venerdì 19 aprile 2019

LE TESTIMONIANZE SULLA STORICITÀ DI GESÙ di Arthur DrewsLa “Forte Personalità”.


12. LA “FORTE PERSONALITÀ”.

Quando consideriamo tutto ciò che abbiamo osservato quanto alla natura mitica, veterotestamentaria e talmudica, delle azioni e delle parole di Gesù, è difficile mantenere in buona fede l'esistenza di un Gesù storico. Di quali delle sue azioni o delle sue parole si potrebbe dire con fiducia che risalgano davvero ad un Gesù storico? Il fatto non è che certe cose nei vangeli si sono rivelate fittizie, e che questo non spoglia in alcun modo tutto il resto di valore storico. Il fatto è che non c'è nulla, assolutamente nulla, né nelle azioni nè nelle parole di Gesù, che non abbia una natura mitica o non possa essere rintracciato in passi paralleli nell'Antico Testamento o nel Talmud, ed è quindi sotto sospetto di essere derivato da loro. Non si ascolti più a proposito dell'“unicità” e dell'“impossibilità di inventare” il Gesù dei vangeli! Finché non ci vengano mostrati positivamente i passi nei vangeli su cui si fa una pretesa del genere, siamo giustificati nell'ignorarla.

È un completo fraintendimento dei fatti affermare che questa ammessa “trama mitica” dei vangeli non prova nulla contro la loro sostanziale accuratezza, e tentare di accusare di metodo errato coloro che rigettano il Gesù storico. Il metodo sbagliato è interamente dal  lato di coloro che credono in un Gesù storico, sebbene non ci sia un solo passo nei vangeli che loro possono mostrare che sia storico. “Quando il trono cade, il duca deve andare”. Se tutti i dettagli della storia evangelica si risolvono nella nebbia mitica, come essi si risolvono tra le mani della critica storica, allora, precisamente dal punto di vista metodologico, perdiamo ogni diritto, non semplicemente di dire cosa fu Gesù, ma di fare la semplice asserzione che vi era stata una persona simile. “Equivale a sradicare le fondamenta della Storia, ci viene detto, non credere nell'esistenza di Cristo e nella verità delle narrazioni dei suoi apostoli e degli scrittori sacri. Il fratello di Cicerone disse anche: ‘Equivale a sradicare le fondamenta della Storia negare la verità degli oracoli di Delfi’. Vorrei chiedere ai cristiani se pensano di distruggere le fondamenta della Storia quando rifiutano questi oracoli e se l'oratore romano avrebbe pensato di star distruggendo i fondamenti della Storia se avesse rifiutato i loro oracoli, supponendo che li avesse conosciuti. Ciascun uomo lotta per la sua chimera personale, non per la Storia”. [1

Ma “la nostra fiducia nella tradizione e nella ragione storica sarà profondamente scossa se non ci fosse mai stata una persona come Gesù”, esclama il signor von Soden — e centinaia fanno eco al lamento. Perché in quel caso “l'intera civiltà è stata ingannata per 2000 anni” (pag. 8). La risposta a questa difficoltà — così profondamente penetrata dal “senso storico” — è stata data da Steudel. [2] Sembra quasi che il vecchio studioso francese Dupuis avesse previsto von Soden quando afferma che “in materia di religione la fede di molte generazioni non prova nient'altro se non la loro stessa credulità; Ercole era sicuramente il sole, qualunque cosa i Greci potessero credere e dire di lui. Un grande errore è propagato più facilmente di una grande verità, perché è più facile credere che riflettere, e gli uomini preferiscono le meraviglie del romanzo ai semplici fatti della Storia. Se dovessimo adottare quella regola di critica, potremmo esortare i cristiani a credere che la fede di qualsiasi popolo nei miracoli e negli oracoli della sua religione abbia provato la sua verità; dubito che ammetterebbero l'argomento, e noi faremo lo stesso con il loro. So che diranno che loro soli possiedono la verità; ma gli altri popoli dicono lo stesso. Chi giudicherà tra loro? La sana ragione, non la fede pre-formata o l'opinione pre-formata, per quanto diffusa possa essere” (pag. 227). Per il resto, non hanno quasi diciotto secoli creduto nel Cristo “uomo-dio”, e non si sono estinti in tal credo, sebbene un'età più illuminata abbia dimostrato che quel credo era un'illusione mitologica, e i nostri teologi liberali hanno invece avuto successo con il loro Gesù umano? La nostra fiducia nella ragione storica sarà scossa se non ci fosse mai stata una persona come Gesù! Ma questa fiducia nella ragione non deve invece essere scossa se dovesse essere vero che un uomo sia stato reso un dio e per secoli sia stato onorato come Gesù lo fu nel cristianesimo? Si difende, per così dire, l'onore della ragione umana, quando si mostra l'errore di ciò che la teologia liberale chiama la Storia e l'origine del cristianesimo. I teologi liberali farebbero bene a riflettere prima di rimuovere il terreno da sotto i loro stessi piedi con tali argomenti. 

C'è ancora una difficoltà da considerare e, sebbene non abbia una base molto solida nei nostri avversari, ha giocato un grande ruolo nella discussione pubblica — la difficoltà, cioè, che un così possente movimento spirituale come il cristianesimo possa soltanto risultare da una “forte personalità”, la quale, naturalmente, deve essere stata quella di Gesù. Questa difficoltà a sua volta potrebbe essere descritta come “semplice”. Assume qualcosa che necessita di una dimostrazione — che solo una grande singola personalità possa determinare un movimento spirituale, e che un tale movimento debba in ogni circostanza essere ricondotto ad una singola personalità eccezionale. Quali esempi vi sono di questo nella Storia? Siamo riferiti alla personalità di Lutero in relazione alla Riforma? Ma gli storici sono concordi sul fatto che Lutero non avrebbe mai realizzato il suo compito se non fosse stato preceduto da Hus, da Girolamo da Praga, da Savonarola, dal misticismo di Eckhart e Tauler, ecc. E accanto a Lutero ci sono altre personalità “forti”, come Zwingli, Calvino e Hutten, uomini che aiutarono a cancellare la soffocante atmosfera religiosa dell'epoca tramite la loro apparizione contemporanea e la loro azione nella direzione della Riforma. E tutti quelli uomini avrebbero fatto qualcosa se non avessero trovato le masse preparate per le loro idee, e un'epoca che spingesse per la soluzione di una crisi? 

Le grandi personalità non sono in alcun modo sempre gli iniziatori di un nuovo movimento spirituale. Esso si prepara di solito in gruppi di individui, e alla fine il bisogno interiore raggiunge il suo culmine e alcune energiche personalità dalle idee chiare prendono la guida, anche se quelle non hanno bisogno assolutamente di essere le “più grandi” della loro età. Quando il raccolto è maturo, il seme cade e non è necessaria alcuna forza sovrumana. Si potrebbe dubitare del fatto che Lutero avrebbe potuto stabilire la Riforma se fosse nato cinquant'anni prima. L'importanza e il potere di un movimento, quindi, non sono affatto proporzionali all'importanza delle personalità in cui prende forma, e che danno il primo impulso al suo divenire una forza manifesta. Se è giunto il momento, un leggero impulso sarà spesso sufficiente a scaricare l'energia accumulata; proprio come un piccolo sasso staccato sul precipizio è sufficiente a lanciare una valanga che piomba giù per la montagna e spazza via foreste, case e uomini. Un movimento così potente come il Rinascimento, che cambiò completamente la condizione intellettuale dell'Europa in meno di due secoli e terminò il Medioevo, non iniziò da una singola personalità. La Rivoluzione Francese fu essenzialmente l'azione delle masse, da cui spiccarono alcune personalità dotate — Mirabeau, Danton, Robespierre, ecc. —, ma per nulla “potenti”; ed essi ne furono, in qualche misura, travolti piuttosto che esserne le guide. 

Chi fu il fondatore della cultura babilonese, della cultura egiziana, o della cultura greca? Chi ha creato le antiche religioni di Zeus, di Dioniso e di Osiride? Chi ha fondato l'ebraismo? Era Mosè? I rappresentanti più avanzati della scienza hanno da tempo abbandonato la storicità di Mosè, e anche quelli che ancora vi aderiscono sono costretti a limitare il suo significato a tal punto che è abbastanza assurdo chiamarlo il “fondatore” della religione ebraica. L'ebraismo post-esilico fu creato, piuttosto indipendentemente da questo leggendario Mosè, dall'azione congiunta dei sacerdoti nel tempio di Gerusalemme che, sotto l'influenza della riforma profetica, codificarono ed elaborarono “la legge”; solo un po' di nomi ci sono giunti, e anche nel loro caso non abbiamo alcuna garanzia che perfino la minima parte dell'opera possa essere attribuita a loro. Nel caso della religione di Mitra, perfino quei pochi nomi sono mancanti. Eppure il mitraismo era un movimento religioso che si diffuse con forza irresistibile dall'oriente verso l'Europa intorno all'inizio dell'era presente, e fu il rivale più pericoloso del cristianesimo nel quarto secolo. È stato detto che il mitraismo fallì, in contrasto con il cristianesimo, proprio perché non scaturì da una forte personalità come Gesù. C'è molta verità in questa affermazione, secondo cui il Mitra persiano era una forma molto ombrosa rispetto a Gesù, il quale si avvicinava al cuore, in particolare delle donne, degli invalidi, e dei deboli, nei suoi tratti umani e a causa della toccante descrizione della sua morte. Ma ciò dimostra al massimo che l'idea più concreta ha la migliore prospettiva di trionfare in una lotta spirituale rispetto a quella più astratta; non prova nulla per quanto riguarda la realtà storica dell'idea. Inoltre, la storia ci insegna che erano piuttosto cause diverse — cause parzialmente esterne e accidentali di natura politica, come la morte nella guerra persiana dell'imperatore Giuliano, uno dei seguaci più zelanti di Mitra — a dare al cristianesimo la vittoria sul mitraismo. [3]

Non vi è, perciò, alcuna prova in tali asserzioni generali come quella che solo una personalità grande e potente come Gesù avrebbe potuto dare alla luce il cristianesimo. Questa è una maniera molto conveniente per dimostrare la propria tesi. È semplicemente un relitto della concezione infantile della Storia che troviamo spesso nelle scuole elementari — la concezione che la Storia sia “fatta” esclusivamente da quelli che sono chiamati eroi, tra cui devono essere annoverati gli antenati della dinastia regnante. Un grande movimento spirituale potrebbe essere creato da personalità forti, ma non è necessario; e l'affermazione che un tale movimento deve essere stato determinato da un'unica personalità eccezionale è un'assurdità mostruosa, e l'assurdità aumenta soltanto quando si suppone che questo individuo sia così “unico” da trascendere tutti i livelli umani, come Gesù è rappresentato da teologi “storici”. 

Naturalmente, il primitivo movimento cristiano aveva “grandi” personalità a dargli un obiettivo definito, a controllarne l'organizzazione e la direzione, e a difendere il suo diritto di essere ascoltato. Pietro, Giacomo, Giovanni, ecc., potrebbero aver figurato tra questi individui, i cui meriti furono così tanto apprezzati da una successiva generazione cristiana al punto da diventare diretti discepoli di Gesù nella “storia” del Salvatore. Ma da questo non segue che furono ispirati nella loro azione da un Gesù storico, non più di quanto risulterebbe che la Vergine Maria debba essere una personalità storica perché una contadinotta francese pensò di averla vista con i suoi occhi corporei in una grotta solitaria, e di conseguenza, migliaia si recano ogni anno a Lourdes per essere guariti dalle loro malattie. Per il resto, se qualcuno persiste nel pensare che il cristianesimo debba essere stato fondato da un'unica potente personalità, non potrebbe essere stato Paolo? Se non Paolo, le nostre indagini non hanno forse dimostrato che, nel lungo termine, il contenuto dei vangeli potrebbe essere ricondotto al profeta Isaia, di cui le “predizioni”, i detti, gli appelli alla conversione, e le promesse riappaiono nei vangeli, nella forma di una narrazione ? Quindi Isaia, non Gesù, sarebbe la potente personalità a cui il cristianesimo dovrebbe la sua esistenza.

NOTE

[1] Dupuis, Ursprung des Gottesverehrung, pag. 228.

[2] Wir Gelehrten vom Fach, pag. 8.

[3] Si veda J. M. Robertson, Pagan Christs, seconda edizione, 1911, pag. 327ss. Come mostra Robertson a sua volta in quest'opera, la storicità di Zoroastro e di Buddha non è così ben fondata come la si ritiene comunemente. Soltanto di una singola grande religione (il Maomettanesimo) conosciamo positivamente che il suo fondatore fu una persona storica. Ma il Maomettanesimo non è nella sua essenza una creazione religiosa originale, ma una composizione eclettica di antichi frammenti arabi ed ebraici, e la grande influenza che esercitò nella Storia dipende da ben altre cose che dalla sua interiore verità religiosa.

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