martedì 28 marzo 2023

Origini Sociali del CristianesimoTendenza anti-giudaizzante

 (segue da qui)


Tendenza anti-giudaizzante.

Non sono solo gli ebrei che si trovano attaccati, ma il giudaismo stesso. Quella tendenza anti-giudaizzante si manifesta fin dall'inizio con un rilievo impressionante. Il racconto comincia, in effetti, con questo breve preambolo:

«Il quindicesimo anno del regno di Tiberio Cesare, al tempo del governatore Ponzio Pilato, Gesù Cristo (Figlio di Dio?) discese (dal cielo?) a Cafarnao, città di Galilea. E insegnava nella sinagoga: «Credete che io sia venuto per compiere la Legge e i Profeti? Io sono venuto ad abolirli, non a compierli».

Queste ultime parole non sono state mantenute nel testo canonico di Luca. Ma sono attestate dalla testimonianza concorde di diversi polemisti anti-marcioniti. [84] Esse condensano in qualche modo lo spirito del libro. Ne spiegano l'ordine, con le varie omissioni, le aggiunte e le trasposizioni che vi si possono trovare.

L'esclusione iniziale della citazione di Isaia, associata a quella di Malachia, che apriva il racconto di Marco, è caratteristica della tendenza del nuovo biografo. Non è un caso unico. Tutte le testimonianze messianiche, o presunte tali, accumulate nella raccolta degli «Oracoli del Signore» e invocate nei primi racconti evangelici sono egualmente scartate. Il fatto è tanto più notevole in quanto la traccia della loro influenza resta ancora visibile attraverso gli episodi miracolosi che sono stati mantenuti in sostanza mediante certe trasformazioni e che, a dispetto dei cambiamenti subìti, appaiono ancora come trasposizioni pseudo-storiche di temi scritturali. 

Ancora più significativa è l'omissione della scena battesimale che apriva il Vangelo dei dodici Apostoli e quello di Marco. Per Luca, il Cristo non ha bisogno di essere proclamato Figlio di Dio all'uscire da un bagno rituale, egli lo è per natura. Non sale dalle rive inferiori del Giordano, egli «discende» dal cielo. Così si presenta da solo, senza essere annunciato né introdotto da nessuno. Giovanni il Battista non appare affatto qui, perché non ha alcun ruolo da svolgere. Il silenzio mantenuto sul suo conto comporta nel seguito una certa incoerenza. In linea con la tradizione evangelica, Luca parlerà di lui un po' più tardi, benché non lo abbia ancora menzionato, come di un personaggio ben noto, i cui discepoli, come quelli dei farisei, si impegnano in digiuni frequenti. Più oltre, in un episodio che non si leggeva affatto in Marco e che tende a sostituire il suo racconto originale, questi stessi discepoli riportano a Giovanni alcune azioni e affermazioni di Gesù. Egli invia due di loro a domandargli in suo nome: «Sei tu colui che deve venire?» Il Cristo risponde loro con l'enumerazione delle sue opere, poi conclude con quell'osservazione poco lusinghiera: «Beato colui per cui io non sono un motivo di scandalo». Dopo la loro dipartita, aggiunge: «Io vi dico: tra i nati da donna non c'è nessuno più grande del profeta Giovanni. Ma il più piccolo nel Regno di Dio è più grande di lui». Giovanni è dunque escluso dal «Regno». Perché? Perché è un «profeta» dell'antica linea. Continua la tradizione dei veggenti di Israele che il Cristo è venuto ad abolire. Il Signore che egli annuncia è colui che ha dato il Codice del Sinai, ora abrogato. Altrove Gesù dirà ancora più chiaramente: «La Legge e i Profeti vanno fino a Giovanni. Da allora il Regno di Dio è annunciato». [85] Anche Luca tralascia un lungo racconto della morte del Battista, che si leggeva in Marco. Si accontenta di farvi una breve allusione, a proposito di giudizi portati davanti a Erode il Tetrarca sul Cristo, che alcuni prendono per «Giovanni risorto dai morti». Il sovrano osserva freddamente: «A Giovanni io ho fatto tagliare la testa». Questo è tutto ciò che Luca ha voluto trattenere della scena drammatica raccontata dal suo predecessore. [86]


NOTE DEL CAPITOLO 5

[84] Epifanio, Panarion e, soprattutto, Tertulliano, Adversus Marcionem 4:1.

[85] Luca 5:33; 7:18, 22-28; 16:16.

[86] Marco 14:29. Luca 9:7-9.

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