(segue da qui)
3° I discepoli
Che Gesù abbia reclutato discepoli, e che quelli, dopo la sua morte, abbiano diffuso il cristianesimo, la Chiesa lo crede o lo insegna. Si vorrebbe poterla seguire, poiché ciò semplificherebbe molto le cose, ma ancora dovremmo sapere quali fossero i discepoli di Gesù.
Troviamo nel Talmud un frammento che dice: «Gesù aveva cinque discepoli, Mattai, Nakai, Nezer, Nuni e Todah». [45] Anche se si identifica Mattai con Matteo, è molto difficile identificare gli altri. Un altro frammento menziona un discepolo di Gesù chiamato Giacomo, di Kefar Sakanya. [45] Si deve credere che fuori della Chiesa il ricordo dei discepoli non si è minimamente conservato.
Quando l'apostolo Paolo è andato a Gerusalemme intorno all'anno 50, ne ha trovato solo tre, [46] che chiama ironicamente le «colonne»: Giacomo, già designato più sopra [47] come «fratello del Signore», Cefa (Pietro) e Giovanni. È molto significativo il fatto che ritroviamo questi tre nomi in testa a tutte le liste, e che solo loro sembrano in tutti i documenti cristiani aver giocato un ruolo reale, come se vi fossero in realtà solo tre discepoli attivi. I «dodici» sono menzionati da Paolo solo incidentalmente a proposito delle apparizioni del Cristo risorto, [48] ancora si tratta probabilmente di un'interpolazione.
Gli evangelisti, dal canto loro, sanno che vi erano dodici discepoli diretti, — dodici discepoli, ma non dodici apostoli, come dirò più oltre. Sfortunatamente essi non sono d'accordo sui loro nomi, e la loro lista non concorda nemmeno con quella degli Atti degli Apostoli. [49] Queste conciliazioni non sono possibili che a prezzo di identificazioni audaci. È evidente che, se l'espressione «i dodici» era imposta per l'uso o la tradizione, non si sapeva come era formato il primo gruppo.
Da qui si è spesso concluso che il numero 12 era puramente simbolico, che corrispondeva ad una perfezione mistica, [50] ai dodici segni dello zodiaco, alle dodici tribù di Israele, o ancora ai guardiani futuri delle dodici porte della Gerusalemme celeste nell'Apocalisse. [51] Tutto ciò è possibile, ma incerto: «Il gruppo dei dodici non potrebbe essere che una finzione, la cui inconsistenza è peraltro attestata in qualche modo dalle varianti che presentano le liste apostoliche». [52]
Quel che è certo è che la lista dei dodici nomi non risponde ad alcun ricordo reale, se non forse per i primi. Per rendercene conto, redigiamo la tabella dei dodici secondo le nostre fonti, facendo osservare:
— che queste liste derivano da testi posteriori al 150, e avevano potuto subire una certa armonizzazione;
— che il IV° Vangelo, se menziona accidentalmente i «dodici» (13:71), ignora l'istituzione di un gruppo di dodici discepoli, e che bisogna cercare i nomi citati in tutta l'opera;
— che Giovanni non si nomina lui stesso, ma si designa con l'espressione «il discepolo che Gesù amava» quella predilezione essendo totalmente sconosciuta agli altri; per contro Giovanni è l'unico a non menzionare Giacomo, che è dato dagli altri come suo proprio fratello;
— che infine, l'accordo verte solo su sei nomi, ivi compreso quello di Giuda che è logicamente scomparso dalla lista negli Atti.
Marco |
Matteo |
Luca |
Giovanni |
Atti |
Simon
Pietro |
Simon
Pietro |
Simon
Pietro |
Simon
Pietro |
Pietro |
Andrea |
Andrea,
suo fratello |
Andrea,
suo fratello |
Andrea |
Andrea |
Giacomo,
figlio di Zebedeo |
Giacomo,
figlio di Zebedeo |
Giacomo |
|
Giacomo |
Giovanni,
suo fratello |
Giovanni,
suo fratello |
Giovanni |
Discepolo
amato |
Giovanni |
Filippo |
Filippo |
Filippo |
Filippo |
Filippo |
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Natanaele |
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Bartolomeo |
Bartolomeo |
Bartolomeo |
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Bartolomeo |
Levi
di Alfeo |
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Levi |
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Matteo
il pubblicano |
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Matteo |
Tommaso |
Tommaso |
Tommaso |
Tommaso
Didimo |
Tommaso |
Giacomo
figlio di Alfeo |
Giacomo,
figlio di Alfeo |
Giacomo,
figlio di Alfeo |
|
Giacomo
di Alfeo |
Taddeo |
Taddeo |
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Giuda,
figlio di Giacomo |
Giuda
2 (14:22) |
Giuda,
figlio di Giacomo |
Simone
lo zelota |
Simone
lo zelota |
Simone
lo zelota |
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|
Giuda
iscariota |
Giuda
iscariota |
Giuda
iscariota |
Giuda
iscariota |
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Mattia |
Pietro è ben conosciuto da tutte le nostre fonti, ma al tempo di Paolo era solo il secondo di Giacomo. Il suo ruolo si è ingrandito in seguito, e si sa come il vangelo di Matteo, per una interpolazione tardiva, ne farà il capo del collegio apostolico, ruolo che ignorano gli altri vangeli. Negli Atti, si è cercato di utilizzarlo per opporlo a Paolo, e vi sembra essere stato ignorato il resoconto del suo triplice rinnegamento. Imprigionato, evade grazie ad un miracolo, ma se ne va «in un altro luogo» [53] e scompare: alcuni vi hanno visto una confessione della sua uccisione, il che è possibile. Solo una leggenda tardiva lo manderà a Roma. Sarebbe stato discepolo del Battista, secondo Giovanni. Non si sa se «Pietro» (roccia) sia un soprannome dato a qualcuno che si chiamava Simone, o se si sono confusi due personaggi diversi. [54]
Giacomo, figlio di Zebedeo, è apparentemente ben conosciuto: è lui che guidava la comunità al tempo di Paolo; si tratta probabilmente di un Esseno, ma è difficile distinguerlo dal secondo Giacomo, figlio di Alfeo. Se l'epiteto «fratello del Signore» corrisponde ad un'identificazione esatta, sarebbe nominato da Giuseppe che lo fa morire nel 62, [55] ma gli Atti (12:2) assicurano che Erode Agrippa lo avrebbe fatto morire intorno al 42. Egli non gioca alcun ruolo nei vangeli.
Giovanni, appena nominato nei sinottici, si vede promosso, nel vangelo che gli è attribuito, al rango di discepolo prediletto: questo artificio è destinato ad autenticare l'attribuzione del IV° Vangelo. Sarebbe morto a Efeso (?). Più tardi, lo si confonderà con un altro Giovanni, l'anziano o il presbitero, conosciuto da Papia. Nessuno degli scritti che si collocheranno sotto il suo nome può derivare dall'apostolo Giovanni. Ritornerò su questo nel capitolo 11. Egli gioca, in Paolo, un ruolo altrettanto discreto e subalterno che nei sinottici.
Andrea — Le difficoltà cominciano con lui, poiché, sebbene sia nominato da tutte le nostre fonti, non fa mai niente. Marco e Atti ignorano la sua parentela con Simon Pietro, e non lo citano che al 4° rango. Discepolo oscuro, e perfino di esistenza incerta, servirà in seguito a dei racconti miracolosi. Gli si attribuiranno gli Atti, apocrifi e tardivi, conosciuti soprattutto da Gregorio di Tours.
Filippo — Benché sia nominato dappertutto, e benché gli venga attribuito anche un vangelo, questo non è un discepolo in origine, ma un nome aggiunto tardivamente alla lista: dimenticandosi che lo si è dato come apostolo, l'autore degli Atti ne fa in seguito uno dei sette diaconi, [56] e noi lo ritroviamo in Samaria nel conflitto con Simon Mago. [57] Non gioca alcun ruolo nei vangeli, e il suo nome è stato certamente incorporato tardivamente tra i dodici.
Bartolomeo è forse lo stesso discepolo Natanaele menzionato in Giovanni. [58] Non ne sappiamo nulla di lui. Eusebio lo invierà a predicare in India, ma questa è solo una leggenda.
Matteo il pubblicano non dovrebbe fare alcuna difficoltà, poiché gli si attribuisce uno dei vangeli, che racconta la sua conversione. Sfortunatamente, se è così nominato in questo vangelo, [59] non si parla negli altri, nei passi corrispondenti, che di un «Levi, figlio di Alfeo» [60] o di un «Levi» tout court. [61] Che sia esistito un Matteo alle origini cristiane, è probabile: anche il vangelo degli Ebioniti parla di quest'uomo «seduto al banco delle imposte», [62] e forse è l'autore di questo proto-vangelo conosciuto da Papia che avrebbe servito alla composizione del nostro Matteo, ma questa non è che un'ipotesi. Questa è un'ipotesi ancora più azzardata rispetto ad assimilare Matteo e Levi, il cui ruolo si limita ad offrire un banchetto, [63] il che è ben poco per un discepolo. Forse infine Matteo è quello stesso Mattia, eletto in sostituzione di Giuda. [64]
Tommaso, se si deve credere a Eusebio, si chiamava realmente Giuda: ma come fa Eusebio a saperlo? Si qualifica a volte Tommaso come «gemello», ma gemello di chi? Alcuni ne faranno un fratello gemello di Gesù! Il suo ruolo si limiterà a recitare la parte dell'incredulo dopo la resurrezione, [65] ma gli si presterà anche un vangelo non canonico e manifestamente gnostico.
Giacomo figlio di Alfeo — Grandi difficoltà riguardano questo personaggio. Girolamo pensava che egli non fosse che un doppione del primo Giacomo, ma Eusebio credeva all'esistenza di due discepoli di nome Giacomo, ed è lui che, per distinguerli, li ha chiamati «maggiore» e «minore». Quel che è certo è che li si confonderà alquanto, prestando loro le stesse avventure. Tuttavia gli Atti fanno morire il figlio di Zebedeo, decapitato, sotto Agrippa I°. [66] Se ciò fosse vero, è il figlio di Alfeo che Agrippa II° avrebbe fatto perire nel 62 secondo Giuseppe, ma allora è il secondo che diverrebbe il «fratello del Signore»... Impossibile ritrovarsi!
Taddeo è così oscuro che Luca e gli Atti lo ignorano, e citano al suo posto Giuda, di cui si è fatto peraltro un fratello di Gesù, dopodiché né i vangeli né gli Atti parlano più di lui. Ciò che preoccupa un po' è che ha lo stesso nome di Giuda. Gli si attribuirà in seguito una singolare epistola dove egli identifica Gesù a Mosè. Naturalmente la Chiesa assicura che Giuda e Taddeo sono uno stesso personaggio, il che è tanto più facile da dire in quanto non si sa nulla né dell'uno né dell'altro.
Simone lo zelota — Non si parla più di questo undicesimo discepolo, il cui nome figura alla fine delle nostre quattro liste. Si tratta di un doppione di Simon Pietro, di un personaggio immaginario, di un avversario annesso artificialmente per arrivare al numero dodici? Nessuno ne sa nulla.
I dodici — Tutte le difficoltà riguardanti i dodici non sono limitate alla loro identificazione. Vi è veramente, alle origini, l'istituzione di un collegio dalla missione speciale? Evidentemente no: il IV° Vangelo ignora quella istituzione, il che è abbastanza grave. Marco situa l'istituzione dei dodici su un monte, [67] ma nei passi corrispondenti [68] Matteo e Luca considerano il collegio dei «discepoli» già formato. Ci viene raccontata in modo molto diverso la selezione dei principali. Secondo Luca, Simon Pietro viene scelto per primo, e da solo, in occasione di una pesca miracolosa, [69] ma là si tratta di un primo artificio per assicurare una preminenza di Pietro, poiché Marco e Matteo [70] fanno reclutare insieme Simon Pietro e Andrea. È allo stesso modo, in riva al lago, che, secondo i sinottici, sarebbero stati reclutati i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni; [71] Luca solo ci dice che erano «compagni di Simone», [72] ma di quale Simone? Poi viene separatamente la vocazione di Levi o di Matteo, e non sappiamo nulla della chiamata degli altri.
Le condizioni di reclutamento dei primi discepoli, nei vangeli, sono alquanto improbabili: Gesù, che loro non conoscono, passa sulle rive del lago e li invita a seguirlo, e subito tutti e quattro lasciano le loro occupazioni e la famiglia. I figli di Zebedeo abbandonano persino il loro padre nella barca! [73] Queste vocazioni improvvise avrebbero di che sorprendere, se non sapessimo che hanno un precedente nell'Antico Testamento: la chiamata di Eliseo da parte di Elia. [74]
Purtroppo, Giovanni racconta le cose del tutto diversamente: secondo lui, Simon Pietro e suo fratello Andrea erano discepoli del Battista, ed entrambi lasciarono il loro maestro per seguire Gesù al momento del battesimo sul Giordano. [75] È anche sul Giordano, l'indomani, che sarebbero stati reclutati Filippo e Natanaele. [76] Quella divergenza è molto grave, poiché si può pensare che sia Giovanni ad aver ragione, che si siano attribuiti a Gesù i discepoli del Battista, e che il reclutamento successivo sulle rive del lago di Tiberiade sia pura finzione.
Rimane un'ultima difficoltà: nel seguito, e tenuto conto del loro ruolo negli Atti, si qualificheranno i dodici come apostoli. Ma «apostolo» vuol dire «inviato, missionario», e ciò va inteso di una missione esterna; i «discepoli», al contrario, sono compagni di Gesù, vivono con lui, lo seguono nei suoi spostamenti e ascoltano il suo insegnamento, ma non lo abbandonano. Essi non diventeranno «apostoli» che dopo la resurrezione, come dice Giovanni: «Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi», [77] e subito alita in loro lo Spirito Santo: Giovanni ignora quindi il racconto della Pentecoste che figurerà negli Atti.
Ma in quella versione Gesù non avrebbe lasciato istruzioni agli apostoli; si dovette riparare a quella lacuna, ed ecco perché si aggiunsero in Matteo i discorsi missionari. [78] A dire il vero, anche Marco e Luca [79] inviano i dodici in missione, ma senza istruzioni precise. Nei tre casi, essi ritornano senza aver fatto nulla: è quindi certo che non si è avuta una missione di apostoli — a meno che, come lo suggeriscono i testi, non si tratti di un ricordo delle missioni essene.
A maggior ragione va considerata puramente immaginaria la missione dei 72 discepoli [80] conosciuta solo da Luca: [81] gli altri non conoscono che i dodici.
Accanto ai discepoli propriamente detti, i vangeli fanno intervenire alcuni oscuri simpatizzanti. Tale è il caso di questo Nicodemo, fariseo e notabile, che serve in Giovanni ad ascoltare l'istruzione sulla rinascita; [82] non sembra che questo singolare fariseo protesti contro una dottrina proveniente direttamente dai culti misterici né contro l'invio del Figlio unico di Dio!
Tale è anche questo Giuseppe d'Arimatea, membro del Sinedrio, che sarebbe discepolo di Gesù secondo Matteo, [83] ma in segreto soltanto corregge Giovanni: [84] egli interviene solo in occasione della sepoltura, poiché occorreva ben qualcuno per pagare le spese dell'imbalsamazione. [85] Ho detto che si trattava forse solamente di un custode del cimitero.
Tutti questi personaggi non appaiono che allorché si ha bisogno di loro, e scompaiono subito. Essi sono troppo inconsistenti perché si possa vedervi il ricordo di uomini reali.
NOTE
[45] Citati da R. Dunkerley, op. cit., capitolo 6.
[46] Galati 2:9.
[47] Galati 1:19.
[48] 1 Corinzi 15:3.
[49] 1:15.
[50] Il numero 12 ha goduto tra i Caldei di un grande favore, perché è divisibile nello stesso tempo per 2 e per 3.
[51] Apocalisse 21:13.
[52] LOISY, Les Actes des Apôtres, pag. 167.
[53] Atti 12:3-17.
[54] Su queste difficoltà, si veda G. ORY, Les apôtres et saint Pierre, E. Renan 1957.
[55] Antichità Giudaiche 20:9:1.
[56] Atti 6:5.
[57] Atti 8:5.
[58] Giovanni 1:45 e 21:2.
[59] Matteo 9:9.
[60] Marco 2:14.
[61] Luca 5:27.
[62] Citato da Epifanio, Haer. 30:13.
[63] Luca 5:29.
[64] Atti 1:26.
[65] Giovanni 20:24-29.
[66] Atti 12:2.
[67] Marco 3:13-15.
[68] Matteo 5:1, Luca 6:13.
[69] Luca 5:1-11.
[70] Marco 1:16, Matteo 4:19.
[71] Marco 1:19, Matteo 4:21.
[72] Luca 5:10.
[73] Marco 1:20.
[74] 1 Re 19:19-21.
[75] Giovanni 1:35-42.
[76] Giovanni 1:43-51.
[77] Giovanni 20:21-23.
[78] Matteo 10:5-41.
[79] Marco 6:7-13, Luca 9:1-6.
[80] Secondo Marcione, che ne dava solamente 70, ma 72 = 6 × 12.
[81] Luca 10:1.
[82] Giovanni 3:1-21.
[83] Matteo 27:57.
[84] Giovanni 19:38.
[85] Giovanni 19:39.
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