lunedì 14 dicembre 2020

IL PUZZLE DEI VANGELILa letteratura evangelica

 (segue da qui)

III — La letteratura evangelica

La parola greca Evangelion indicava originariamente la ricompensa data in occasione di una buona notizia — sia la «mancia» al portatore, sia l'offerta di ringraziamento agli dèi. La buona notizia stessa si chiamava evangelia, ma le due parole hanno finito per confondersi, ed evangelion ha preso il senso di buona notizia.

Quella buona notizia non è necessariamente di natura religiosa: nell'Odissea, per esempio, è quella del ritorno di Ulisse. [1] Ma nella sua accezione cristiana, la buona notizia è quella della salvezza: un dio si è sacrificato per redimere l'umanità decaduta e assicurare alle anime la vita eterna. Quella specializzazione del termine proviene senza dubbio dalla traduzione greca di Isaia: «Egli mi ha inviato a recare la buona notizia agli umili», [2] passo che Luca fa leggere da Gesù all'inizio della sua missione, [3] e che si traduce ora con: «Egli mi ha inviato a evangelizzare gli umili». La buona notizia della salvezza, in effetti, è annunciata ai poveri, ai «piccoli», resta nascosta ai sapienti e ai potenti. [4] È ancora in questo senso (buona notizia della salvezza, e annuncio di quella buona notizia) che l'apostolo Paolo, che non conosce ancora i vangeli scritti, impiega le parole «vangelo» e «evangelizzare». [5]

Quando la buona notizia fu inscritta nei testi, la parola «Vangelo» indicò del tutto naturalmente questi scritti, secondo il loro contenuto. Benché riconosca in questo senso quattro Vangeli canonici, la Chiesa  accetta che non vi è che una sola «buona novella», un solo Vangelo in quattro redazioni: vedremo che ciò solleva grandi difficoltà. Ma la parola «vangelo» designa anche gli scritti respinti dalla Chiesa: il primo utilizzo del termine per indicare uno scritto non si applicava d'altronde ad uno dei libri canonici, ma, come lo preciserò, all'Evangelion che Marcione rivelò a Roma nel 140, e che servì da modello ai canonici.

La denominazione stessa di tali scritti ci mette in presenza di un genere letterario molto particolare, senza analogie nella letteratura precedente, ma che non è specifico al cristianesimo. È una sorta di vangelo quello che raccontava la vita miracolosa e l'insegnamento di Simon mago, prima di quelli di Gesù. [6] Concorrenti ai vangeli cristiani, si conosce un certo numero di vangeli gnostici, che raccontavano a loro volta la discesa in questo mondo materiale di un Eone dalle sfere superiori; questi erano il vangelo di Basilide, scritto ad Alessandria intorno al 120, o «il vangelo di verità» di Valentino, un po' posteriore. Vedremo che un buon numero di vangeli, più o meno contemporanei a quelli canonici, furono respinti dalla Chiesa. Vi fu perfino un vangelo di Giuda, conosciuto da Ireneo. 

NOTE

[1] Odissea 14:152 e 166.

[2] Isaia 61:1. Si veda anche 49:9 e 52:7.

[3] Luca 4:17.

[4] Matteo 11:25, Luca 10:21.

[5] Galati 1:11. 

[6] Su Simone, si veda ALFARIC, Origines sociales du christianisme, pag. 258-261.

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