domenica 16 aprile 2023

Origini Sociali del CristianesimoUna città ellenizzata: Antiochia

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Una città ellenizzata: Antiochia.

Quella tendenza era già molto potente ad Antiochia. A dispetto dell'alta percentuale di elementi ebraici e siriani che vi si affollavano senza mescolarsi, la città era fondamentalmente ellenistica. Fondata da un compagno di Alessandro, Seleuco Nicatore, capo della dinastia dei Seleucidi, di cui divenne la capitale, aveva adottato in modo del tutto naturale la religione dei conquistatori. Molte scene della loro mitologia si erano collocate in nuovi luoghi sacri che facevano concorrenza a quelli della madrepatria. Apollo soprattutto vi era in grande onore. Vi era, in un villaggio dei dintorni, a Dafne, la terra benedetta dell'«alloro», [2] un santuario famoso dove si riunivano annualmente numerosi pellegrini. Il culto ellenico del dio solare si irradiava da lì nella Siria intera. Tutte le arti dell'antica Grecia tendevano a enfatizzarlo: templi e basiliche ne facevano un ricco ornamento. Il viale centrale che attraversava la città era fiancheggiato da splendidi colonnati, statue del miglior gusto ornavano i suoi incroci. In un simile ambiente la poesia era in grande onore e fioriva spontaneamente. È così che ai tempi di Cicerone essa trovò un illustre rappresentante nella persona di Archia, a cui il grande oratore dedica uno dei suoi più bei discorsi. [3] La filosofia era ancora più apprezzata. È dal circolo paolino di Antiochia che proviene la riflessione sui greci che «cercano la sapienza». [4] Essa si applica dunque in primo luogo a quelli tra loro che erano stabiliti nella capitale siriana. Per loro, una religione aveva valore solo se offriva ai suoi adepti un insegnamento organico, una teologia, o per meglio dire, una filosofia. 

 

NOTE DEL CAPITOLO 7

[2] Archia era nato ad Antiochia, «città allora popolata e prospera, dove affluivano gli uomini più eruditi, dove prosperavano le belle lettere» (CICERONE, Pro Archia 3:4). 

[3] 1 Corinzi 1:22.

[4] Tutto ciò che segue utilizza il capitolo 14 di Strabone.

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