mercoledì 12 aprile 2023

Origini Sociali del CristianesimoRuolo delle donne

 (segue da qui)


Ruolo delle donne.

Le donne, ci dicono, si lasciavano particolarmente commuovere da quella liturgia realistica. Tenevano un posto importante e svolgevano un ruolo considerevole nella vita della Chiesa. Ciò è tanto più comprensibile in quanto nella gnosi valentiniana l'elemento femminile interveniva costantemente, pur rimanendo in secondo piano. Si manifestava persino all'interno del Pleroma divino, dove gli Eoni andavano a coppie. Una tale concezione ha potuto trovare credito solo in un ambiente ribelle al celibato, dove l'unione tra l'uomo e la donna era considerata conforme al piano divino. Ma per il vero gnostico che aveva penetrato il significato di questi misteri, poteva esserci questione solo di matrimoni mistici, che non avevano nulla di carnale. Ci si amava nel Cristo, ma come «fratello» e «sorella». Quella pratica è un'estensione di quella dei Terapeuti, da cui si vedevano le donne sedersi a sinistra degli uomini nei pasti sacri, poi organizzare in accordo con loro un coro speciale di danze liturgiche, ma senza rinunciare mai alla loro verginità. Essa esisteva fin dall'inizio in altre chiese e doveva mantenersi in alcuni luoghi, con vicissitudini diverse, per secoli. Ma da nessuna parte, sembra, l'avversione per ciò che si chiamano le «opere della carne» fu spinta così lontano come nella Valle del Nilo, perché in nessun altro paese la gnosi, che subordinava tutto alla vita dello spirito, ebbe altrettanto successo. Questo è ciò che attestano diverse citazioni, fatte da vari scrittori, di un Vangelo detto «degli Egiziani», il cui testo è perduto e il cui titolo stesso indica la larga diffusione. [24] Vi era detto che Salomè domandò al Cristo quanto tempo la morte avrebbe regnato in questo mondo: «Finché», rispose, «le donne partoriranno». «Io sono venuto», spiegava, «per dissolvere le opere della donna». Quando gli si domandava quando si sarebbero realizzate le sue promesse, egli aggiunse sentenziosamente: «Quando i due non faranno che uno, l'uomo e la donna non essendo più né uomo né donna». Dichiarazioni di grande portata, che avrebbero ossessionato per secoli l'immaginazione dei monaci e delle monache d'Egitto. 


NOTE DEL CAPITOLO 6

[24] Sul Vangelo degli Egiziani, si veda Harnack, Die Mission und Ausbreitung... pag. 708. — Quattro foglietti, sui quali P. Alfaric ha annotato gli estratti del Vangelo degli Egiziani che ci hanno trasmesso Clemente di Alessandria (Stromata 3:9-63; 6-45; 13-92; 12:2) e Ippolito (Philos. 5:7). — A questi estratti, P. Alfaric ha allegato delle Osservazioni: «Si noti il ruolo della donna: Salomè. — La forma a domande e risposte del racconto — il posto tenuto dall'idea della generazione (maschio-femmina-androgino). Si noti anche che «Celso conosce i Marcelliani da Marcellina e gli Arpocraziani da Salomè» (Origene, Contra Celsum 5:62). Si noti il legame con Salomè, che dà a pensare che il loro Vangelo fosse quello degli Egiziani, e anche il nome Arpocraziani, che dà similmente a pensare che essi si colleghino alla tradizione egiziana di Arpocrate, in egiziano Hor-pe-Khroudon, «Hor il bambino»... Menzione di Salomè nella Pistis Sophia, traduzione Amelineau, pag. 53-59». Quella nota basta a provare che il capitolo è incompleto (J.M.).

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