martedì 28 febbraio 2023

Origini Sociali del CristianesimoIl libro di Elcasai

 (segue da qui)

Il libro di Elcasai.

Il lavoro di fermentazione intensa che portò al Vangelo dei Nazareni non si chiuse in un contesto rigido, ritenuto immutabile. Mantenne una grande flessibilità. In quell'epoca di lenta formazione, il pensiero cristiano si trovava in un costante divenire. Assumeva gli aspetti più vari e più mutevoli. Gruppi diversi si ispiravano alla stessa tendenza e si davano eppure forme originali. Fraternizzavano tra loro, ma mantenendo la propria personalità.

Lo stesso Epifanio che ci ha mostrato i «Nazareni» stabiliti in Transgiordania segnala, accanto a loro, gli «Ebioniti», che rassomigliano loro singolarmente e di cui il nome ricorda quello degli antichi «Ebionim» o «poveri» di Gerusalemme. Egli individua nella stessa regione gli «Ossei», che hanno con gli uni e con gli altri, dichiara, strette affinità, gli «Isseni», il cui nome, secondo lui, servì per qualche tempo a designare loro stessi, i «Sampsei», o «adoratori del sole», le cui dottrine, a suo avviso, sono pressappoco identiche. Sotto questi appellativi diversi ritroviamo gli Esseni di Giuseppe, gli Esseni o Ossieni di Filone. Egli stesso lo riconosce, pur presentandoli come discepoli dichiarati, benché poco ortodossi, del Cristo.

Uno scritto giudeo-cristiano, che ha dovuto apparire intorno all'anno 115, e che ebbe un grande successo in ciascuno di questi gruppi, ci fa conoscere la loro tendenza comune e le loro preoccupazioni dominanti. È il libro di «Elcasai». [57] La parola vuol dire senza dubbio «Dio nascosto», in ricordo di un testo ben conosciuto di Isaia (45:15): «Tu sei veramente un Dio nascosto, Dio salvatore di Israele». L'autore è un veggente, che si trova in comunicazione con il mondo superiore e che riporta ciò che ha visto e sentito. All'epoca in cui è scritto, l'imperatore Traiano guerreggia contro i Parti. Molti ebrei ne approfittarono per rivoltarsi. Essi credono che l'ora della vendetta sia venuta, che l'Impero crollerà e che sulle sue rovine si edificherà il regno di Dio. Il libro di Elcasai partecipa a quella febbrile attesa. Ma non ha per scopo di organizzare la rivolta. Tende piuttosto a organizzare la ripresa morale di Israele in vista della realizzazione delle promesse divine. 

Il veggente, dunque, ha scorto un giorno il Cristo insieme alla sua compagna divina, lo Spirito Santo, che in questo caso non è più sua madre, ma «sua sorella», in piedi su una nube tra due montagne, grazie alle quali ha potuto farsi un conto esatto della loro taglia colossale. Ha beneficiato delle loro rivelazioni e le rivendica per formulare regole di condotta:

«Astenetevi», dice, «da tutte le carni, perché sono l'alimento ufficiale dei demoni. Guardatevi dal fuoco, che serve a prepararle, che brucia e consuma; fuggite finanche la sua apparenza, che produce l'illusione e l'errore. Cercate piuttosto l'acqua corrente e ascoltate la sua voce. È lei che dà la vita e che salva».

«Se qualcuno ha commesso un peccato grave come sodomia, pederastia, incesto, adulterio, ricorra ad un nuovo battesimo e sia purificato nel nome del Dio Altissimo e di Suo Figlio il Grande Re. Se qualcuno è stato morso da un cane rabbioso, in cui risiede un demone pernicioso, che corra a un fiume o a una sorgente e vi si bagni». Stessa prescrizione vale per i tisici, per tutti gli indemoniati. Che rinnovino il loro bagno rituale «quaranta volte per sette giorni». Ciascuno, essendosi bagnato, preghi Dio con una fede sincera, avendo cura di rivolgersi verso Gerusalemme. «Soccorrimi, dirà, e scaccia da me la sofferenza». Poi si impegni in seguito ad astenersi da ogni male, prendendo per garanti delle sue buone intenzioni sette grandi «testimoni». I nomi di questi ultimi variano a seconda dei testi. Ma nel complesso designano sette elementi cosmici o cultuali: il cielo, la terra, l'acqua, i venti, il pane, l'olio e il sale. «Io attesto davanti a questi sette testimoni», deve dire l'interessato, «che non peccherò più e non mi compiacerò in alcun male».

Per mantenere la parola data e mantenersi puro, deve osservare i comandamenti della Legge, almeno quelli che vengono dal vero Dio, come il precetto della circoncisione, perché ce ne sono alcuni che non provengono da Lui ma da potenze malvagie. È anche importante non intraprendere nulla in certi giorni malvagi, che sono sotto la dipendenza di certe stelle, perché queste si dividono in due serie opposte, ve ne sono di buone, come il Sole, ma altre sono malvagie ed empie, come la Luna. Vi sono segreti preziosi, che è importante non divulgarli: «Conservateli con cura», conclude Elcasai, «perché non tutti gli uomini sono credenti, né tutte le donne rette».

Il cronista a cui dobbiamo queste citazioni ce le dà solo al fine di schernirle. L'intero libro è per lui solo un ammasso di sciocchezze. Per dimostrarlo, del resto, ne avrà estratto solo i passi che gli sono parsi più stravaganti. Ma la stravaganza, in tale materia, appare solo allo sguardo dei non credenti. Un pagano colto che avesse voluto prendersi gioco della nostra Apocalisse avrebbe potuto ricavarne una bella collezione di testi esilaranti. Le citazioni dal libro di Elcasai che ci sono state riportate non sembrano superare in questo genere la misura comune.

Ciò che gli autori ecclesiastici rimproverano a quell'opera è soprattutto la sua origine eterodossa. Per loro, i gruppi di cui riflette le credenze rappresentano solo un cristianesimo inferiore e poco raccomandabile. Tutti, Esseni, Osseni, Sampsei, gli stessi Ebioniti e i Nazareni, sono estranei alla vera Chiesa. Vivono nell'«eresia». È semplicemente perché non si collocano nella linea dell'ortodossia che ha prevalso. Non professano il simbolo di Nicea. Per un puro storico sono ancora più interessanti. Si presentano a noi come rappresentanti tardivi del cristianesimo originale. Vivendo al di fuori delle grandi vie di comunicazione, ai confini dell'Impero, hanno mantenuto in sostanza la loro prima fede, mentre intorno a loro tutto cambiava. Ecco perché hanno finito per risultare eretici. 


NOTE AL CAPITOLO 4

[57] ELCASAI. Cfr. HILGENFELD, Novum testamentum extra canonem receptum, fascicolo 3, appendice al Pastore di Erma. Hilgenfeld ha pubblicato tutto ciò che sussiste del libro di Elcasai, vale a dire le citazioni tratte da Epifanio e da Origene. 

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