(segue da qui)
— III —
Le sette sincretistiche
L'origine del cristianesimo dev'essere ricercata molto meno nell'essenismo — perlomeno quello di Qumran — che nelle sette della Diaspora.
La Diaspora o Dispersione fissò fuori dalla Giudea un numero considerevole di ebrei; è stata valutata tra quattro e sette milioni. [76] Il loro esodo era cominciato prima della Cattività babilonese (587). Dopo l'editto liberatore di Ciro (537), molti dei deportati non ritornarono e formarono gruppi compatti in Media, Babilonia e Mesopotamia.
La popolazione ebraica in terra pagana aumentò in seguito alle conquiste macedoni, alla presa di Gerusalemme da parte di Tolomeo Soter (IV° secolo), alle guerre di Antioco e di Roma. Talvolta gli ebrei furono attratti da principi stranieri.
Comunità ebraiche potenti si erano insediate nei grandi centri, ma esistevano delle comunità nei territori remoti d'Asia e d'Egitto.
Uniti dalle loro tradizioni e dall'istinto razziale, o comunitario, gli ebrei della Diaspora costituivano una piccola città in quella che li ospitava. Le sinagoghe erano centri religiosi e amministrativi, soggetti teoricamente al Sinedrio, [77] i loro membri versavano annualmente un tributo al Tempio e si recavano in pellegrinaggio a Gerusalemme, soprattutto per la Pasqua.
Malgrado il prestigio della città santa, le relazioni non potevano restare solide tra il potere centrale e i gruppi insediati in regioni lontane. Vivendo in mezzo ai pagani, gli ebrei furono influenzati da credenze dalle quali non erano molto lontani prima della loro partenza. [78]
La loro dispersione favorì mirabilmente il fiorire di culti eterodossi. Si vede su certi bassorilievi di Asia minore la dea Cibele associata al dio di Israele: [79] ecco una combinazione dello jahvismo con il culto frigio di Attis!
Nell'isola di Elefantina, di fronte alla città di Assuan, i Faraoni avevano installato una colonia ebraica. I coloni erano in contatto con Gerusalemme e celebravano le feste tradizionali; ma adoravano, accanto a Jahvé, una divinità femminile e un altro dio che formavano assieme una triade (V° secolo A.E.C.). [80]
Il dio tracio Sabazio, che si identificava primitivamente al dio Attis, fu confuso con Jahvé Sabaoth e l'oggetto di un culto che comprendeva banchetti liturgici. Come i suoi predecessori, Sabazio era Hypsistos, l'Altissimo. Il culto di Tammuz era penetrato in Giudea: Ezechiele trova alla porta settentrionale di Gerusalemme delle donne sedute che piangono il dio; Ezechiele 8:14.
Il politeismo ebraico non risultava solo di contributi stranieri, ma anche di creazioni autoctone. Un documento amministrativo pubblicato da Sachau (Leipsig, 1911) parla di argento diviso tra Iaho (Jahvé), Ismbethel e Anatbethel. Si trovano altrove «il dio Harambethel» e la dea Anat-Iaho, assimilata a Ishtar, e divinità di Anatoth, vicino a Bethel. [81]
Un esempio tipico di sincretismo è il personaggio di Giona, al contempo pagano, ebreo, cristiano e musulmano. Figura nella bibbia, nel Vangelo, nel Corano e si è pensato di ritrovare la sua origine in vari miti orientali, tra cui quello di Gilgamesh. [82]
Così, accanto a sette molto ebraiche, quantunque dissidenti, come quella dei Samaritani, esistevano una moltitudine di gruppi tutti impregnati di paganesimo. È lì, in queste sette ebraiche marginali e che subirono le influenze più diverse, che è apparso il nome cristiano. «Il nome cristiano», dice Tertulliano, «è nato sotto il regno di Augusto; la dottrina cristiana ha cominciato a brillare sotto quello di Tiberio; sotto Nerone si è scatenata la persecuzione». [83]
Essendo Augusto morto nel 14, l'apparizione del nome dato alla setta non può dipendere dal personaggio crocifisso, si dice, sotto Tiberio, intorno al 30. Ben prima di quella data, i gruppi invocavano il Cristo e portavano il suo nome.
È ciò che prova altrettanto bene la lettera indirizzata nel 170 da Melitone, vescovo di Sardi, all'imperatore Antonino: «La dottrina che noi professiamo», scrive, «è dapprima fiorita tra i Barbari; ma in seguito, quando, sotto il glorioso regno di Augusto, ha messo radici nelle nazioni soggette al vostro governo, è divenuta per il vostro regno una fonte di benedizioni». [84]
Questi testi, di fonti cristiana, hanno un'importanza capitale. Essi attestano che il cristianesimo è apparso al di fuori delle province romane e che è precedente persino ad Augusto (27 A.E.C. — 14 E.C.). [85]
NOTE
[76] GUIGNEBERT, Le monde juif vers le temps de Jésus, 276-8.
[77] Secondo l'importantissima osservazione di LOUIS-GABRIEL, la propaganda cristiana si è effettuata nelle e mediante le sinagoghe; Saint-Paul, 66. — Questo fu un successo nella Diaspora, uno scacco totale in Giudea.
[78] Sul politeismo ebraico v. DE LAFONT, Les Aryas de Galilée, 88 s. — La concezione tradizionale del monolitismo della religione d'Israele è oggi abbandonata; v. CAZELLES, Adolphe Lods et la religion d'Israël, R.H.P.R., 1977, N° 3, pag. 327 s.
[79] DUFOURCQ, o.c., volume 2, pag. 122 n.
[80] NOTH o.c., 303.
[81] DUFOURCQ, o.c., volume 1, pag. 408.
[82] SAIDAH, Porphyrion du LIban , Arch. 104, 1977, pag. 39, 42-43.
[83] TERTULLIANO, Ad nationes 1:8; trad. PRIGENT, secondo SCHNEIDER; v. Au temps de l'Apocalypse, R.H.P.R., 1975, n° 3, pag. 353.
[84] BURNOUF, La science des religions, 199; EUSEBIO, H.E. 4:26.
[85] Secondo gli Atti 11:26 i cristiani avrebbero ricevuto il loro nome ad Antiochia. Esso sostituiva quello di Nazorei. GUILLAUMONT situa nel 44 l'adozione del nuovo nome da parte dei Romani di Antiochia; Les origines du nome de chrétien, R.H.R., gennaio-giugno 1947-8, pag. 234. Ma il suffisso —ianus sul quale esso si basa era corrente in Asia; GOGUEL, La naissance..., 210.
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