giovedì 29 giugno 2017

Circa «Jesus — A Myth» di Georg Brandes (XXII)

(per il capitolo precedente)

XXI
L'intero racconto della Passione è così ricolmo di mitologia che l'estrapolazione di qualche fondamento storico potrebbe essere considerata fuori questione.
Così, per esempio, c'è evidentemente qualche sorta di misticismo nascosto dietro il racconto di Barabba comunicato in Matteo 27:15 et seq. Il significato di Barabba è semplicemente “il figlio del padre”. La versione originale del nome nella chiesa cristiana più antica fu addirittura Gesù Barabba. Sembra essere la prova che Gesù e Barabba siano identici. Il nome Gesù è stato omesso dal testo perchè i lettori furono offesi dall'aver associato quel nome ad un prigioniero che forse fu un assassino. La probabilità è che un sacrificio annuale del figlio di un padre, di un Barabba, formasse un aspetto consolidato della vita semitica. Nella stessa maniera la scena dove i soldati stanno deridendo il prigioniero Gesù sembra indicare la pratica di un rituale pagano di qualche genere. Questa è la suggestione fatta da Abbé Loisy, il grande biblista francese, il quale è inclinato in senso scettico, ma abbastanza lontano dall'esser scettico, e propenso a credere nell'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, la qual cosa non è supportata da alcuna prova di sorta, mentre egli si rifiuta di credere che la scena del popolo che lo salutava festante in quell'occasione potesse aver gridato soltanto una settimana più tardi: “Crocifiggilo!”. L'ebreo Filone racconta di un episodio di ridicola messinscena ad Alessandria e rivolta a re Agrippa, il nipote di Erode, che sembra aver rappresentato ciò che resta di un costume ebraico locale. È detto che un pazzo di nome Karabas  avesse sfilato come un re per finta, con un orpello per corona, uno scettro, e vesti regali. Karabas è chiaramente una scrittura sbagliata di Barabba (si veda “Il Ramo d'Oro” di Frazer, Volume 9, pag. 418). Quindi la storia di un prigioniero deriso da soldati romani che non combacia affatto con la disciplina romana, e la storia altrettanto fantastica circa la preferenza della folla ebraica per Barabba, sarebbero state armonizzate come reminiscenza di una sorta di carnevale semitico, il quale, a sua volta, recava reminiscenze di sacrifici umani davvero antichi, del sacrificio del primogenito da parte di suo padre, la cui pratica antica fu sostituita dal sacrificio dell'agnello pasquale (Esodo 22:29).

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