sabato 17 ottobre 2020

LA PASSIONE DI GESÙ: FATTO DI STORIA O OGGETTO DI CREDENZAL'Epistola ai Galati.



L'Epistola ai Galati.

Equivale questo a dire che vi è stato completo accordo tra Paolo e i cristiani di Gerusalemme? È l'Epistola ai Galati, nelle parti la cui attribuzione a Paolo non è contestata da nessun critico in Francia, che ci informerà meglio sui suoi rapporti con questi cristiani.

L'Epistola ai Galati, nel suo testo attuale, dopo aver menzionato la conversione di Paolo, a seguito di una rivelazione, è così scritta, in 1:17-20.

«17. Non salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai subito in Arabia. Quindi ritornai a Damasco.

18. Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per fare la conoscenza di Cefa (Pietro) e stetti da lui quindici giorni.

19. Ma non vidi nessun altro degli apostoli, se non Giacomo, il fratello del Signore. 

20. Ora, riguardo a ciò che vi scrivo, ecco, vi dichiaro, davanti a Dio, che non mento».

«A cosa servirebbe», ha scritto Loisy, «questo giuramento per garantire una cosa così semplice, se fosse la verità? La contraddizione è palpabile con quanto precede, dove il nostro Paolo ha dichiarato che non aveva nulla da apprendere dalla gente di Gerusalemme. Non lo è meno con quanto segue, poiché Paolo ci dirà (versi 22 e 23) che le comunità di Giudea non l'avevano mai visto e che avevano appreso solo la notizia della sua conversione e della sua attività apostolica...»

«L'intenzione era di mostrare Paolo mentre faceva atto di subordinazione a Pietro; per attenuare la contraddizione con il contesto, si è scritto che egli era davvero venuto a Gerusalemme, ma che non aveva visto che due persone, Pietro e Giacomo...». [96]

Così, secondo il testo stesso, dopo la sua conversione, Paolo sarebbe rimasto tre anni senza recarsi a Gerusalemme; ma essendo stata stabilita la realtà di un'interpolazione cattolica, ne consegue che bisogna attenersi al primo verso del capitolo 2 (rimuovendo le parole «di nuovo», inserite dalla redazione cattolica) e considerare che è «quattordici anni dopo» la sua conversione che Paolo «sale a Gerusalemme». [97] Malgrado le riserve che può suscitare l'intero capitolo 2, come si vedrà più avanti, è possibile accettare la data fornita per questo viaggio nella biografia di Paolo, che sarebbe stato oggetto di una tradizione tra i suoi discepoli; d'altra parte gli storici sembrano oggi d'accordo nel collocare il viaggio nel 43. [98]

Ma cosa sono stati questi colloqui di Gerusalemme, talvolta chiamati con un termine un po' ambizioso,  conferenza apostolica o addirittura concilio di Gerusalemme? Si tratta di una questione molto difficile da risolvere. Una delle cause di questa difficoltà risiede nel valore della testimonianza che conviene attribuire al capitolo 2 di Galati. Turmel e Loisy ritengono che questo capitolo sia l'opera o (secondo il primo) di un discepolo di Marcione, oppure (secondo il secondo) di uno scrittore mistico della fine del I° secolo o dell'inizio del II°, devoto alla memoria di Paolo, ma in ogni caso non l'opera dell'apostolo stesso. Al contrario la maggior parte dei critici francesi, come Guignebert, Goguel, Marcel Simon, e anche Alfaric, considerano primitivo il capitolo in questione, e gli si conferiva praticamente pressappoco lo stesso valore, se lo si considerava una tradizione raccolta dai discepoli di Paolo. Proviamo a vedere cosa si può ricavare, relativamente ai punti più importanti, da valutazioni così discordanti. [99]

NOTE

[95] Si veda più avanti, pag. 144.

[96] LOISY, Remarques, pag. 38-39; si veda DELAFOSSE (TURMEL), L'Epître aux Galates, pag. 188, nota 1. Si veda più avanti Appendice 2, pag. 264.

[97] È così che lo intende GOGUEL, La naissance du christianisme, pag. 40.

[98] Si veda più sopra, pag. 102, nota 6.

[99] Si veda DELAFOSSE (TURMEL), L'Epître aux Galates (nella raccolta intitolata: La 2° Epître aux Corinthiens), pag. 67-73; LOISY, Remarques, pag. 40-45, 56-57, e, nelle Conclusioni, pag. 180-181; GUIGNEBERT, Jésus, pag. 72-73, Le Christ, pag. 66-67, 69-70, 121, 123-124, 138-139, 297-298, 303-308; Marcel SIMON, Les premiers chrétiens, capitolo 5, Il conflitto delle osservanze (pag. 70-82); ALFARIC, Le problème de Jésus, pag. 19-21.

Nessun commento:

Posta un commento