lunedì 27 marzo 2023

Origini Sociali del CristianesimoIL PROTO-LUCA

 (segue da qui)


c. IL PROTO-LUCA

A quella teologia nuova occorreva un nuovo vangelo che ne autenticasse la dottrina facendola professare dal Cristo. Già quello che si chiama «secondo Marco» lo faceva in parte. Sull'esempio dell'Epistola ai Romani, esso insegnava con insistenza che non si è salvati con l'osservanza fedele della Legge, ma con la fede fiduciosa in Cristo Gesù, e che gli ebrei sono, di conseguenza, dei reprobi. Ma egli professava, come lo Pseudo-Barnaba, una sorta di giudaismo spirituale, in cui la Bibbia ebraica appariva come una sorta di introduzione al cristianesimo. La critica della Legge sollevata dal Paolinismo implicava una soluzione più audace, in cui il Cristo non sarebbe più presentato come un nuovo Mosè, ma come il «desiderato dalle Nazioni».

È a questo bisogno che si proponeva di rispondere una Vita di Gesù senza nome d'autore, che si trova con  modifiche e aggiunte notevoli nel nostro Vangelo secondo Luca e che si può chiamare, per questo motivo, il Proto-Luca. Questo racconto non ci è stato conservato nella sua prima forma. Ma esso è utilizzato, nel secondo quarto de II° secolo, nello stesso tempo dell'edizione rimaneggiata delle Epistole di Paolo, dalla scuola di Marcione, e noi possiamo ricostituirlo nelle sue grandi linee, grazie alle informazioni fornite sul suo conto da diversi autori ecclesiastici, nel corso delle loro controversie anti-marcionite.

Come Marco, il proto-Luca utilizzava il Vangelo dei dodici Apostoli. Ma lo modificò in un senso molto più radicale. 

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