venerdì 29 giugno 2018

Gli Inizi del Cristianesimo Gnostico : Cristianesimo Paolino e Giovanneo (VII) — La Natura del Quarto Vangelo

(segue da qui)

CAPITOLO VII

CRISTIANESIMO PAOLINO E GIOVANNEO

9. LA NATURA DEL QUARTO VANGELO

Il quarto vangelo, al pari delle epistole paoline, è stato cattolicizzato. Vi troviamo, sebbene meno varia, una simile opposizione dottrinale. La base del vangelo è un documento gnostico in cui sono riconoscibili estesi passi interpolati, lo scopo di alcuni dei quali, ma non di tutti, è di neutralizzare il primitivo gnosticismo. Schmiedel ha osservato l'incoerenza ed è confuso da essa. “Ci piacerebbe sapere”, dice, “se la commistione sia dovuta interamente a una perdita di chiarezza oppure se ammetta una spiegazione più soddisfacente”. La ha. La soluzione ipotetica di Schmiedel è che lo scrittore era nel processo di passare dallo gnosticismo all'insegnamento della Chiesa — la stessa vecchia ipotesi mediante la quale i critici hanno tentato di spiegare l'eterogeneità della dottrina paolina. La spiegazione è altrettanto impossibile in questo caso come nell'altro. Ciò che troviamo non è uno gnosticismo parzialmente cattolicizzato, ma a volte la piena espressione di un'idea gnostica seguita da vicino da una dottrina cattolica rafforzata da un'enfasi che prova che essa venne introdotta per contrastare lo gnosticismo precedente. Lo scrittore originale fu così completamente uno gnostico da dichiarare che il dio degli ebrei era malvagio e non il Padre di Gesù. [17] Schmiedel definisce il caso in maniera onestamente accurata quando dice che “le idee gnostiche appaiono, in generale, in maniera sporadica, e sono ridimensionate oppure rese innocue da altri detti”. [18] Il fatto non è che lo scrittore oscilla tra due opinioni; egli esprime chiaramente e fortemente le sue proprie opinioni. La supposizione che dopo aver fatto così egli immediatamente le avrebbe ridimensionate loro oppure le avrebbe rese innocue grazie ad altri detti è piuttosto ingiustificabile e parecchio improbabile; ma è esattamente ciò che ci si potrebbe aspettare che faccia un editore cattolicizzante.
In quanto uno gnostico lo scrittore era un completo simbolista. [19] Non è sorprendente che un critico dell'intelligenza di Schmiedel ha realizzato questo fatto, ma il suo pregiudizio come teologo cristiano gli ha impedito di applicare la sua conoscenza in modo coerente Un esempio del simbolismo dello scrittore è l'acqua viva che Gesù dice che avrebbe dato alla donna samaritana. Sappiamo cos'era quest'acqua. Ne abbiamo letto nelle Odi di Salomone. E proprio come quest'acqua di vita era una bevanda spirituale così anche il pane del Dio del cielo (6:33) è cibo spirituale. Ma apprendiamo dal verso 35 che lo stesso Gesù, perciò il Cristo spirituale, è questo pane della vita, che di conseguenza non si può mangiare letteralmente. Abbiamo già saputo che nell'Eucarestia cristiana gnostica il pane non era il corpo di Gesù, ma era un simbolo dell'unione reciproca dei membri, e della loro unione spirituale col Cristo. Era impossibile per uno gnostico immaginare di star consumando la carne di Gesù nel suo sacramento. E, dal momento che per lo scrittore del quarto vangelo Gesù era il Logos, anche per lui il pensiero di poter partecipare della sua carne e del suo sangue dev'essere stato non solo privo di significato ma perfino ripugnante. [20] C'è una prova di questo nello stesso vangelo. La Moltiplicazione dei Pani per Cinquemila (6:5-14), come percepì Schmiedel, è intesa a rappresentare il sacro pasto, il quale, comunque, non è il sacramento cattolico. Ciò si chiarisce nei versi immediatamente successivi in cui Gesù con un riferimento diretto alla Moltiplicazione comunica alle persone di essere il pane della vita che discese dal Cielo — vale a dire, un cibo spirituale. Una prova ulteriore del fatto che Giovanni non seguiva la visione cattolica del sacramento si trova nel suo resoconto dell'Ultima Cena, dove egli si trattiene — dobbiamo supporre, si trattiene intenzionalmente — dal fare in modo che Gesù dia ai suoi discepoli il pane e vino chiamandoli sua carne e suo sangue.
Numerosi critici eminenti — ad esempio, Wellhausen e Loisy — hanno riconosciuto il fatto che il quarto vangelo è composito. Al pari del vangelo di Marco, esso possedeva una Storia. Schwarz [21] notò tre fasi nella formazione del libro: un documento fondamentale da lui descritto come “una sorta di poema drammatico di grande originalità”, e due edizioni successive, di cui lo scopo della seconda era rendere il vangelo più accettabile alla Chiesa. Di conseguenza l'opera primitiva era probabilmente corrente in qualche comunità gnostica prima che vi fosse stato qualche suo riferimento conosciuto. Loisy [22] ha osservato che:
Alla base il documento primario, le libertà che ha preso un editore rispetto alla tradizione sinottica, e perfino proprio quella stessa tradizione, provano che, se Gesù occupò un posto definito nella Storia dell'umanità, Gesù Cristo fu innanzitutto un tema teologico e liturgico, un oggetto di adorazione religiosa, sotto un'apparizione storica estremamente fluida. 

Il Cristo gnostico era del tutto un tema teologico. Nelle Odi di Salomone il Cristo è personificato; nel quarto vangelo, come richiedeva la forma narrativa, egli è individualizzato; ma egli non è il Gesù dei sinottici. Nessun criterio se non un criterio soggettivo si può applicare allo scopo di decidere quale delle due figure, se una delle due, sia il Gesù storico. I teologi non possono estrarre neppure dai sinottici una figura di Gesù sulla quale essi siano tutti d'accordo. [23] Bousset concorda con Loisy nell'opinione che l'intenzione di Giovanni [24] non era di complementare ma di correggere i sinottici. Potremo anche dire che il suo vangelo è una protesta contro la loro presentazione del Cristo — non, comunque, sulla base di una verità storica, ma di quel che riteneva fosse una verità religiosa. Non è una coincidenza il fatto che il suo Gesù non sia un promulgatore di una dottrina etica — la qual cosa non era una funzione del Logos — e che egli esegua relativamente pochi miracoli. Il compositore gnostico del quarto vangelo non stava scrivendo consciamente la biografia di un uomo. Il suo scopo era illustrare allegoricamente il potere della Parola; e i pochi miracoli da lui ricordati, che, senza dubbio intenzionalmente, egli definisce “segni” [simboli?], sono rappresentazioni simboliche del progresso della religione cristiana e della vita spirituale che scaturì dalla comunità ispirata dalla Parola. È il grande merito di Schmiedel aver osservato questo, anche se egli non ha realizzato pienamente il suo significato. “Il vino”, egli dice, “nel quale Gesù mutò l'acqua a Cana, è, naturalmente, la nuova, splendente e ispirante religione che Gesù pose al posto di un debole ebraismo”. [25] Ma non fu nessun Gesù storico a fare questo; fu la dottrina spirituale della Parola incarnata, il cui sviluppo abbiamo rintracciato dalla Sapienza di Salomone. [26] Gli evangelisti attribuiscono a Gesù le loro proprie opinioni contradditorie. Le epistole non ricordano nessuna abrogazione della Legge da parte dell'uomo Gesù; gli scrittori dicono: “Cristo è la fine della Legge” una cosa davvero diversa. Potremo pure star sicuri che lo scrittore del quarto vangelo intese qualcosa di importante associando questo “segno” ad un matrimonio. Il “matrimonio” potrebbe aver significato un'unione tra le chiese cristiane ebraiche ed ellenistiche.
Il Cristo di Matteo è un ebreo, ma il Cristo di Giovanni è così privo di nazionalità come o è la Parola delle Odi di Salomone. Quando si rivolge agli ebrei gli si fa puntualmente dire “la vostra legge”.

NOTE

[17] Giovanni 8:19, 38, 44. La traduzione corretta del verso 44 è “Voi siete del padre del diavolo” ossia, il Demiurgo.

[18] The Johannine Writings, pag. 165.

[19] Numerosi prominenti critici compresi Loisy, Kreyenbühl, e il dottor E. A. Abbott hanno riconosciuto la natura simbolica del quarto vangelo.

[20] Si confronti 6:63: “È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla”. Quella è un'opinione gnostica contro la quale protesta Tertulliano.

[21] Nachrichten von der kön. Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen. Phil. Hist.

[22] Le Quat. Evan., pag. 59.

[23] Il giudizio di Schweitzer sulla ricerca degli aspetti di un Gesù storico è espresso nelle parole: “Non c'è nulla di più negativo del risultato dello studio critico della vita di Gesù”. E il commento del dottor Burkitt sull'asserzione di Weinel che “noi lo conosciamo molto bene”, è “Che pretesa!”.

[24] Io utilizzo il nome Giovanni per indicare lo scrittore gnostico del quarto vangelo.

[25] Non è menzionato nessun luogo di nome Cana in alcun documento tranne nel quarto vangelo. Il nome potrebbe essere stato suggerito dalla parola greca kaina (nuove cose).

[26] Fu quella dottrina il Gesù che pronunciò Matteo 5:17-18? Se no, perché no?

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