mercoledì 23 agosto 2017

Cristo: Mito o Realtà ? (XIII)

(continua da qui)
 È Possibile Che Egli Non Esistette?
Molto spesso l'argomento a favore dell'esistenza storica di Gesù Cristo è posto in questo modo: se egli non esistette, sarebbe impossibile spiegare certi fatti ovvi. Quali sono questi fatti?

Uno di loro consiste nell'impressione che la personalità di Gesù Cristo produce su di noi. A. Jülicher, un teologo protestante liberale, scrive: “Il fascino dell'esistenza che era appena passata e che era ancora sentita nell'immagine di Gesù raffigurata a grandi linee nei vangeli sinottici, si fa beffa di tutti i tipi di ipotesi secondo cui Gesù non fu altro che un prodotto di fattori storico-religiosi oppure fu addirittura un eroe di un romanzo pseudo-storico. L'impressione prodotta da una personalità straordinaria è comunque più forte rispetto alle numerose difficoltà che noi dobbiamo affrontare nello studio della storia della tradizione circa Gesù. Non è un'idea o un sogno, ma un uomo misteriosamente grande che è presente qui, come è sempre il caso dove la storia è ad un punto di svolta”. [2] In altre parole, ogni punto di svolta nella storia è necessariamente collegato all'azione di una grande personalità.

Possiamo interpretare questo punto di vista non nel senso idealistico, vale a dire, che le azioni di un grande uomo sono la causa di ogni sconvolgimento storico, ma nel senso più vicino alla visione marxista secondo la quale la maturazione di una oggettiva necessità storica trova espressione in una personalità eccezionale e nella sua azione. Ma perfino allora noi non siamo obbligati ad accettare la tesi di Jülicher che Gesù fu un personaggio reale. L'ascesa del cristianesimo non poteva esser accaduta senza personalità eccezionali; forse che in questo caso dovremmo volgere la nostra attenzione non a Gesù Cristo, ma all'apostolo Paolo oppure a Giovanni il Battista oppure agli apologeeti del secondo secolo?

C'è ancora un altro aspetto dell'argomento di Jülicher: l'immagine di Cristo, secondo lui, è caratterizzata da un'integrità e vividezza eccezionali. Un'immagine simile non poteva essere stata inventata. Jülicher scrive: “Una fantasia ebraica, che ha creato presumibilmente il nostro Gesù con tutta la sua insolita individualità, sarebbe stata il più grande enigma che ci ha posto di fronte la storia di Israele, o meglio che noi stessi ci siamo posti di fronte per pura ostinazione”. [3] L'accusa di ostinazione si può naturalmente respingere, oppure può essere fatta contro lo stesso Jülicher o altri che pensano alla sua stessa maniera. Ma il punto sulla brillantezza e integrità dell'immagine di Cristo è un punto pertinente e dovrebbe essere esaminato.

Come abbiamo già notato, i mezzi artistici sono sufficienti per ottenere verisimiglianza in una finzione e per creare immagini vivide piene di vitalità. A questo proposito la collettiva opera creativa delle masse popolari non è in alcun modo inferiore agli scritti di autori professionisti
e potenzialmente potrebbe perfino superare quest'ultimi. Immagini che sono vivide, ispiratrici e realistiche si possono trovare nei grandi poemi popolari tra quasi tutti i popoli. Allora perché bisogna assumere che un gruppo di persone della regione mediterranea nei primi secoli della nostra era dovesse essere così carente di fantasia artistica da essere incapace di creare l'immagine di Cristo?

Anche il punto sull'integrità dell'immagine di Cristo non dovrebbe passare incontestato. Nel suo libro Gesù il Dio, L'Origine e la Composizione dei Vangeli A. Niemoyewski offre una descrizione chiara e nel complesso corretta  delle contraddizioni inerenti all'immagine di Cristo raffigurata nei vangeli. Niemoyewski crede che a parlare attraverso Gesù fossero i rappresentanti delle
più diverse fazioni e scuole politiche, religiose ed etiche: “Israele, che aderisce al principio 'occhio per occhio', dichiara che nel trattare con gli altri tu devi utilizzare gli stessi pesi e le stesse misure che sono usati da loro nel trattare con te, e che non si dovrebbe seguire le vie dei gentili ma piuttosto andare a raccogliere le pecore perdute della casa d'Israele. Un mendicante lamenta che Lazzaro, che è in cielo, non debba immergere la punta del suo dito nell'acqua per dissetare la lingua di un uomo ricco che sta bruciando all'inferno ... Il diplomatico dice che noi dobbiamo essere altrettanto saggi come serpenti e altrettanto innocui come colombe. I padroni asseriscono che i servi non devono sedersi a tavola prima che loro stessi abbiano mangiato. Gli studiosi affermano che l'allievo dovrebbe ricorrere al maestro. L'appassionato propagandista esorta uno a ripudiare il proprio padre, madre, moglie, fratelli, sorelle e persino la propria individualità per amore di un'idea. Il politico dichiara che un inutile conflitto civile conduce alla distruzione di famiglie, città e stati. E l'anacoreta o ascetico predica che ci si deve liberare  da tutte le tentazioni per la mortificazione della carne. Se noi dovessimo porre tutte quelle ammonizioni sulle labbra di una persona noi dovremmo trovare una casistica, un 'uomo composito', che non dice altro che proverbi e aforismi”. [4] Come si può parlare così dell'integrità dell'immagine di Cristo?

Affermare che solo perché questa immagine è insolitamente affascinante essa deve per forza basarsi su un prototipo reale equivale anche ad indulgere in un'interpretazione puramente soggettiva. L'immagine di Cristo raffigurata nei vangeli non produce la stessa impressione su tutti. Si possono trovare in letteratura osservazioni altamente critiche intorno a Cristo, circa la sua ipocrisia, irritabilità e intolleranza, la sua assenza di volontà e così via. Ma non ci preoccuperemo qui del grado di fascino della personalità di Cristo in quanto è irrilevante per il problema particolare che stiamo considerando e dal punto di vista scientifico. 

Esiste ancora un'altro argomento che viene spesso usato per “provare” che Cristo è esistito. Se Cristo non è esistito, così l'argomento recita, sarebbe impossibile spiegare l'ascesa del cristianesimo. Come ogni movimento sociale o religioso, il cristianesimo è fondato da persone. E poiché il movimento cristiano fu, sin dall'inizio, un grande movimento in relazione alle sue idee e principi, il suo fondatore poteva solamente essere stato una persona grande e straordinaria. Cristo, come lo conosciamo dai vangeli, fu proprio una persona simile, una che avrebbe potuto fondare il cristianesimo. È difficile immaginare qualcuno di statura inferiore che occupò questo ruolo. 

È vero che nessun movimento sociale o nessun'ideologia può emergere senza persone la cui coscienza, volontà e azione personifichino il dato fenomeno sociale. L'ascesa del cristianesimo si legò indubbiamente a persone di abilità e talenti superiori. Ma fu il più importante di loro necessariamente colui che recò il nome per mezzo del quale lo conosciamo dal Nuovo Testamento, che aveva vissuto gli eventi descritti nei vangeli e le circostanze circostanti, la cui vita e la cui morte coincidettero con quelle del Gesù Cristo dei vangeli? La risposta è: potrebbe essere così oppure potrebbe non essere così. In quel caso svanisce la necessità di stabilire se Gesù Cristo fosse una persona reale soltanto perché il cristianesimo esiste. Perché Cristo potrebbe essere esistito oppure egli potrebbe non essere esistito. 

Dobbiamo, allora, rifiutare tutti gli argomenti a priori, tutti i punti di vista che vengono esposti prima che sia esaminato il materiale rilevante. Una risposta corretta a questa domanda si può basare soltanto su un'accurata valutazione dei fatti storici. 

Di solito, quando c'è poco materiale fattuale con cui procedere, emergono molte varianti che non sono davvero affidabili o che non sono affidabili per nulla oppure che sono semplicemente improbabili. L'analisi di queste varianti può essere piuttosto istruttiva.

NOTE 

[2] Dalla Storia del Cristianesimo Antico, una collezione di articoli, Mosca, 1907, pag. 68-69 (in russo).

[3] Ibidem. 

[4] A. Niemoyewski, Gesù il Dio. L'Origine e Composizione dei Vangeli, Pietrogrado, 1920, pag. 29 (in russo).

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