giovedì 27 aprile 2023

Origini Sociali del CristianesimoIl quarto Vangelo

 (segue da qui)

Il quarto Vangelo.

Tutt'altro è lo spirito che anima il Quarto Vangelo. Per comprendere quell'opera è necessario distinguere una prima redazione fondamentalmente gnostica e una serie di interpolazioni successive che tendono a correggerla in un senso ortodosso.

Il racconto iniziale differisce profondamente da quelli che portano i nomi di Matteo, di Marco e di Luca. Mentre questi ci offrono episodi pressappoco paralleli, cosa che ha fatto dare loro il nome di  «sinottici», esso si svolge secondo un piano che gli è proprio, in una serie di grandi miracoli, ciascuno di cui è simbolico e il cui significato ci è dato in un discorso astratto e solenne del taumaturgo: «In principio», leggiamo, «era la Vita, e la Vita era la Luce del mondo. E la Luce brillò nelle tenebre. E quella Luce che illumina ogni uomo venne in questo mondo. E diede a coloro che la ricevettero il potere di diventare figli di Dio». Il seguito tende a mostrare la realizzazione di queste parole nella persona di Gesù, che cambiò l'acqua in vino, che guarì un paralitico, che nutrì con cinque pani una folla di cinquemila uomini, che rese la vista a un cieco dalla nascita, che infine resuscitò Lazzaro. Siamo in pieno allegorismo. È lo spirito che salva, ci è detto, la carne non serve a nulla. D'altra parte, il racconto è nettamente orientato contro il giudaismo, che è qui considerato come un'istituzione carnale. La Legge, ci è detto, è stata data da Mosè, la grazia e la verità sono venute per mezzo di Cristo, Dio è spirito ed è in spirito che deve essere adorato. Egli è amore, ci ha amati fino a darci il suo unico Figlio, il cui primo comandamento è che ci amiamo in lui. Nessuno lo ha mai visto. È il suo Figlio unico che ce lo ha fatto conoscere. «Tutti quelli che sono venuti prima di me», dice brutalmente, «sono ladri e briganti». Parla della Legge come se gli fosse estranea. [15]

La seconda redazione si sforza a neutralizzare queste affermazioni di un carattere troppo assoluto. Secondo questo aspetto nuovo della dottrina, «il Verbo si fece carne ed ha abitato tra noi». Egli stesso ha detto: «Se non mangiate la carne del Figlio dell'Uomo e se non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi stessi. Colui che mangia la mia carne e che beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo resusciterò nell'ultimo giorno». Un'altra volta dichiara agli ebrei: «Se credete a Mosè, crederete anche a me, perché egli ha scritto di me». Giovanni il Battezzatore è presentato come il precursore del Cristo predetto da Isaia (1:23). La nuova fede non è altro che l'esito normale del giudaismo. [16]

L'accostamento di queste tesi, che si scontrano nel cuore di uno stesso libro, mostra in tratti marcati la resistenza che la concezione di un Cristo spirituale a tendenza gnostica incontra in seno ai gruppi giudaizzanti.


NOTE DEL CAPITOLO 8

[15] Giovanni 1:17-18; 10:8; 8:17; 10:34.

[16] Giovanni 6:3-4; 5:45.

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