sabato 7 dicembre 2013

τοῦ λεγομένου Χριστοῦ è un'interpolazione cristiana (IV)

Segue dal post precedente.

Conoscenza di Origene di un altro passaggio di Giacomo

Su Matteo e Contro Celso
La materia è comunque complicata dal fatto che Origene (185-254 EC) seppe di un simile passaggio su Giacomo e Gesù, che egli pretese fosse stato scritto dallo stesso Giuseppe. Origene si riferisce a questo passaggio tre volte nei due libri scritti nel periodo 244-249 EC [1]. Pretende che Giuseppe avesse scritto che ''la caduta di Gerusalemme e la distruzione del Tempio'' fossero la punizione degli ebrei per aver ucciso ''Giacomo il Giusto, che fu un fratello di Gesù che è chiamato Cristo''. Si noti che il passaggio in Giuseppe riferito da Origene, contrariamente a quanto spesso è affermato, non è lo stesso passaggio precedentemente analizzato e che è presente in tutti i manoscritti esistenti delle Antichità Giudaiche. Non è attestato da nessuna parte nelle Antichità Giudaiche che la morte di Giacomo sarebbe stata la causa della disgrazia degli ebrei. Riproduco tutti e tre i passaggi di Origene in cui probabilmente furono scritti:


“E una così grande reputazione fra la gente per la sua rettitudine fece innalzare Giacomo al punto che Giuseppe, che scrisse le Antichità Giudaiche in venti libri, quando desiderava esporre la causa per cui la popolazione soffrì una così grande pena al punto che persino il tempio venne raso al suolo, diceva che quei fatti accaddero a causa dell’ira di Dio in conseguenza delle cose che essi avevano osato fare contro Giacomo, il fratello di Gesù che è chiamato Cristo. E la cosa stupefacente è che, sebbene egli non credesse che Gesù fosse il Cristo, egli dava ancora testimonianza della rettitudine di Giacomo; ed egli dice che anche la gente pensava di aver sofferto quei fatti a causa di Giacomo.” (Origene, Su Matteo, 10:17 [mia enfasi])
''Infatti nel 18° libro delle sue Antichità Giudaiche, Giuseppe reca testimonianza a Giovanni per esser stato un Battezzatore, e per promettere purificazione a coloro che si sottoponessero al rito. Ora questo scrittore, sebbene non credente in Gesù come Cristo, nell’indagare le cause della caduta di Gerusalemme e della distruzione del tempio – anche se avrebbe dovuto dire che la cospirazione contro Gesù era la vera causa di quelle calamità  che affliggevano popolazione, perchè avevano messo a morte Cristo, che era un profeta – dice tuttavia, sebbene contro la sua volontà non sia poi molto lontano dalla verità, che questi disastri accaddero presso gli ebrei come punizione per la morte di Giacomo il Giusto, che era il fratello di Gesù chiamato il Cristo, poiché i Giudei lo avevano messo a morte nonostante fosse un uomo che si distingueva per la sua rettitudine. Paolo, un discepolo fedele di Gesù, dice che egli considerava questo Giacomo come un fratello del Signore, ma non per il suo legame di sangue, quanto piuttosto per la sua virtù e la sua dottrina. Se, allora, egli sostiene che fu a causa di Giacomo che la desolazione di Gerusalemme colpì gli ebrei, come potrebbe essa non essere legata al fatto che queste cose accaddero a causa della morte di Gesù Cristo ... ?”
(Origene, Contro Celso 1:47 [mia enfasi])
Ora là nei vangeli è ricordato, che ''quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, saprete perciò che la distruzione è vicina''. Ma in quel tempo non c’erano legioni attorno Gerusalemme che la circondassero, la chiudessero e la assediassero; l’assedio iniziò sotto il regno di Nerone e durò fino al tempo del governo di Vespasiano, il cui figlio Tito distrusse Gerusalemme a causa, come dice Giuseppe, di Giacomo il Giusto, il fratello di Gesù detto il Cristo, ma in verità a causa di Gesù Cristo il figlio di Dio.” (Origene, Contro Celso 2:13 [mia enfasi])
Due fattori sono di fondamentale importanza per la comprensione delle cose che scrive Origene. Egli usa la stessa espressione, ''il fratello di Gesù che fu chiamato Cristo'', presente in Antichità Giudaiche 20:200, ma pretende che essa facesse parte di un contesto completamente diverso da quella corrispondente espressione collocata nelle Antichità Giudaiche di oggi. Inoltre dice che Giuseppe non accettò o non riconobbe in Gesù il Cristo, cioè il Messia. Nella versione esistente del Testimonium Flavianum è detto esplicitamente che Gesù fu il Messia. Iniziamo con quest'ultimo. 

[1] Nella Storia Ecclesiastica 6:36 --Eusebio scrive -- al tempo dell'imperatore Filippo l'Arabo, Origene ''compose un'opera di otto libri in risposta a quella intitolata Discorso Vero, che era stata scritta contro di noi da Celso l'Epicureo, e i venticinque libri sul vangelo di Matteo''. Filippo l'Arabo fu imperatore tra il 244 e il 248 EC, e Origene perciò scrisse quelle due opere durante questo tempo.