sabato 25 gennaio 2020

La Favola di Gesù Cristo — «Il Maestro di Giustizia»

(segue da qui)

Il Maestro di Giustizia

Ciò che è più importante, quanto al problema di Gesù, è la scoperta, nei testi esseni decifrati, di un personaggio enigmatico che venerava la comunità, e chiamato il «Maestro di Giustizia».

Secondo il commentario di Abacuc e il documento di Damasco, si trattava di un sacerdote ebreo entrato in lotta con il clero ufficiale al quale rimproverava la sua ricchezza e l'accumulo di funzioni religiose e civili. Privilegiato, beninteso, di una ispirazione divina, fece dei seguaci che si definirono gli «eletti di Dio» e fondò una comunità quasi monastica imponendo loro una regola severa (povertà, castità, fraternità). Ma il clero ufficiale lo perseguitò, e le cose dovettero volgersi assai male, poiché i testi lasciano intendere che egli fu condannato a morte: si commisero «orrori su di lui e vendette sul suo corpo di carne». Fu appeso al legno, secondo il rito ebraico? I testi non permettono di dirlo. [13]

Il commentario di Abacuc specifica che è in punizione di questo crimine che Dio avrebbe permesso la presa di Gerusalemme da parte di Pompeo, proprio il giorno della festa dell'«Espiazione». Il Maestro di Giustizia sarebbe stato quindi messo a morte prima dell'anno 63 A.E.C., e Dupont-Sommer suggerisce di identificarlo con una delle vittime di Ircano II, probabilmente il giusto Onia, lapidato a morte nel 65 A.E.C. Tuttavia, non è escluso che il ricordo del giusto Onia si sia in qualche modo confuso con quello di un altro Onia, sommo sacerdote assassinato nel 170 A.E.C., la cui morte avrebbe ispirato diverse interpolazioni del secondo Isaia, proprio quelle che saranno considerate profetiche dagli Esseni. La storia sarebbe così solo un nuovo inizio, la morte dei «giusti» che prefigura la passione del Messia.

Quel che ne sia, il Maestro di Giustizia (il cui Nome dal potere terribile non può essere rivelato o pronunciato) non tardò a divenire un personaggio soprannaturale.

In un passo piuttosto oscuro del commentario di Abacuc, è detto che il Maestro di Giustizia sarebbe riapparso, il Giorno dell'Espiazione, per confondere i suoi persecutori e «farli inciampare il giorno del loro sabato». Se comprendiamo bene, si trattava di una visione [14] dei suoi discepoli, a meno che vi sia là un linguaggio allegorico, dato che la presa di Gerusalemme da parte di Pompeo era considerata la gloriosa «manifestazione» del potere del Maestro di Giustizia.

Ma soprattutto, i testi annunciano il ritorno trionfale del Maestro di Giustizia alla fine dei tempi. Il documento di Damasco, in particolare, parla della «venuta del Maestro di Giustizia alla fine dei giorni». Ciò significa che egli era già assimilato al Messia.

La natura precristiana di questo personaggio è evidente, ed ha colpito parecchi commentatori, in particolare Dupont-Sommer. Pur guardandosi da audaci assimilazioni, questo autore aveva scritto: 

«Il Maestro galileo (Gesù), così come lo presentano gli scritti del Nuovo Testamento, appare per molti versi come una sorprendente reincarnazione del Maestro di Giustizia. Come questi egli predicava la penitenza, la povertà, l'umiltà, l'amore per il prossimo, la castità. Come lui prescriveva di osservare la Legge di Mosè, tutta la Legge, ma la Legge completata, perfetta grazie alle sue stesse rivelazioni. Come lui egli fu l'Eletto e il Messia di Dio, il Messia redentore del mondo. Come lui, fu esposto all'ostilità dei sacerdoti del partito dei sadducei. Come lui, egli fu condannato e torturato. Come lui, alla fine dei tempi, egli sarà il giudice sovrano». [15]

Questo equivale a dire che il Maestro di Giustizia e Gesù sono la stessa persona? Nelle sue «Nouveaux aperçus», l'autore ha protestato contro questa interpretazione: per lui «la rassomiglianza non è totale» e Gesù sarebbe «un nuovo profeta, un nuovo Messia». [16] Beninteso, non si potrebbero assimilare completamente i due personaggi, ma il Maestro di Giustizia appare almeno come una sorprendente anticipazione di Gesù. [17]

Si può concludere, il che è molto importante, che l'essenza della leggenda di Gesù era già formata circa CENTO ANNI PRIMA il tempo in cui si è collocata la sua via terrena.

NOTE

[13] Gli studiosi discutono sull'esatta traduzione. DUPONT-SOMMER (Premiers aperçus, pag. 45-46) dice che fu «torturato»; MILLAR BURROWS (Les manuscrits de la Mer Morte, ed. Laffont, 1957, pag. 184) ritiene che sia possibile tradurre solamente con «esiliato, bandito»

[14] Il testo impiega, per il verbo «apparire», la parola che indica, nell'Antico Testamento, le manifestazioni divine. Il significato è ovviamente più banale, se si ammette che il Maestro di Giustizia non era morto, ma esiliato (si veda BURROWS, op. cit., pag. 185). In questo caso, dov'è il miracolo?

[15] DUPONT-SOMMER: Aperçus préliminaires sur les Manuscrits de la Mer Morte, pag. 121.

[16] Nouveau aperçus, pag. 207.

[17] Si veda A. RAGOT: «Messie essénien et messie chrétien», Cahier du Cercle E. Renan, 1° trim. 1963.

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