giovedì 5 luglio 2018

Gli Inizi del Cristianesimo Gnostico : Il Vangelo Primitivo (VIII) — Il Battesimo di Gesù

(segue da qui)
CAPITOLO VIII

IL VANGELO PRIMITIVO

2. IL BATTESIMO DI GESÙ

Si potrebbe dubitare dell'originalità del racconto del battesimo di Gesù. Ci fu evidentemente una controversia tra i primi cristiani riguardo il significato e l'importanza del battesimo. Giovanni 13:10 sembra contenere una polemica contro alcuni che associavano un significato mistico o simbolico ad un'immersione totale. “Chi è lavato tutto, non ha bisogno che di aver lavati i piedi; è purificato tutto quanto”. Il rifiuto della visione paolina del battesimo è implicito. Al principio un'immersione totale era probabilmente la regola generale — sebbene non universale — nelle comunità cristiane; e il desiderio di affrontare oppositori con tanto di un'autorizzazione divina della regola potrebbe essere stato il motivo per l'inserimento nel vangelo di un racconto del battesimo di Gesù. Potremo ricavare un motivo perché abbiamo una prova nel Vangelo secondo gli Ebrei del fatto che si percepì che il battesimo di Gesù da parte di Giovanni fosse un'incoerenza. Anche lo scrittore di Matteo riteneva necessario fornire qualche sua spiegazione plausibile. D'altra parte la maggior parte dei critici più eminenti sono consci del fatto che non solo i discorsi di Gesù ma anche gli episodi furono inseriti nei vangeli per un obiettivo polemico o dogmatico. Se questo battesimo fosse accaduto realmente ci si sarebbe potuto aspettare che Paolo, per il quale il battesimo era così tanto importante, vi avrebbe fatto qualche allusione; e se il suo Gesù fosse stato un uomo non ci sarebbe stata alcuna ragione del perché egli non dovesse aver fatto così.
Lo scrittore del quarto vangelo non esita mai a sopprimere o a trasformare circostanze riferite dagli altri evangelisti quando lo esige la sua opinione personale. È molto improbabile che egli avrebbe raccontato un episodio che fosse in conflitto con la sua visione del battesimo. Inoltre il Gesù giovanneo, in quanto il Logos, un'emanazione da Dio in effetti egli stesso lo Spirito di Dio non richiedeva che lo Spirito dovesse discendere su di lui. Nessun passo del quarto vangelo in cui lo Spirito Santo è distinto dal Padre e dal Figlio sembra essere originale. Dal momento che il vangelo fu cattolicizzato molto liberamente è più probabile che il racconto del battesimo vi fosse stato introdotto più tardi invece che essere primitivo. Schmiedel ha sottolineato che il battesimo di Gesù non si afferma in modo categorico in questo vangelo e che la discesa dello Spirito Santo avviene per l'illuminazione di Giovanni. Ciò è vero, sebbene il battesimo sia implicato nel verso 29. Lo scrittore di questo paragrafo potrebbe aver voluto modificare il racconto sinottico, del quale egli era presumibilmente a conoscenza; ma per numerose ragioni è estremamente dubbio che il paragrafo sia primitivo. Il verso 31 implica che Gesù fu il Messia ebraico. Giovanni non può aver scritto ciò; ma il verso potrebbe essere un'interpolazione successiva nel paragrafo.
Esiste una prova testuale del fatto che il paragrafo non è originale. La ripetizione della frase “Ecco l'Agnello di Dio” nei versi 29 e 36 ha una parvenza artificiale; e se uno di quei versi fu scritto da Giovanni e l'altro no, è il verso 29 che dev'essere respinto; poiché la frase “che toglie il peccato dal mondo”, non è un'espressione della dottrina giovannea. I versi 29, 35 e 43 cominciano tutti colle parole “il giorno dopo”. Ora i versi da 19 a 28 ricordano una conversazione che si suppone fosse accaduta un certo giorno; i versi da 29 a 34 ricordano l'arrivo di Gesù da Giovanni, che così sarebbe accaduto il giorno successivo; i versi da 35 a 42 ricordano circostanze che si dice siano accadute il terzo giorno; e i versi da 43 al 51 ricordano un episodio che è riferito al quarto giorno. Quisquilie a parte, il giorno successivo sarebbe il quinto; e tuttavia il capitolo 2 comincia con le parole, “Tre giorni dopo”. Probabilmente sono stati inseriti due paragrafi di cui per le anzidette ragioni è probabile che uno abbia compreso i versi dal 29 al 34. Anche se cominciamo a contare dal giorno riferito nel verso 29, è stato inserito un paragrafo.
Ora Marco è una versione notevolmente ampliata del Vangelo Primitivo, così che ci sono motivi a priori per sospettare che ogni episodio che non sia coerente con la sua dottrina fondamentale non sia originale. Se il racconto del battesimo fu inserito in un vangelo gnostico è almeno plausibile che esso fu inserito nell'altro. È perfino probabile; perché nel Vangelo Primitivo Gesù era il Figlio di Dio preesistente e come tale in nessuna necessità di un battesimo oppure della discesa dello Spirito Santo su di lui. Non è probabile che uno scrittore che enfatizzasse il contrasto tra il battesimo di Giovanni con acqua e il battesimo di Gesù con lo Spirito Santo avrebbe pensato che Gesù richiedesse un battesimo con acqua. Qui l'ipotesi è confermata di nuovo da indizi di manipolazione del testo in questo punto di Marco. In 1:14, leggiamo: “Dopo che Giovanni fu consegnato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio”. Questo sarebbe un inizio davvero appropriato alla narrazione nella misura in cui è relativo a Gesù. Non c'è bisogno di chiedersi da dove provenisse. Il verso implica che Gesù non stava risiedendo abitualmente in Galilea a quel tempo, laddove il verso 9 lo implica; e nel frattempo solo il ritiro di quaranta giorni nel deserto è ricordato. È detto che Gesù vi si recò “subito” dopo il battesimo. [9] Domande pertinenti a questo proposito sono: Giovanni fu “consegnato” durante i quaranta giorni? Il verso 14 sembra non implicarlo. Ma, se non è così, che cosa stava facendo Gesù e dove stava risiedendo nel frattempo? Il Battezzatore predice la venuta di Gesù e poi abbastanza naturalmente nel verso 14 egli scompare di scena e arriva Gesù. L'annuncio di Giovanni che Gesù deve venire dopo di lui corrisponde meglio con questo ordine di eventi che con un'apparizione simultanea che deve essere continuata per una cospicua dose di tempo se la consegna di Giovanni capitò in seguito ai quaranta giorni nel deserto. Sarebbe strano se Gesù emerse semplicemente per essere battezzato e poi si ritirò nell'oscurità finché Giovanni fu consegnato. Un ritardo del genere non sarebbe coerente, in realtà, col primo verso del vangelo che ci induce ad aspettare prestissimo l'apparizione pubblica di Gesù. L'implicazione è che l'azione di Giovanni era già occorsa. Essa si menziona accidentalmente, e il vangelo vero e proprio comincia con l'apparizione di Gesù nel verso 14. Il fatto che in Marco non c'è nessun tipo di apologia per permettere a Gesù di farsi battezzare punta piuttosto all'inserimento del paragrafo in un tempo in cui la mente delle persone era divenuta familiarizzata con l'idea.
Nonostante l'arte ingannevole dello scrittore il vangelo di Marco è così poco simile ad un ricordo di eventi reali come lo è il vangelo di Giovanni. Considera il paragrafo immediatamente successivo che descrive la chiamata dei primi discepoli. Si sarebbe immaginato il Figlio di Dio mentre fa discepoli in questa maniera, ma non un uomo. L'introduzione di un po' di dettagli per offrire una parvenza di realtà è un espediente artistico che sarebbe impiegato da ogni scrittore competente di una narrazione. E, dal momento che non c'è realmente nessuna “realtà” nell'episodio, non c'è nessuna ragione per non supporre che lo scrittore rappresentò Pietro e Andrea come “pescatori” allo scopo di simboleggiare il fatto che essi dovevano diventare “pescatori di uomini”

NOTE

[9] Rashke, Die Werkstatt des Markusevangelisten, pag. 75, ha fornito ragioni per concludere che il racconto della Tentazione non è originale in Marco. Si tratta di una correzione del racconto in Matteo e dipendente apparentemente su di esso. Ad opinione della maggior parte dei critici moderni la storia fu presa dalla fonte Q, e perciò comprensibilmente non dal Vangelo Primitivo.

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