sabato 2 gennaio 2021

IL PUZZLE DEI VANGELIL'Apocalisse e la fine del mondo

 (segue da qui)

5° L'Apocalisse e la fine del mondo

L'Apocalisse figura tra le fonti dei vangeli? La questione non è paradossale che in apparenza, poiché l'Apocalisse, anche nella sua versione rimaneggiata dal cristiano Giovanni, è di molto antecedente alla stesura dei vangeli, [150] e risale alla fine del I° secolo. Per quanto strana quell'opera ci possa sembrare oggi, essa rispondeva certamente alle idee di un certo ambiente «cristiano», dove non costituisce peraltro un testo isolato: abbiamo frammenti importanti di altre apocalissi cristiane (Apocalisse di Pietro, Apocalisse di Paolo, Lettera degli apostoli). Non sarebbe quindi sorprendente se quell'opera sia stata compresa nella sintesi evangelica. 

Quell'utilizzo non è chiaro, e non bisogna dimenticare che l'Apocalisse di Giovanni è restata a lungo un testo discusso, la cui ammissione al canone fu successiva. Se parlo qui dell'Apocalisse, è dunque in mancanza di poter meglio qualificare una delle fonti dei vangeli, che potrebbe essere l'Apocalisse di Giovanni, oppure uno degli scritti dello stesso genere, che non ci sono tutti pervenuti. Uno scritto di questo genere ha ispirato, in ogni caso, importanti versi dei vangeli. 

Certo, l'Apocalisse di Giovanni ignora ancora la venuta sulla terra del Messia, la annuncia imminente: su questo punto, l'opposizione è totale. Ma se trascuriamo il ruolo del Messia assetato di sangue che deve spopolare la terra, il messaggio principale dell'Apocalisse (come di testi simili) è l'annuncio della fine del mondo. Questa si accompagnerà con cataclismi terribili, dopodiché si stabilirà, nella Gerusalemme discesa dal cielo, il regno di Dio e dell'Agnello per mille anni. [151] Quando ciò deve accadere? Nelle aggiunte cristiane all'Apocalisse, figura più volte l'espressione: «ecco, i tempi sono vicini»; [152] il Messia precisa più volte «Io verrò presto», [153] «io sto alla porta e busso». [154] Tutto ciò che è annunciato è quindi imminente. Ma è detto anche: «Verrò come un ladro», [155] vale a dire all'improvviso. La «Lettera degli Apostoli», più tardiva, dà solo una data: l'anno 150 o in 150 anni (§ 38): vedremo che questo ritardo corrisponde proprio alla versione dei vangeli.

Che tutto ciò si ritrova più o meno nei vangeli è certo: se ne è perfino fatto un grande discorso escatologico, dove si mescolano in maniera molto confusa la rovina di Gerusalemme (sostituita alla caduta di Roma) e l'imminente fine del mondo. Vi saranno dapprima dei segni precursori, guerre, carestie, terremoti, ma questo non sarà che l'inizio dei dolori. [156] Poi verrà la grande tribolazione di Gerusalemme, [157] e «subito dopo quella tribolazione» [158] appariranno i segni celesti, le stelle cadranno dal cielo, come nell'Apocalisse. Il Figlio dell'uomo apparirà tra le nubi e raccoglierà i suoi eletti per il grande giudizio. Quando vedrete questi segni premonitori, «sappiate che egli è alle porte». [159] Colui che è vicino è il Figlio dell'uomo, il Messia glorioso; solo Luca, che non ha capito o che ignora l'espressione dell'Apocalisse, specifica che è il regno di Dio, [160] espressione fin troppo astratta. Ma tutto ciò è così vicino che «non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto». [161] Non bisogna addormentarsi, ma prepararsi, poiché nessuno conosce l'ora, nemmeno il Figlio. [162] Vegliate dunque, come i servi che attendono il ritorno del padrone, e fate attenzione, perché ciò vi capiterà all'improvviso; [163] vi sarà sorpresa, come nel giorno del diluvio, e non si sa a quale ora viene il ladro. [164] Ma che tutto sia imminente, ciò è ribadito con forza e in termini molto simili a quelli dell'Apocalisse.

Sulla base di questi testi, sembra proprio che una o due generazioni abbiano vissuto nell'attesa della fine del mondo. L'Epistola di Giacomo riprende gli stessi termini: «La venuta del Signore è vicina... ecco, il giudice è alle porte». [165] Egualmente la 2° epistola attribuita all'apostolo Pietro: «Il giorno del Signore verrà come un ladro... allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta... E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia». [166] Si è perfino inserita in un'epistola paolina quell'espressione maldestra: «Il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte». [167]

Vi è una chiara affinità tra tutti questi testi, ma resta sorprendente il fatto che nel periodo successivo alla stesura dei vangeli si siano ancora lasciate, in bocca a Gesù, profezie che non si erano realizzate. Più il tempo passerà, e più queste profezie imbarazzeranno la Chiesa. Bisogna quindi ammettere che ci si trovava là in presenza di testi accreditati, ai quali non si è osato toccare; che questi testi siano in relazione all'ambiente da cui è uscito l'adattamento cristiano dell'Apocalisse, ciò risulta con evidenza dall'identità delle espressioni. Sfortunatamente questo ambiente ci è sconosciuto: conosciamo i nomi delle sette comunità alle quali si rivolge l'Apocalisse, ma ignoriamo quella da cui il messaggio è stato inviato.

Siamo chiaramente in presenza di un cristianesimo molto diverso dal paolinismo, dalla Gnosi e dall'ambiente romano. Dai riferimenti all'Antico Testamento e dall'utilizzo del testo ebraico dell'Apocalisse, si può pensare ad un ambiente di origine ebraica. Si tratta degli Esseni? È difficile affermarlo, poiché nulla permette di pensare che gli Esseni abbiano aspettato così rapidamente la fine del mondo. Tutt'al più si può pensare che la caduta di Gerusalemme li avrebbe incitati a vedere in questo evento l'inizio della realizzazione delle profezie sulle tribolazioni e l'imminente fioritura del regno.

In ogni caso, nei vangeli, quella fine del mondo è messa in relazione con la caduta di Gerusalemme: è là che comincia il discorso escatologico. Ma gli autori dei vangeli, perfino se si trovavano in presenza di testi che avevano autorità, sapevano bene che la fine del mondo non aveva seguito, nel corso della stessa generazione, la presa di Gerusalemme nel 70. Come se la sono cavata? Il loro tentativo di conciliazione, quantunque maldestro, è abbastanza istruttivo:

— Essi cominciano mettendo in guardia contro un'interpretazione troppo rigorosa: non lasciatevi ingannare da coloro che dicono che il tempo è vicino, [168] le guerre e gli sconvolgimenti non saranno che «il principio di dolori», [169] vi saranno altre tribolazioni;

— Poi, ritornando sulle disgrazie di Gerusalemme, essi inseriscono allusioni chiarissime alla seconda guerra, quella di Bar-Kochba, quando «l'abominio della desolazione» sarà stabilito «nel luogo sacro», cioè quando l'imperatore Adriano vorrà far costruire un tempio a Giove sul luogo sacro del Tempio di Jahvè: quella tribolazione sarà la peggiore di tutte, ma sarà l'ultima, e non ve ne saranno mai più. [170] È ovvio che si sono trasposti qui sulla seconda (e ultima) guerra i testi che dovevano parlare inizialmente della presa di Gerusalemme nel 70;

— è questo il segno della fine dei tempi? No, neanche allora, se vi si dice che il Cristo è là, non lo credete: [171] I nostri autori sanno, quindi, che la fine del mondo non ha seguito immediatamente la seconda disfatta ebraica; 

 — Ma infine, siccome le profezie sono chiare, si continuerà ad annunciare imminente l'avvento glorioso del Messia, ed è soltanto in questo punto che si inserisce l'espressione: «In verità, questa generazione non passerà, finché tutto ciò non sia avvenuto».

Gli autori dei sinottici sembrano quindi credere ancora all'arrivo imminente della fine del mondo e del regno. Hanno adattato al loro meglio le profezie non realizzate, cercando di spiegare che ci si era sbagliati quanto alla data del loro compimento. Si noterà che questo compromesso è già realizzato in Marco (che gli altri due sembrano aver seguito qui), il che conferma la stesura successiva del nostro Marco.

NOTE

[150] Si veda G. FAU, L'Apocalypse de Jean, Cahier du Cercle E. Renan, 1962.

[151] Apocalisse 20:2-3, 21:2, 22.3.

[152] Apocalisse 1:1, 1:3, 22:6, 22:10.

[153] Apocalisse 2:16, 3:11, 22:7, 22:12.

[154] Apocalisse 3:20.

[155] Apocalisse 3:3, 16:15.

[156] Marco 13:8, Matteo 24:7-8.

[157] Marco 13:19, Matteo 24:21, Luca 21:25.

[158] Marco 13:24, Matteo 24:29.

[159] Marco 13:29, Matteo 24:33.

[160] Luca 21:31.

[161] Marco 13:20, Matteo 24:34, Luca 21:32.

[162] Marco 13:32, Matteo 24:36.

[163] Luca 21:34.

[164] Matteo 24:43.

[165] Epistola di Giacomo 5:8-9.

[166] 2° Epistola di Pietro 3:10-13.

[167] 1 Tessalonicesi 5:2.

[168] Luca 21:8.

[169] Marco 13:8, Matteo 24:8.

[170] Marco 13:19, Matteo 24:21.

[171] Marco 13:21, Matteo 24:23, si veda Luca 21:8.

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