sabato 7 gennaio 2023

Origini Sociali del CristianesimoLa Perea

(segue da qui)

La Perea.

La parte meridionale delle terre situate al di là del Giordano era stata data da Erode a un altro dei suoi figli, Antipa. Formava ciò che si chiamava in greco la Perea, vale a dire proprio l'«al di là». Corrispondeva all'antica «terra di Galaad» spesso menzionata nella Bibbia. Meno estesa a est della tetrarchia di Filippo, era in compenso più allungata a sud, dove arrivava fino a metà della costa del Mar Morto. Aveva un rilievo simile. Le sue montagne boscose erano particolarmente attraversate da numerosi corsi d'acqua che andavano a gettarsi nel Giordano. La coltivazione e l'allevamento vi si alternavano allo stesso modo.

Anche in questo caso la popolazione era molto mista e si componeva degli stessi elementi. Come nelle regioni del nord, i Greci formarono gruppi molto compatti. Essi dominavano anche chiaramente un certo numero di località; ad esempio, a nord, a Pella, fondazione di Alessandro, che l'aveva chiamata così in ricordo della sua patria macedone, verso est, a Gerasa, oggi Jerash, dove sussistono ancora rovine maestose, più oltre a Filadelfia, l'antica Rabbab Ammon essenzialmente ellenizzata.

Nel complesso erano gli ebrei a costituire la grande massa della popolazione. Erano per questo fatto più inquieti che nella tetrarchia di Filippo. Più vicini a Gerusalemme, avevano subìto di più l'impronta del dominio asmoneo e intrattenevano rapporti più stretti con la Città santa. Eppure, anche lì, praticavano lo stesso conformismo nei riguardi del potere costituito. Questo era non solo perché il tetrarca Antipa era un correligionario, ma anche perché l'unione di tutti i suoi sudditi era necessaria di fronte alle minacce dall'esterno.

Gli arabi nabatei costituivano per la Perea un pericolo permanente. Fortemente insediati sotto il Mar Morto, intorno a Petra, la loro capitale, comandavano da lì tutte le rotte commerciali che andavano a nord verso Damasco, a est verso la Caldea, a sud verso il Golfo di Akaba, a ovest verso il delta egiziano. Ricattavano pesantemente tutte le carovane e saccheggiavano senza scrupoli quelle che tentavano di sfuggire al loro controllo. Dopo aver sostenuto gli ebrei contro i Greci al tempo della potenza dei Seleucidi, si erano rivoltati contro di loro, non appena la dinastia asmonea aveva fatto loro una concorrenza seria. Il loro sogno era di appropriarsi della riva sinistra del Giordano per assicurarsi il controllo completo della strada del nord, che passava per Esbona, Filadelfia e Bosra verso Damasco. Essi erano all'inizio della nostra epoca più forti e intraprendenti che mai con il re Hareth o Areta IV, il cui regno durò un mezzo secolo, fino al 40. Antipa si era sforzato di collaborare con questo pericoloso vicino e aveva creduto di riuscirci sposando sua figlia. Ma, avendo in seguito divorziato, fu attaccato e battuto da suo suocero. Dinanzi al pericolo comune, israeliti ed elleni facevano causa comune. Il giudaismo perse così la sua intransigenza. Si aprì a un ideale più ampio, più distaccato dal razzismo tradizionale.

I Vangeli esprimono, a loro modo, i rapporti della Perea con il cristianesimo nascente, quando ci mostrano Gesù che passa attraverso questo paese alla sua partenza, sia dalla Galilea, sia da Gerusalemme. Una testimonianza simile emerge da un passo della Storia ecclesiastica di Eusebio (3:3), dove si vedono i primi cristiani lasciare la Città santa all'inizio della guerra giudaica, per ritirarsi a Pella. Anche quella riva sinistra del Giordano, che si rappresenta spesso come una regione disagiata, senza alcuna importanza, ebbe avuto la sua parte, che non è trascurabile, nella genesi del cristianesimo. 

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