domenica 8 dicembre 2013

τοῦ λεγομένου Χριστοῦ è un'interpolazione cristiana (V)

 Segue dal post precedente.

Conoscenza di Origene di un altro passaggio di Giacomo

Origene sta dunque affermando due volte che Giuseppe non accettò o non riconobbe in Gesù il Messia. Duqnue, cosa sta a significare questo? Ci sono ragionevolmente tre possibili interpretazioni:

1) Giuseppe negò recisamente la Messianicità di Gesù e scrisse qualcosa del genere: ''Egli non fu il Messia!'' Questo indicherebbe che Origene seppe di un ormai perduto passaggio di Giuseppe. Perfino se questo è naturalmente possibile, non vedo nessuna ragione per cui, sulla base di questa vaga dichiarazione di Origene, si debba ipotizzare, del tutto gratuitamente, tale ipotetico testo mancante.

2) Giuseppe non scrisse per nulla nemmeno una porzione del Testimonium Flavianum, e dall'espressione ''chiamato Cristo'' nel passaggio di Giacomo citato da Origene, secondo cui fu il fato di Giacomo e non di Gesù ad essere la causa della caduta di Gerusalemme, e inoltre dal complessivo silenzio di Giuseppe su Gesù e sulla dottrina cristiana, Origene avrebbe tratto la conclusione che ciò stava a indicare che Giuseppe probabilmente non poteva aver considerato Gesù il Messia --  pertanto egli dovrebbe aver detto qualcosa del genere. Questa ritengo che sia una spiegazione probabile.

3) Giuseppe scrisse il Testimonium Flavianum ma non che Gesù ''era il Messia'' (perchè, se fosse così, Origene non avrebbe detto che Giuseppe non accettò Gesù come Messia), ma piuttosto qualcosa del genere ''egli fu creduto il Messia'', simile a come Girolamo rese la frase. 

Quest'ultima è una tesi popolare tra coloro che sono a favore dell'autenticità. Secondo costoro, l'espressione ''egli fu creduto'' spiegherebbe bene il ''non accettò'' di Origene. D'altro canto, questo ragionamento è illogico, e per numerose ragioni. La pretesa che il Testimonium Flavianum dovesse aver compreso la frase ''egli fu creduto il Messia'' è una modifica ''di comodo'' del Testimonium Flavianum al fine di rendere più facilmente accettabile l'idea che Giuseppe avesse scritto quel paragrafo. Ma Origene non menziona affatto il Testimonium Flavianum, perfino se parla di Giovanni il Battista e del libro 18, dove è ora presente il Testimonium Flavianum. Alla fine del Testimonium Flavianum, è già presente un'espressione dove è detto che Gesù ''fu chiamato il Messia''. E per sentirci doppiamente sicuri, ammettiamo pure che si tratti di un paragrafo di cui Origine afferma espressamente l'occorrenza in Giuseppe. L'espressione ''egli fu chiamato Cristo'' non esprime altrettanto molto (oppure altrettanto poco) scetticismo al pari dell'espressione ''egli fu creduto Cristo'' ?

Per confronto, possiamo immaginare che una persona scriva che ''Berlusconi fu creduto presidente'' e un'altra scriva ''Berlusconi fu chiamato presidente''. C'è qualche differenza nel grado di scetticismo tra quei due concetti? Possiamo affermare forse che lo scrittore in un caso non accettò personalmente Berlusconi come presidente, ma nel secondo caso lo accettò? Entrambe le espressioni descrivono che cosa altri potrebbero aver pensato, ma non, per forza, cosa l'autore stesso pensava. In entrambi i casi, questo potrebbe essere sufficiente ad un lettore per dubitare che chiunque scrisse questo accettò davvero, in cuor suo, che Berlusconi ricoprisse quella carica, ma non in un caso più che nell'altro. Perchè dunque la necessità di un testo che non abbiamo che dica la stessa cosa di un testo realmente in nostro possesso? Non è allora più ragionevole assumere che quando Origene dice che Giuseppe non accettò in Gesù il Messia, e podo dopo cita un testo in cui Giuseppe scrive che Gesù fu chiamato il Messia, è quella formulazione che egli ha in mente e non un'ipotetica formulazione con lo stesso significato? Per di più, si deve anche assumere gratis che il Testimonium Flavianum a cui Origene in tale caso avrebbe avuto accesso, differiva dalla versione ricevuta in molti più punti; per esempio, gli antichi profeti non potevano possibilmente aver predetto le azioni di Gesù, dal momento che altrimenti Giuseppe avrebbe riconosciuto in lui il Messia. E perfino un ''parziale'' Testimonium Flavianum avrebbe servito agli scopi di Origene; se non altro per mostrare almeno che alcune persone in quei gorni credevano che Gesù fosse il Messia.

Uno scenario molto più probabile è che Origene sulla base della fama di Giuseppe concluse che Giuseppe non accettò o non riconobbe in Gesù il Messia. C'è ogni ragione di pensare che Origene non fu solo superficialmente familiare con le opere di Giuseppe, ma che ne avesse anche letto i libri e in particolare le Antichità Giudaiche (questo non è la stessa cosa di dire che fu un ''meticoloso studioso'', anzi... ...tutt'altro!). Questa conclusione può essere derivata dal fatto che Origene cita e riassume Giuseppe in 11 occasioni e questo lo fa in numerose opere [1]. Questo lo si può anche inferire dalle cose che Origene stesso scrive: che Giuseppe ''scrisse le Antichità dei Giudei in venti libri'' e che ''nel 18° libro delle sue Antichità dei Giudei, Giuseppe reca testimonianza a Giovanni per il suo essere stato un Battezzatore''. A parte questo, anche il Testimonium Flavianum occorre nel libro 18. Il fatto che Origene dà un resoconto delle cose che Giuseppe scrive a proposito di Giovanni il Battista nel Libro 18 delle Antichità Giudaiche, ha almeno due immediate implicazioni.
1) Esso mostra che Origene fu familiare con quella parte particolare delle opere di Giuseppe dove è presente il Testimonium Flavianum.
2) Origene dovrebbe essere stato consapevole del Testimonium Flavianum se esso fosse capitato nel suo manoscritto delle Antichità Giudaiche, tuttavia egli non si sofferma affatto sui suoi contenuti e neppure menziona il passaggio. Questo allora dimostra che il Testimonium Flavianum molto probabilmente non apparve nei manoscritti di Giuseppe a cui Origene aveva accesso. Probabilmente Origene non avrebbe potuto evitare di riferirsi al Testimonium Flavianum, quasi indipendentemente da cosa il paragrafo avesse detto e certamente non mediante solo la piccola modifica di ''egli era'' in ''egli era creduto'' il Messia, in quanto la predizione delle sue azioni da parte degli antichi profeti sarebbe stata più che sufficiente agli scopi di Origene.

L'affermazione di Origene che Giuseppe non accettò Gesù come Messia indica anche che egli fosse realmente consapevole di ogni cosa scritta da Giuseppe, e perciò lo avesse letto completamente. Se egli avesse avuto accesso o no alle opere di Giuseppe quando scrisse Contro Celso e Su Matteo è un'altra materia. A volte è detto che Origene in una o possibilmente due occasioni abbia confuso i libri di Giuseppe. Comunque, è assai lontano dal certo che questo sia invero il caso, e il sospetto probabilmente sorse anche dovuto al fatto che l'opera Contro Apione di Giuseppe in origine portasse anch'esso il nome Antichità Giudaiche [2]. Cosa non possiamo conoscere è se Origene guardò veramente le cose che egli attribuì a Giuseppe, oppure se attinse dalla memoria. Una perlustrazione delle opere di Giuseppe chiarisce che Giuseppe non fu cristiano. Combinata con la possibile realizzazione di Origene che Giuseppe non aveva scritto niente su Gesù e sui cristiani (oltre alla parte che Origene cita e dove maggiore attenzione è prestata a Giacomo piuttosto che a Gesù), questo sarebbe piuttosto sufficiente per far concludere a Origene che Giuseppe non accettò Gesù come Messia. Altrimenti, dovesse aver scritto Giuseppe molte più cose intorno a Gesù, Origene sarebbe venuto alla conclusione che l'assassinio di Gesù e non di Giacomo condusse alla distruzione di Gerusalemme, e che (da parte di alcuni a quel tempo) si diceva che egli era il Messia - non solamente che egli ''era chiamato Cristo/Messia''.

In piena coerenza non devi assumere che Origene avesse letto qualche immaginario punto in Giuseppe dove egli esplicitamente dice che Gesù non fu il Messia. Origene potrebbe invero aver interpretato un detto più neutrale in Giuseppe dove Gesù fu chiamato o creduto il Messia, quasi a voler implicare che Giuseppe non accettò Gesù come Messia. Ma è allora più probabile assumere che questa fosse la reale espressione di cui Origene affermò la presenza in Giuseppe per questo tempo: propriamente, ''che fu chiamato Cristo'', invece di assumere che ci fosse un'espressione in un ipotetico Testimonium Flavianum a cui Origene non riferisce e che nè occorre in Giuseppe -- cioè, diciamo, un testo con l'espressione ''egli era ritenuto/creduto il Cristo''. Ma forse la più ragionevole assunzione da fare è che Origene non trovò nient'altro su Gesù Cristo che non fosse detto in connessione alla punizione degli ebrei a causa dell'assassinio di Giacomo. Origene concluse che la mancanza d'interesse verso Gesù da parte di Giuseppe dimostrava che egli non poteva aver pensato di Gesù come il Messia. Se così, questa ''manchevolezza'' sarebbe stata corretta in futuro mediante la creazione totale del Testimonium Flavianum.

[1] Earl Doherty, Jesus: Neither God Nor Man – The Case for a Mythical Jesus (2009), pag. 538.

[2] Origene parla in due occasioni  (Contro Celso 1:16 e 4:11) di due libri di Giuseppe ''sulle antichità degli ebrei'' e perciò sembra in apparenza confuso, dal momento che Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe è solo un libro. Ma Origene non si riferisce necessariamente a titoli del libro ma solo a libri che trattano delle antichità degli ebrei, ossia la storia più antica degli ebrei (qualcosa che corrisponde in effetti anche al contenuto di Contro Apione, il cui titolo al tempo di Origene fu ''L'Apologia di Flavio Giuseppe sulle Antichità dei Giudei contro Apione'').