi. Mauro Pesce, per prendere uno tra i tanti cosiddetti accademici storicisti, è fin troppo evidentemente un cripto-cristiano: altrimenti, come spiegare il suo distorto interesse per i cattolici attuali ? Ma senza scomodare il folle apologeta cristiano di turno travestito da «storico», andate a dire a Roma dal demente pontefice regnante che l'esistenza terrena di Gesù non ha alcuna importanza, vedete come vi faranno uscire a forza dal Vaticano a colpi di alabarda! Ha ha ha !!!
L'umanizzazione di un Cristo divino si comprende tanto bene quanto quella di Zeus-Giove e, a partire da là, ogni tipo di leggende poteva nascere, legate più o meno a diversi uomini in cui si poteva credere che lo Spirito di Dio si fosse incarnato. I tratti umani prestati a Gesù non costituiscono nemmeno presunzioni in favore della sua esistenza reale. Tutti gli eroi leggendari sono stati presentati sotto tratti umani.
Ad ogni caso, il Gesù dei vangeli come lo si legge nel Nuovo Testamento, non è un personaggio storico.
GESÙ E GIUDA
UN'INCHIESTA STORICA E TESTUALE
di
J. M. ROBERTSON
Traduzione di: Giuseppe Ferri
Nessun commento:
Posta un commento