sabato 10 novembre 2018

«Gesù, il Dio fatto uomo»I Profeti (40 E.C. — 130 E.C.) (I): Lo sciame dei profeti


I PROFETI
(40 E.C. — 130 E.C.)

I

LO SCIAME DEI PROFETI

Uno degli episodi più impressionanti nella Storia è quello dei profeti cristiani. Rappresenta nel cristianesimo quello che rappresentano le prime conquiste fulminee nell'Islam. In pochi anni la nuova religione era penetrata per tutte le parti orientali dell'Impero e raggiunse la stessa Roma. Laddove nel 40 E.C. ci furono alcuni cinquecento seguaci soltanto in Palestina, settant'anni più tardi il governatore romano della provincia che risiede lungo il Mar Nero, la Bitinia, e il Ponto, scrisse all'Imperatore Traiano che “il contagio di questo culto prende non solo le grandi città, ma anche quelle minori e perfino i villaggi e le campagne” (Plinio il Giovane, Epist., 96), e, inoltre, svuotava i templi e rovinava il commercio dei sacrifici agli dèi.

Al contrario dell'Islam, questa prima invasione non fu un'invasione armata. La solidità militare dell'impero non venne scossa. Questa era una vittoria dello “spirito” come l'avrebbero definita i cristiani. Questo “spirito” è un potere misterioso che prende possesso degli uomini, li induce a balbettare parole strane, li costringe a emettere profezie per mezzo delle loro lingue, ad eseguire miracoli per mezzo delle loro mani. Questo “spirito” dimora entro un uomo, tuttavia gli è superiore. È di Dio. Come dichiara San Paolo, questo Spirito è il Signore (2 Corinzi 3:17), è Gesù. Come le guerre degli ebrei erano le guerre di Jahvè, così le conquiste dei cristiani sono le vittorie di Cristo.

Il cristiano del primo secolo era innanzitutto un profeta. San Paolo disse ai Corinzi: “Io vorrei che tutti parlaste in lingue, ma molto più che profetizzaste” (1 Corinzi 14:5). Dio aveva predetto per bocca del profeta Gioele che nel giorno del giudizio tutti gli uomini avrebbero profetizzato.
Io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne;
i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno,
i vostri vecchi faranno sogni,
i vostri giovani avranno visioni.
In quei giorni spanderò il mio Spirito
anche sui servi e sulle serve.
[1]
(Gioele 2:28-29)
La fine del mondo era alle porte, e ognuno era posseduto dallo spirito di profezia. Ci fu, è vero, una gerarchia. Oltre e al di sopra dei profeti semplici figuravano gli apostoli, profeti superiori che avevano ricevuto la loro missione da Cristo stesso nei giorni della sua apparizione sulla terra. Laddove il profeta semplice predicava ad una singola congregazione, gli apostoli si recavano da una comunità ad un'altra come messaggeri del Signore stesso, che era a sua volta il messaggero di Dio. Al di sotto dei profeti c'erano i maestri, un grado più modesto di profeta le cui azioni si limitavano all'istruzione, gli operatori di miracoli, e i guaritori, i profeti in azione, i collaboratori e amministratori, chi parlava in lingue sconosciute e i loro interpreti — in breve, l'intero corpo dei Santi. [2] Assieme essi formavano un unico corpo, il corpo di Cristo (1 Corinzi 12:27), “ora voi siete il corpo di Cristo”).

Due parole erano copiate da questo stesso Gioele che divennero termini tecnici — “vangelo” e “chiesa”. Nella versione greca di Gioele 2:32 (Septuaginta) si presentano i versi
Chiunque invocherà il nome dell'Eterno sarà salvato... evangelizzano coloro che il Signore chiamerà (ϵὐαγγϵλιζόμϵνοι).
Con ciò san Paolo intendeva che coloro che invocano il nome di Gesù saranno salvati, ed essi devono portare le buone nuove, l'evangelo, a quelli predestinati da Gesù (Romani 10:13). Le buone nuove erano che gli ultimi giorni erano giunti (Apocalisse 14:6-7, l'εὐαγγέλιον annunciava che l'ora del Giudizio è arrivata). La salvezza doveva essere ottenuta mediante la morte e la gloria del Signore Gesù Cristo. Questo era il Vangelo che gli apostoli e i profeti dovevano proclamare per tutto il mondo.

L'antico libro di Gioele dichiarava agli uomini degli ultimi giorni che essi avrebbero dovuto “radunare il popolo, santificare l'assemblea, riunire i vecchi, radunare i fanciulli, ecc.” (Gioele 2:16, Septuaginta, α͑γιάσατϵ ϵ͗κκλησἰαν). Quest'assemblea — in greco ekklesia, da qui église, ecclesiastico — era in ogni città o villaggio la comunità dei Salvati, o Santi. Essa è santificata in tempo per la venuta, come una casta Sposa per lo Sposo celeste. Gli anziani o presbiteri, divenuti preti in seguito, sono coloro che l'ekklesia ha scelto come capi. Quanto ai piccoli, essi sono i neofiti, neonati nella fede. Essi si accontentano di puro latte, dal momento che non possono digerire più del semplice latte della dottrina (1 Corinzi 3:1). Il battesimo è il rito che ti ammette nell'ekklesia. Il sangue che Cristo versò in espiazione per i tuoi peccati fa di te un Santo. Nel donarti una parte dello spirito, fa di te un Profeta. Tu sei un Santo e un profeta “in Gesù Cristo”. Indotto dallo Spirito, è tuo dovere diffondere le Buone Nuove ed edificare l'ekklesia colla tua profezia, per timore che venga il Signore.

Il sistema cristiano è stato ad un tempo semplice e potente, poiché recava il segno della fretta febbrile. La visione imminente di ciò che era prossimo a capitare al mondo gli dava il potere di preoccuparsi di tutto. Nella massima urgenza e nel bisogno irresistibile degli ultimi giorni, si eseguì l'impossibile. San Paolo credette possibile evangelizzare l'intero Impero romano in pochi anni, e poi di assistere alla Venuta del Signore. Ansiosi di non trascurare uno solo di quelli chiamati da Gesù, i profeti cristiani percorsero rapidamente le strade e visitarono le città dell'Oriente romano. 

NOTE

[1] Questo passo è citato da san Luca (Atti 2:17-23), che aggiunge, “e profetizzeranno”.

[2] Si veda 1 Corinzi 12:28, “in primo luogo gli apostoli, in secondo luogo i profeti, in terzo luogo i maestri, ecc.”; e Apocalisse 18:20.

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