domenica 26 marzo 2023

Origini Sociali del CristianesimoTeologia nuova

 (segue da qui)


Teologia nuova.

Essa si allontanava notevolmente dalle opinioni autentiche di Paolo. L'Apostolo dei Gentili si accordava in effetti con i giudeo-cristiani nel mantenere la Legge. Voleva solo mitigarla nei confronti dei Pagani. Ma l'indipendenza di cui aveva fatto prova questo punto fece dimenticare il suo attaccamento essenziale alla tradizione mosaica. Questo israelita di nascita, legato in cuor proprio al giudaismo liberale, divenne dopo la sua morte il portavoce di un antigiudaismo radicale. SI modificarono, l'abbiamo visto, e si completarono parecchie delle sue lettere, per farne una nuova raccolta, l'«Apostolikon». L'impronta del Deutero-Paolo si afferma in un modo nettissimo in certe parti dell'Epistola «ai Galati» e in quella che si intitola «ai Romani».

La morte, diceva, regna quaggiù fin da Adamo. È il risultato del peccato del nostro primo padre, da cui tutti noi, ebrei e greci, abbiamo ereditato. Il peccato stesso è generato dalla concupiscenza, che risiede nella carne e si oppone alla vita dello spirito. «Non faccio il bene che voglio e faccio il male che non voglio. Non sono io a farlo, ma il peccato che abita in me, che è nelle mie membra. Misero che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte?». [80]

Non è la Legge che lo potrà. Promulgata dagli Angeli per mezzo di un mediatore, serve solo a provocare trasgressioni. Mette tutti coloro che la seguono in stato di maledizione, perché formula innumerevoli prescrizioni e dichiara maledetto chiunque ne infrangerà una sola. [81] Scatena nelle nostre membra passioni che portano frutti di morte, ed è così generatrice di peccato. «Non avrei avuto l'idea della cupidigia, se non mi fosse stato detto: «Non desiderare» (Esodo 20:17. Deuteronomio 5:21). Ma approfittando del precetto, il peccato mi sedusse e mi uccise». [82]

Come potremo dunque essere salvati? Dalla grazia di Dio manifestata nel Cristo. Infatti il Padre ha inviato il proprio Figlio in una carne simile alla nostra, perché morisse nel suo corpo e risorgesse in una forma spirituale. Con questo ci ha insegnato a non vivere più secondo la carne, ma solo secondo lo Spirito. È a quella lezione che si ispira il cristiano nel rito iniziale del battesimo. Egli scompare nell'acqua, per riapparire presto tutto purificato. Muore così al peccato, per condurre in seguito una vita nuova e tutta santa. Ora ha in sé lo Spirito del Cristo, che gli permette di considerarlo un fratello e di invocare con lui lo stesso Padre. Rientra nel numero degli eletti, che Dio ha conosciuto in anticipo, predestinato e chiamato secondo i disegni della sua alta sapienza, i cui giudizi restano insondabili. [83]

Queste idee erano nel complesso soltanto abbozzate dal Deutero-Paolo. Si susseguivano senza ordine logico, in una sorta di impulso tumultuoso. Erano come gli elementi di una dottrina che si sta cercando, piuttosto che le articolazioni di un sistema ben definito. Avevano tanto più futuro. Per le loro lacune stesse e la loro mancanza di connessione, provocavano la riflessione e richiedevano commentari. Per secoli, questo Paolinismo, così diverso dalle opinioni autentiche di Paolo, sarà uno dei più attivi stimoli del pensiero cristiano. 

NOTE DEL CAPITOLO 5

[80] Romani 3:9; 5:12; 7:15-25.

[81] Galati 3:19; 3:10.

[82] Romani 7:5, 11.

[83] Id. 6:3-11; 8:14-17, 28-30; 11:33-36. 

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