sabato 14 ottobre 2017

Un'Analisi delle Origini Cristiane (XL) — Gesù Cristo non fu un Messia umano.

(segue da qui)

Gesù Cristo non fu un Messia umano.

Al volgere della nostra era, non esisteva nessun'unica concezione certa del Messia. Gli ebrei non possedevano una dottrina ortodossa del Messia. Non è neppure probabile che credessero in un Messia sofferente ed espiatorio attorno agli anni 30. In ogni caso, un'eccentrica credenza messianica non poteva essere stata trasformata in una religione universale di salvezza; servì solo a dare a questa religione una vernice ebraica.
La natura di Gesù non è mai identificata completamente con quella del Messia; egli accetta con difficoltà alcuni tratti del Messia mentre ne rifiuta alcuni dei suoi aspetti essenziali. Egli non permette a sé stesso di essere considerato il Messia, ed è paragonato più al Figlio dell'Uomo, che è un essere celeste. Egli rivendica di avere una missione divina, non un ruolo politico.
Pilato non trovò
“nessuna colpa in lui”, che prova che egli non fu il “re degli ebrei”.
Per definizione, il Messia è colui che riceve un'unzione; ma Gesù non fu mai soggetto a questo rituale, almeno sulla terra — neppure al suo battesimo.
In una preghiera a Dio (Atti 4:25-27) in cui Erode e Pilato simboleggiano i re e magistrati del Salmo 2:1-12, i cristiani dicono,
“…il tuo santo servitore Gesù, che tu hai unto”. L'unzione è perciò celeste, come conferma l'epistola agli Ebrei (1:9): “…ti unse il tuo Dio, con olio di esultanza…”  e (1:3) Gesù  “in questi ultimi giorni ... si è assiso alla destra della maestà nell'alto dei cieli... ”.
Se Gesù fu unto sulla terra, poteva solo essere stato parte di un rituale per perpetuare la sua morte e resurrezione, ossia come un dio che muore e risorge. Tra gli egizi, l'unzione del dio era un evento quotidiano; l'olio era custodito in un'ampolla d'alabastro. Secondo l'Apocalisse di Mosè, Adamo fu unto con olio dopo la sua morte dagli arcangeli in vista della sua resurrezione. Fu così con Gesù. Un'ammissione di questo è fornita in una misteriosa maniera in Luca (7:37-47), Matteo (26:6-12), e Marco (14:3-8). Una donna in lutto lava i piedi di Gesù con le sue lacrime, coprendoli di baci e ungendo il suo capo con un unguento e un profumo costoso tenuto in una bottiglia d'alabastro. Quale poteva essere la ragione di questo, se non che la statua del dio, creduto morto, dev'essere rianimata? Anche se apparentemente morto, il dio parla e spiega che questo accadde per la sua sepoltura. La scena fu fraintesa e mascherata perché proveniva da un gruppo eretico; in effetti, accade alla casa di Simone il Lebbroso, e la donna è una peccatrice. Questo individuo che morirà, sarà sepolto, e risorgerà di nuovo  è l'immagine del  unto (messia) celeste; egli non è un messia umano (si veda la nota a pag. 91).
La parola
“Messia” appare solo due volte nel Nuovo Testamento (in Giovanni 1:41 e 4:25), e ogni volta, l'autore spiega che “Messia significa Cristo”, che prova che il lettore non lo avrebbe saputo e non avrebbe compreso questa designazione posteriore.
Sfortunatamente, si doveva a questa assunzione da parte di un copista che i cristiani pensarono a
“Messia” ogni volta che essi lessero “Cristo”, e questa confusione perdura ancor oggi. Troviamo, in Atti 17, l'origine di una confusione analoga; si fa dire a Paolo,  “Il Cristo è quel Gesù che io vi proclamo.”
Così Gesù divenne Cristo, proprio come Cristo diventò Messia e poi Figlio di Dio.

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