martedì 15 gennaio 2019

«Il Dio Gesù» (di Paul-Louis Couchoud) — Gesù puramente uomo (III)

(segue da qui)

 PARTE SECONDA

GESÙ PURAMENTE UOMO

“La fede non è in nostro potere” (Pascal). Non appartiene a tutti. È un deposito ereditario o un dono della Grazia, una tradizione o un privilegio. Molte persone non ce l'hanno, non ce l'hanno più, la rifiutano, la respingono o la rimpiangono. Ebrei, musulmani, non cristiani. Non credenti, agnostici di temperamento o d'educazione. Razionalisti puri, deisti vaghi, atei sinceri, isolati da un ambiente spirituale che per gli altri è vitale. Non c'è più cristianesimo nel senso di un vincolo morale. L'espressione assassina di san Bernardo: Perisca un uomo piuttosto che l'Unità (Lettera 102) è abrogata. Il mondo della fede e quello dell'incredulità coesistono in pace. Molti spiriti si pongono dunque la domanda: Chi è Gesù? senza che la fede debba dettare il suo Credo.
Non appena il complesso insondabile Uomo-Dio non è accettato, una sola risposta sembra possibile. Gesù è un uomo, semplicemente un uomo, un ebreo di Palestina condannato a morte da Pilato e che la fede prodigiosa dei suoi discepoli ha trasfigurato in Dio. Questo sembra chiaro, evidente, manifesto. Questo è, invero, abbastanza oscuro. Gesù è la grande perplessità dello storico.
È sicuramente molto sfortunato il fatto che nessun autore laico appoggi l'esistenza storica di Gesù su di una testimonianza formale e indipendente. Il passo da Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe è una vistosa interpolazione cristiana, un corpo estraneo al suo contesto: “Verso questo tempo visse Gesù, uomo saggio, ammesso che lo si possa chiamare uomo.... Egli era il Cristo. Lo stesso vale (senza offesa a Robert Eisler) dei passi interpolati nella traduzione slava della Guerra Giudaica da parte dello stesso autore. Provano come il silenzio di Flavio Giuseppe abbia finito per sorprendere i cristiani. L'altro storico della Palestina per il I° secolo della nostra era, il galileo Giusto di Tiberiade, il cui libro perduto è stato letto da Fozio, non ha detto nulla non più del suo presunto compatriota. La frase di passaggio di Tacito (Auctor nominis ejus Chrestus Tiberio imperitante per procuratorem Pontium Pilatum supplicio adfectus), scritta intorno al 116 per spiegare il nome dei cristiani condannati da Nerone nel 64, ripete con ogni probabilità quello che Tacito ha appreso dagli stessi cristiani, sia a Roma sia in Asia Minore durante il suo proconsolato. Plinio il Giovane, tuttavia, che ha dovuto giudicare, nel 112, dei cristiani di Bitinia e del Ponto, riferisce a Traiano che all'alba, essi cantano un inno a Cristo come a un dio (quasi deo), cioè vale a dire, secondo il rito usato non per gli eroi, ma per gli dèi. Questo sembra ignorare l'idea di una morte eroica. In ultima analisi l'Uomo-Dio Christus ci è noto solo dai cristiani.
È quindi necessario ripiegare sui soli scritti cristiani. Si deve cercare di estrarre in breve un uomo da testi che ci offrono un Uomo-Dio. Il compito è più arduo di quanto non appaia inizialmente. E il secondo compito, che consiste nello spiegare la metamorfosi di quest'uomo oscuro nel Dio adorato dall'Occidente, richiede l'impossibile.
In altri paesi oltre alla Francia, lo studio delle origini cristiane è il monopolio di potenti Facoltà di teologia, incaricate di istruire i futuri pastori. I professori più liberali evitano di prendere espressamente la posizione: Gesù puramente uomo. Solamente a Parigi, a causa delle circostanze politiche, ha potuto costituirsi e fiorire una Scuola laica di storia primitiva del cristianesimo.  In una sessantina d'anni, tre maestri l'hanno illustrata. Ernest Renan, nel 1862, mentre preparava la Vita di Gesù, fu nominato professore di ebraico al College de France. Nella sua conferenza d'esordio, chiamò Gesù “quest'uomo incomparabile”: sotto i fischi dei benpensanti, fu immediatamente licenziato. Nel 1870, fu ristabilito nella sua cattedra; la tenne fino alla sua morte nel 1892. Nel 1906, all'indomani della separazione tra la Chiesa e lo Stato, un corso, presto convertito in una cattedra, di Storia del cristianesimo fu creato alla Sorbona. Fu dato all'autore di una tesi di dottorato su Tertulliano, Charles Guignebert, che la occupò fino al 1937, due anni prima della sua morte. L'abate Alfred Loisy, prete interdetto dalla Chiesa romana, scomunicato nel 1908, fu eletto nel gennaio 1909 al College de France. Vi ha insegnato fino al 1934; poi si ritirò in seguito a Ceffonds dove morì il 1° giugno 1940. A Parigi, in un semi-ettaro tagliato in due dalla via Saint-Jacques  si è elaborata in sessant'anni la concezione di Gesù puramente uomo. 

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