sabato 28 giugno 2025

Thomas Whittaker: LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO — Testimonianze dell'Esistenza di un'Epistola Più Breve

 (segue da qui)


B. Testimonianze dell'Esistenza di un'Epistola Più Breve. 

Essendo così numerose le tracce di manipolazione, sorge spontanea la domanda: Ci sono prove che una versione più breve dell'Epistola avesse preceduto la versione canonica? Nei documenti dell'antichità cristiana, solo Clemente di Roma [1] e Marcione offrono qualcosa che verte su questo punto. Clemente (1 Corinzi 47) rimanda i suoi lettori a ciò che Paolo scrisse a proposito dei partiti tra loro; i quali, dice, non furono così scandalosi come quelli del suo giorno, poiché nel periodo precedente gli uomini sceglievano da emblema del loro partito il nome di un Apostolo rinomato, Pietro o Paolo, oppure di uno che, come Apollo, godette di elevata reputazione presso gli Apostoli. Il punto degno di nota in questo caso è che Clemente non menziona il partito che prendeva il nome da Cristo; e l'omissione difficilmente può essere stata deliberata, perché ciò gli avrebbe fornito un'argomentazione ancora più forte. Quanto alla testimonianza di Clemente, essa depone a favore dell'esistenza di una versione precedente dell'Epistola; come pure l'omissione del riferimento al partito di Cristo in una corrispondente citazione dello pseudo-Origene contro i Marcioniti. Non è certo, però, che si tratti del testo di Marcione. E, sebbene altri riferimenti a Marcione tendano leggermente a confermare l'opinione che egli leggesse l'Epistola in un'edizione precedente, le differenze tra questa e la versione successiva sembrerebbero essere state minime. Nel complesso, quindi, la testimonianza esterna non ci porta lontano. 

NOTE

[1] Van Manen colloca la prima Epistola di Clemente ai Corinzi intorno all'anno 140. (Si veda Oudchristelijke Letterkunde, pag. 78). La paternità lui la trova completamente incerta. Clemente come vescovo, “che sia il primo, il secondo o il terzo dopo Pietro, non può sussistere di fronte alla scoperta che prima di Aniceto (156-166?) la comunità di Roma non aveva un governo monarchico” (ibid., pag. 77).

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