domenica 29 ottobre 2023

Mutano gli dèi, ma restano i riti

 (segue da qui)

XXXVI — LE FESTE CRISTIANE ED IL CALENDARIO

§ 113) Mutano gli dèi, ma restano i riti. — Fin dai tempi più remoti, quando un culto nuovo si dovette instaurare, la prima preoccupazione del riformatore o dei riformatori fu quella del rito: del cerimoniale cioè, col quale il nuovo culto avrebbe dovuto essere celebrato e presentato al popolo. E poiché ogni popolo è attaccato a determinati riti, si cercò sempre di innestare il culto nuovo sui riti preesistenti, abolendo qualche particolare, e sostituendone un altro, più conforme al carattere della religione nuova.

Il Cristianesimo, trasportatosi tale in Roma, non avrebbe potuto imporre nel mondo romano i riti semplicisti del giudaismo. D'altra parte, il lungo periodo di convivenza dei galilei nelle comunità mitraiche aveva fatto sì che quelli avessero assimilato molto dei riti di questi; e poiché prima del Cristianesimo era stato in Roma il mitraismo ad assurgere a religione dello Stato (per cui i riti mitraici erano diventati familiari al mondo romano), fu facile più tardi ai cristiani, quando Costantino ne proclamò la tolleranza prima e la preminenza poi, celebrare le feste in onore del loro Dio, collo stesso rituale già usato dalla religione di Mithra per il dio proprio.

Senonché nel mondo romano, accanto a Mithra, incarnazione della divinità solare, veniva celebrata anche Cibele: «la Gran Madre degli Dèi». Da notare anzi che il culto della Gran Madre (mater deorum = Demeter) era complementare e integrativo del culto di Mithra, perché ai riti di Mithra potevano accedere soltanto gli uomini, mentre n'erano escluse le donne, le quali affluivano ai riti di Cibele. Accadeva così molto spesso che in una stessa famiglia gli uomini fossero iniziati ai misteri di Mithra, e le donne ai misteri di Cibele.

Da questa specie di sincretismo in atto traeva il Cristianesimo gli estremi per il suo culto di «Gesù e Maria»; e come si era servito dei riti di Mithra per onorare Gesù. volle in seguito servirsi dei riti di Cibele per onorare la madre del Gesù. Era naturale del resto che, rimanendo preponderante nell'impero il culto della Gran Madre, anche dopo l'assorbimento del mitraismo da parte del cristianesimo, cercasse il cristianesimo di sostituirsi anche a quello, rivelatosi tenace, specie nelle campagne. Occorreva però un elemento femminile allo scopo, ed ecco che l'idea di sostituire alla «Gran Madre degli Dèi» la «Gran Madre di Dio» non doveva tardare a manifestarsi. [1]

Qui però un numero molteplice di questioni ci si presenta. Giacché non basta rilevare che a Mithra si è sostituito Gesù, ed a Cibele si è sostituita Maria, continuandosi a celebrare, nel nome dei due ultimi, i riti che prima si erano celebrati nel nome dei due primi. Occorre poter precisare e dettagliare i particolari dei singoli riti, anteriori e posteriori al fattore cristiano, per poter argomentare se trattasi effettivamente d'identità, o non piuttosto di coincidenze casuali. E poiché non si può parlare delle feste religiose e dei riti relativi, senza prima parlare del calendario, parleremo anzitutto di questo, nonché delle principali feste registrate dal medesimo e celebrate dalle religioni più antiche. 

NOTE

[1] Il culto della Gran Madre sopravvisse per lungo tempo al culto di Mithra, ed era ancora in auge ai tempi di Agostino, il quale ne fa cenno in «De civitate Dei» (II, 4-5). 

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